OGM, sulla coesistenza il dibattito è serrato

L’Unione europea, facendo appello al principio di sussidiarietà, ha riconosciuto a ciascuno Stato membro la libertà di decidere in materia di coltivazioni transgeniche. Adesso in Italia il dibattito si fa serrato e si accendono i toni, soprattutto per quanto riguarda la coesistenza di colture.

OGM, sulla coesistenza il dibattito è serrato
In Italia, sebbene le decisioni sulle coltivazioni Ogm siano subordinate all’autorizzazione dei Ministri dell’Agricoltura, della Salute e dell’Ambiente, il dibattito sulla coesistenza coinvolge tanti e diversi attori, non solo tra gli addetti ai lavori. Il possibile cambio di Dna del cibo che portiamo in tavola e le conseguenze sul piano economico, sociale e culturale (siano esse intese in accezione positiva o negativa) hanno infatti da sempre interessato un vasto pubblico e smosso una pluralità di voci. Nell’ultimo periodo il dibattito è diventato molto serrato. In particolare, i toni si sono fatti più accesi da quando la Commissione tecnica per i prodotti geneticamente modificati si è espressa con parere negativo alla richiesta dell’imprenditore friulano Silvano Dalla Libera, vicepresidente di Futuragra, di seminare mais ogm (il mais Mon810) nel proprio campo. Il confronto tra favorevoli e contrari agli Ogm è stato descritto come il solito scontro tra ideologisti, convinti oppositori a tutto ciò che non è naturale, e propagandisti dell’innovazione pura e semplice. Una descrizione forse non sempre rappresentativa della profondità degli argomenti trattati e che troppo spesso ha consigliato di restringere il confronto fra gli addetti lasciando fuori i cittadini o altri opinion leader. Un tema così complesso, invece, non solo meriterebbe di essere approfondito e reso trasparente a tutti, ma dovrebbe coinvolgere in primis i cittadini consumatori che, fra le altre cose, più volte hanno espresso la loro disaffezione agli Ogm. Ad oggi si sono già susseguite diverse richieste di coltivazione di mais Ogm, molte provenienti da società sementiere. Tuttavia, risulta difficile che la Commissione si possa esprimere prima dell’approvazione delle linee guida sulla coesistenza che, poi, comunque dovranno essere recepite dalle singole Regioni con proprie leggi. Intanto, sino a questo momento, sono 11 le Regioni italiane che hanno aderito all’European network Ogm-free, che vede a capo dell’organizzazione la Toscana, regione che da sempre si è detta contraria alla coltivazione in campo aperto di Ogm e alla stessa coesistenza. In caso di approvazione delle linee guida sulla coesistenza, allo Stato-Regioni spetterà anche il compito di definire le eventuali distanze di sicurezza per evitare contaminazioni e l’entità del risarcimento in caso di inquinamento tra colture ogm, convenzionali e biologiche (ricordiamo che l’Italia è uno dei principali Paesi produttori di biologico e il primo in Europa per numero di prodotti tipici certificati). A questo riguardo abbiamo sentito il parere di Andrea Ferrante, Presidente dell’Associazione Italia per l’Agricoltura Biologica, al quale abbiamo domandato quanto, a suo avviso, sarebbero efficaci queste misure per tutelare pienamente un produttore e le produzioni. "Sappiamo – ci risponde Ferrante – che la contaminazione tramite polline è difficilmente controllabile. Il polline è in grado di viaggiare per chilometri e chilometri. Inoltre, considerata la natura geomorfica dei terreni agricoli italiani mediamente non di grandi estensioni e molto vicini tra di loro, è evidente che la coesistenza in Italia non è possibile. L'introduzione degli Ogm in campo agricolo è una sciagura sotto tanti punti di vista. Innanzitutto esistono diverse ricerche internazionali che lasciano supporre possibili danni alla salute dell'uomo. Poi c'è un fattore di libertà di scelta per i contadini: piantare Ogm in campo aperto significa condannare alla contaminazione irreversibile i campi limitrofi, anche quelli per cui il proprietario ha scelto la via dell'Ogm-free. Per non parlare, poi, dell'aspetto economico. Laddove sono stati introdotti, come in India, la brevettabilità delle sementi Ogm, con una scadenza precisa, questa ha reso i contadini schiavi dei prodotti delle multinazionali, costringendoli ad indebitarsi fino al collo”. Ferrante ci ha inoltre spiegato perché considera l’agricoltura biologica più efficace nell’affrontare la crisi economica, ambientale e sociale. "L'agricoltura biologica ha dalla sua un'arma imbattibile: la sostenibilità. Ambientale, perché non utilizzando prodotti chimici dà un contributo decisivo alla salubrità dell'ambiente e soprattutto non avvia il processo di inaridimento del terreno tipico dell'agricoltura convenzionale. Economica perché non dipendendo dal petrolio ed essendo soprattutto un'agricoltura di medie e piccole dimensioni resiste meglio alle oscillazioni di prezzo internazionali. Senza contare che garantisce margini di guadagno più umani ai produttori, soprattutto quando è improntata alla filiera corta. E sociale perché gli aspetti sia economici che ambientali contribuiscono a rendere l'agricoltura biologica un punto cardine di un sistema di relazioni sociali improntato al rispetto dell'ambiente circostante e della dignità del prossimo".

