A Firenze cittadini contro Publiacqua e il documentario Nestlé

Un gruppo di attivisti fiorentini ha deciso di intentare una causa collettiva a Publiacqua, la società privata che gestisce il servizio idrico a Firenze e in parte della Toscana, per via dei profitti garantiti che la società continua a riscuotere sul servizio idrico. Intanto il giornalista Luca Pagliari, che ha diretto un documentario sull'acqua per il gruppo San Pellegrino-Nestlé si appresta a svolgere nel 2013 una campagna di sensibilizzazione negli istituti superiori d'Italia.

A Firenze cittadini contro Publiacqua e il documentario Nestlé
Due storie a confronto. Entrambe parlano d'acqua, anche se in modo molto diverso. La prima è quella di un gruppo di attivisti fiorentini che hanno deciso di intentare una causa collettiva a Publiacqua, la società privata che gestisce il servizio idrico a Firenze e in parte della Toscana, per via dei profitti garantiti che la società continua a riscuotere sul servizio idrico. La seconda è quella di un giornalista, Luca Pagliari, che ha diretto un documentario sull'acqua per il gruppo San Pellegrino-Nestlé, e si appresta a svolgere nel 2013 una campagna di sensibilizzazione negli istituti superiori d'Italia. Due storie prese dai versanti contrapposti di una lotta articolata su molti livelli che oppone ormai da anni attivisti e cittadini che chiedono a gran voce che l'acqua sia considerata un bene comune dell'umanità, dunque tolta dai mercati, al complesso finanziario-industriale che invece punta alla totale mercificazione della risorsa. Due storie che rendono bene la complessità della questione perché agiscono su livelli differenti: la prima sul livello politico-legale, segue in questo la scia del partecipato referendum popolare del giugno 2011, che aveva mobilitato circa 27 milioni di cittadini; la seconda sul livello culturale, nel tentativo di scardinare la percezione diffusa che vede l'acqua come un bene non mercificabile. Partiamo dalla prima. Il secondo quesito referendario, approvato dal 95,8 per cento dei votanti abrogava la norma che prevedeva la “remunerazione del 7% del capitale investito” per i gestori del servizio idrico. La Corte costituzionale aveva disposto che in caso di vittoria del Sì, il profitto garantito sarebbe dovuto sparire immediatamente dalle bollette. Invece, a più di un anno dal 21 luglio 2011, data della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del decreto di approvazione del referendum, la quota illegittima campeggia ancora sulle bollette. E può arrivare ad incidere sulle bollette fino al 20 per cento. “Sulle nostre bollette – spiegano gli attivisti fiorentini del comitato per l'acqua bene comune del quartiere 4 di Firenze, promotori dell'iniziativa - questa remunerazione del capitale incide per circa il 12%. Finora i gestori del servizio idrico, compresa Publiacqua, nonostante i ripetuti inviti del Comitato Referendario, hanno disatteso questo loro obbligo di legge”. Non resta che un'azione legale collettiva, una sorta di class action. “Per ottenere il rispetto delle norme di legge in vigore, dopo le decisioni democraticamente assunte dal popolo italiano con il voto referendario, il comitato per l'acqua bene comune del quartiere 4 di Firenze sta predisponendo una azione legale di classe, cui possono partecipare gli utenti del servizio idrico dell’ambito territoriale n.3 (prov. di Firenze, Prato, Pistoia e parte di Arezzo) che ha come gestore la Società Publiacqua”. Gli attivisti sperano così di costringere la società fiorentina (di proprietà di Acea) a rimborsare i cittadini della quota illegittima ancora presente sulle bollette. Ma veniamo all'altra storia. Qui c'è un giornalista, autore e presentatore, Luca Pagliari. Anche un bravo giornalista, autore fra le altre cose, dello spettacolo teatrale dedicato ad Angelo Vassallo, compianto sindaco di Pollica. Che ha accettato di girare un documentario per la Nestlé. “Storie di acqua” si chiama, ed è un viaggio fra le sorgenti delle principali acque minerali del gruppo Sanpellegrino. Ora, quale sia la visione dell'acqua del gruppo Nestlé è fin troppo noto. Peter Brabeck, presidente della società, si è più volte espresso a favore di una gestione privata della risorsa, persino di una sua quotazione in borsa. Difatti l'acqua di cui parla il documentario, non è quella generica, ma quella minerale, che Nestlé rinchiude ogni giorno in milioni di bottiglie. Daniela Murelli, direttore CSR del Gruppo Sanpellegrino spiega che “Storie di Acqua riesce a coniugare informazioni ed emozioni per arrivare a trasferire a ciascun individuo il concetto della preziosità e ricchezza delle acque minerali”. E che dire della più ampia campagna di sensibilizzazione che coinvolgerà le scuole superiori delle principali città d'Italia - Milano, Brescia, Padova, Genova, Firenze, Bologna, Roma e Napoli - nel 2013? Difficile non vederla come una operazione culturale mirata a diffondere una concezione mercificata dell'acqua. Sul progetto Pagliari si è sbilanciato: “Come sempre ho la fortuna di poter contare su una platea meravigliosa, e cioè quella degli studenti. Con loro le banalità non passano e neppure le bugie. Gli studenti rappresentano in assoluto il pubblico più critico e severo. Sono felice di poter dare il mio modesto contributo in difesa dell’elemento che rappresenta la vita”. Se è vero che con gli studenti “le banalità non passano e neppure le bugie”, per Pagliari si prospetta un anno intenso di dibattiti.

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