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ECOVILLAGGIO IN CASE GEODETICHE Sono Patrizia da Milano Dovevo arrivare all'età di 60anni per essere tradita prima dalla Fornero e poi da mio fratello. Si...sono in primis una esodata sfigata...ed fra un po anche una senza casa . Mio fratello ha deciso di vendere la villetta in cui vivo (e di cui di cui dispone la maggiore quota pari al 75%) per privilegiare il suo sogno. Certo potrei oppormi, ma questa incombenza karmica la voglio risolvere una volta per tutte e scegliere la mia vita senza più sorprese. Mi piace la vita tranquilla, mi piace creare in solitario (una sorta di meditazione)e realizzo ogni cosa che progetto guidata dal mio sè superiore, sono pacifica e mi piace l'ambiente rurale e solidale dove vigono una serie di regole non scritte ma di buon senso...per il quale siano rispettate la vita, lo spazio ed i pensieri dell'altro ... Sono una sognatrice piena di idee non corrisposte tra gli amici di lunga data che preferiscono la rassegnazione di una vita senza stimoli..e pertanto cui mi rivolgo ad una platea eterogenea di sconosciuti. Il mio progetto all'origine fu quella di un casale... oggi è quella di un una casa geodetica (case a cupola) all'interno di un ecovillaggio pagando proporzionalmente per il suolo occupato. Diversamente se questa idea può essere da stimolo a chi possiede un terreno edificabile o predisposto per il cambio d'uso, che abbia in mente un progetto di ecovillaggio che non preveda l'acquisto di rustici dismessi da riattare bensì un nuovo modo di vivere senza cementificazione e immersi nella natura (e comunque non completamente isolati dai servizi di prima necessità). La mia proposta ha dunque la duplice funzione di capire se esistono persone che, come me, sognano un cambiamento reale nel loro modo di vivere e capire altresì se "uno" fra questi dispone della materia prima ossia il terreno su cui edificare e come procedere "insieme" senza fini di lucro ma animati solo dalla passione di un "salto" oltre il convenzionale. Mi permetto di dire che questa soluzione non è per tutti se si vuole a tutto i costi imporre uno statuto... non deve diventare una comunità in cui tutto si divide. Esisterà il bar, la pizzeria, la farmacia....esercizi commerciali di prima necessità come in un qualunque luogo abitato ma in strutture totalmente ecocompatibili e come ho anticipato governato da leggi non scritte di buon vicinato. Resterà un sogno.....chissà?????

PATRIZIA, dapatrizia@yahoo.it

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