Commenti

Ottimo articolo, l'attualità dell'argomento e delle restrizioni imposte in genere nell'ambito della salute e delle libere scelte da percorre è di giorno in giorno sempre più pressante! Volevo anche permettermi di segnalarvi un'analoga situazione che nello stesso frangente produrrà catastrofici risvolti, http://www.stampalibera.com/?p=16350 grazie per la vostra serietà professionale. silvano
silvano, 28-09-2010 06:28
L'articolo mi sembra molto sbilanciato: ascoltare solo Ferrante è come ascoltare la sola Chiesa Cattolica per decidere della liceità delle unioni omosessuali. Oste com'è il suo vino? Ad esempio, si citano "studi internazionali" senza citarne uno specifico, mentre la FAO, trattando del cotone Bt, ha sottolineato come questo in Cina e in India ha aumentato le rese e diminuito drasticamente l'uso di pesticidi. Ecco qualche link per approfondire http://www.fao.org/docrep/006/Y5160E/Y5160E00.htm http://siteresources.worldbank.org/INTWDR2008/Resources/WDR_00_book.pdf http://ipts.jrc.ec.europa.eu/publications/pub.cfm?id=1458 http://www.ifpri.org/sites/default/files/publications/pv10.pdf
Stefano Ventura, 30-09-2010 12:30
Condivido il commento di Stefano V. e aggiungo che se c'è una cosa che Futuragra ha dimostrato è la possibile coesistenza dei tue tipi mais senza contaminazione: http://www.adnkronos.com/IGN/Sostenibilita/World_in_Progress/Ogm-Fidenato-campi-mais-non-contaminati-dimostrano-coesistenza-possibile_836745012.html
David, 01-10-2010 11:01
Chiaramente il mio parere è diverso. Credo infatti che quando si parla di Coesistenza non si possa non parlare di agricoltura convenzionale, di qualità e di prodotti biologici certificati. Non mi limiterei come voi dite su una così grande e importante questione, quale appunto la Coesistenza, a focalizzare l'attenzione solo su ogm. Ma reputo necessario affrontare in maniera complessa la questione a partire da cosa implicherebbe la coesistenza tra colture diverse,prodotte con tecniche e metodi agronomici diversi, ma su uno stesso territorio, il nostro, quello italiano. Parlo di Biologico, rivolgendo un'intervista al presidente e rappresentante dell'associazione nazionale del biologico italiano non a caso ma perchè l'Italia è leader a livello europeo nella produzione di Biologio (espressa in SAU), il settore poi continua a far registrare una crescita nel numero dei produttori mentre continuano a salire anche gli acquisti biologici nei GAS, e gli investimenti nei Progetti di Green Public Prucurement da parte delle amministrazioni su questo settore. È in questo quadro, che si snocciola il tema della Coesistenza e della sua inefficacia. A darne riprova è la decisione, di ieri e non del passato, della Conferenza Stato Regioni che ha stabilito all'unanimità il rigetto delle Linee Guida Sulla Coesistenza, da me citate più volte nell'articolo. Non può essere garantita, infatti, la Coesistenza e il rispetto del ben noto e affermato principio di precauzione dell'Ue. A margine, un'ultima notizia. Citate