Su allevamento e biodiversità l'Ue chiede più tutele

Formazione agli operatori agricoli, un controllo più stretto sull'applicazione delle norme comunitarie, trasparenza per i consumatori. Questi i principali contenuti della nuova comunicazione della Commissione europea che chiede più tutele in tema di allevamento e biodiversità per migliorare il benessere degli altri animali.

Su allevamento e biodiversità l'Ue chiede più tutele
Con miliardi di animali detenuti a fini economici e altri milioni nelle nostre case, l'UE ha iniziato solo nel 2006 a preoccuparsi di come garantire il benessere di quelli che il trattato sul funzionamento dell'Unione riconosce come esseri senzienti. In quell'anno, la Commissione ha infatti adottato il primo programma d'azione per il benessere degli altri animali, cui hanno fatto seguito nel tempo ulteriori norme in risposte a situazioni specifiche. L'ultimo intervento in tal senso si è avuto con l'entrata in vigore della legislazione sulle 'galline ovaiole'. I risultati sono stati, tuttavia, piuttosto deludenti. Iniziative settoriali poco coerenti tra loro, spesso inapplicate; settori non ancora regolamentati; incentivi economici insufficienti per gli operatori che devono adeguarsi alle norme. Per questo motivo la scorsa settimana la Commissione ha presentato una nuova strategia quadriennale, contenente le linee guida per migliorare il benessere degli altri animali nell'Unione e assicurare il rispetto degli standard comunitari. Per il periodo 2012-2015, il documento propone innanzitutto di riservare risorse specifiche all'istruzione e alla formazione degli operatori agricoli, per garantire un'adeguata conoscenza di ciò che la legislazione UE prescrive in materia di benessere degli altri animali. Inoltre Bruxelles chiede nuove azioni di sensibilizzazione dei consumatori e maggiore trasparenza sulle condizioni di vita degli animali allevati. Infine, per consolidare l'applicazione delle azioni già previste e evitare ritardi, la Commissione chiede più poteri di controllo sugli stati membri nel periodo di applicazione di una nuova normativa. Il tutto dovrebbe essere accompagnato da una legislazione completa che, con uno sguardo d'insieme sulle diverse situazioni, intervenga su possibili contraddizioni e contesti non regolamentati. La strategia è stata sottoposta sotto forma di comunicazione al Parlamento europeo, al Consiglio e al Comitato economico e sociale europeo. Intanto gli eurodeputati hanno intrapreso una nuova iniziativa per ottenere una maggiore protezione di specie e habitat a rischio. Lunedì la commissione Ambiente dell'Europarlamento ha discusso una risoluzione per vincolare gli stati membri a rispettare gli impegni in materia di tutela della biodiversità. Secondo gli eurodeputati, infatti, la Roadmap sulla biodiversità presentata dall'esecutivo UE nel maggio 2011 è insufficiente, ma soprattutto i leader europei sono troppo presi dalla crisi dei debiti sovrani per affrontare seriamente il problema della perdita di biodiversità. Per il vicepresidente della commissione Ambiente, Gerben-Jan Gerbrandy, si sta lavorando troppo poco su una “crisi silenziosa”, che riguarda l'estinzione di specie e habitat, ed è “probabilmente più minacciosa della crisi dell'euro che stiamo attraversando”.

Commenti

il dramma è che le stesse istituzioni proteggono la categoria degli allevatori intensivi. Fanno battaglie solo per ricorrere (ed ahimè ottenere) santa Deroga e santa Proroga ad ogni tentativo di regolamentare. Manca cultura seria tra gli operatori e nella classe dirigente io trovo solo il vuoto di consapevolezza. E' chiaro che anche gli allevatori devono poter lavorare, ma attraverso la la tutela dell'ambiente e della biodiversità. Ma non si fa nulla (o molto poco) per la loro formazione.Le stesse organizzazioni di categoria, non divulgano nemmeno tra i loro iscritti comunicazioni inerenti contributi regionali per rispondere ad esigente di tutela ambientale. D'altronde...uno dei maggiori bacini elettorali, qui nel bresciano, è proprio quello degli allevatori.
gaia, 26-01-2012 10:26

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