Leggere in libertà, la rivoluzione si fa anche a suon di libri e (belle) parole

C’era tantissima gente lunedì sera alla Casetta Rossa, nel quartiere Garbatella di Roma, ad assistere all’incontro “Letture Partigiane” con Paco Ignacio Taibo II, Paloma Saiz, Jek Tessaro, Pino Cacucci, Erri De Luca, Gianni Minà e Federico Mastrogiovanni. Un'occasione per presentare il progetto della "Brigada para leer en libertad", associazione nata con lo scopo di regalare libri e diffondere cultura in Messico. C’era tantissima gente ma, comunque, ne mancavano quarantatré...

Leggere in libertà, la rivoluzione si fa anche a suon di libri e (belle) parole

Viviamo in una società dominata da analfabeti funzionali...”, sono le prime parole di Paco, scrittore, giornalista, attivista politico, “ma grazie ai libri e alla lettura un giorno torneremo liberi”. “E quel giorno tutti questi liberali, imperialisti, neocolonialisti, li vedremo scappare a gambe levate, in aereo, verso Miami”. Ci crede davvero Paco, perché lui è un ottimista, “a differenza di voi italiani, che siete sempre pessimisti! Ma sapete qual è la vera differenza tra un pessimista e un ottimista? Il dopo. Un ottimista si dispiace dopo. Un pessimista si dispiace prima, durante e dopo”.
Del resto, deve essere ottimista per forza chi decide di mettere in piedi un progetto come quello della Brigada para leer en libertad. Un’associazione nata con lo scopo di regalare libri e diffondere cultura nei luoghi più periferici, abbandonati e degradati di città del Messico.

Pensavamo di non durare più di quindici giorni - racconta Paloma Saiz - e invece, attraverso i nostri programmi di fomento alla lettura, abbiamo stampato e regalato più di 500mila libri, abbiamo messo in circolazione più di 4milioni e mezzo di testi, abbiamo creato 39 biblioteche, con 18mila volumi a disposizione". Tutto questo in cinque anni. 
Cinque anni dedicati a sviluppare programmi di fomento alla lettura: presentazioni e festival letterari indipendenti; laboratori per la condivisione dei saperi; “tianguis", ovvero bancarelle di libri nei luoghi pubblici di tutta Città del Messico; conferenze gratuite nei quartieri popolari e periferici; un progetto chiamato "Para Leer de boleto del metro" che ha messo in circolazione sulla metro di città del Messico 250mila testi che i viaggiatori possono prendere, leggere durante il tragitto e poi riporre alla fine della corsa.

E ancora, ci sono gli stendini di poesia: “Abbiamo degli stendini in cui appendiamo fogli di poesie, la regola è di prendere solo quella che si preferisce. Ovviamente, per scegliere prima si devono leggere tutte”, ci spiega Paloma. “Un giorno una signora quasi analfabeta impiegò un pomeriggio intero per leggere tutte le poesie appese - prosegue Paco - alla fine ne scelse una: M’illumino d’immenso. Sorrisi pensando che la scelta era stata fatta perché era la più corta. No, mi disse lei, è quella che mi è piaciuta di più”.
Il riscontro che ha ottenuto questa associazione è incredibile: "Si formano code lunghissime alla fine di ogni presentazione, per avere libri gratis. Spesso ci tocca dire che non ci sono libri per tutti. Ma le persone si mettono in fila comunque - spiega Paco - una volta  mi sono accorto che una signora aveva in mano due testi. Avevamo detto massimo uno a famiglia! Non potevo permetterlo. Cercai di farmene ridare uno. Mi morse un dito!".
Il potere della scrittura!

PS: Quei quarantatré sono gli studenti della Escuela Normal Rural “Raul Isidro Burgos” del municipio di Ayotzinapa, a Iguala nello stato del Guerrero, in Messico, che dal 26 settembre scorso sono desaparecidos. Sono i protagonisti dell’ultimo libro di Federico Mastrogiovanni, Ni vivos ni muertos, presentato proprio ieri sera. Ma sono anche tutte quelle persone sparite all’ombra di una strategia del terrore funzionale a troppi interessi. 30.000 negli ultimi nove anni.

 

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