Fidenato...per chi non lo sa o non ne abbia sentito parlare è il presidente dell'Associazione Federati che lo scorso aprile aveva utilizzato sementi ogm nei campi di Fanna (Pordenone) quando sappiamo che in Italia non si possono coltivare. Pochi giorni fa con decreto penale di condanna e con sentenza del Gip di Pordenone è stato condannato a pagare una multa di 25 mila euro, più la confisca e la distruzione dei prodotti del campo dove era stato seminato mais ogm (il Mon810 di Monsanto). Sono notizie che dovrebbero portarci a parlare e sostenere l'idea di un modello agricolo sostenibile e libero da ogm, dove i nostri piccoli produttori locali che si difendono a denti stretti dalla crisi economica possano investire nell'agricoltura di qualità. Un caro saluto a tutti. A presto Daniela
Daniela, 01-10-2010 02:01
Molto strano quello che scrivi, Daniela. A me non risulta che in Italia sia proibito coltivare OGM ... Infatti il Consiglio di Stato (VI sezione del Consiglio di Stato n. 183 del 19 gennaio 2010 2013 Pres. Barbagallo, Est. De Nictolis) ha dato il via libera, dando torto al Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, alla coltivazione del mais OGM già autorizzato dalla UE. Ecco il link http://www.giustizia-amministrativa.it/DocumentiGA/Consiglio%20di%20Stato/Sezione%206/2008/200808239/Provvedimenti/201000183_11.XML puoi pubblicare il riferimento alla condanna alla multa da 25.000 a Fanna? grazie
Stefano Ventura, 01-10-2010 05:01
(ANSA) - PORDENONE, 28 SET - Venticinquemila euro di multa, confisca e distruzione dei prodotti del campo di Fanna (Pordenone) dove e' stato seminato mais Ogm: lo ha stabilito il Gip del Tribunale di Pordenone, Piera Binotto, attraverso un decreto penale di condanna nei confronti di Giorgio Fidenato, presidente dell'associazione 'Agricoltori Federati', che lo scorso aprile aveva utilizzo sementi transgeniche. La decisione del Gip e' stata anticipata oggi dal Messaggero Veneto, che cita fonti della Procura. (ANSA). YT8-DF (AGI) - Roma, 28 set. - "...Dai risultati delle analisi rese note dal Ministero delle politiche Agricole emerge la presenza nei terreni confinanti di 15 campioni contaminati da Ogm su 30. Una enormita' considerando che - ha sostenuto Marini - la contaminazione e' avvenuta da un solo campo ed in solo anno.Sanare al piu' presto le illegalita' deve essere - ha concluso Marini - un obiettivo condiviso da quanti hanno a cuore il rispetto delle regole". (AGI) . "Le Regioni dicono no alla coesistenza di colture convenzionali e Ogm" http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2 010-09-30/regioni-dicono-coesistenza-colture-194715.shtml?uuid=AYEg7LVC
daniela, 03-10-2010 09:03
che tristezza! Speriamo perdano in appello e finalmente in Italia si possano coltivare OGM. Spero che la Sentenza del Consiglio di Stato stabilisca la completa legalità delel coltivazioni OGM. Il veto è solo politico e basato sul nulla scientifico.
Stefano Ventura, 04-10-2010 01:04

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