Referendum trivelle: niente quorum nel Far West degli imbonitori di Stato

Niente quorum al referendum per mettere una scadenza alle concessioni per le trivellazioni entro le 12 miglia marina. Al voto è andato meno di un elettore su tre. Ma ciò che sconcerta forse di più è stata la sequela di propagande astenioniste di Stato, di anomalie ai seggi denunciate dal Comitato per il sì, di sbruffoni istituzionali senza pudore. Ma forse sconcertano di più gli italiani...

Referendum trivelle: niente quorum nel Far West degli imbonitori di Stato

Meno di un elettore su tre ha trovato il tempo e la voglia per recarsi alle urne. Il referendum sulle trivelle è così invalidato e a nulla varranno i sì. Non sono bastati gli scandali che hanno portato alle dimissioni i "petrolieri" di governo, gli incidenti che anche in queste settimane hanno sversato in mare petrolio da guasti a tubature e impianti, gli appelli delle Regioni che, sfidando il Pd (e ai quali già è arrivato il velato annuncio della prossima resa dei conti), hanno continuato a sostenere la necessità di abrogare una norma che permette le trivellazioni in mare sine die ed elimina la scadenza per le autorizzazioni. Ma il re è sempre più nudo, perduti anche gli ultimi ipocriti pudori. Renzi ha avuto l'ardire di affermare che «hanno vinto i lavoratori delle piattaforme».

Dalla segreteria del Pd dimostrazione della sbruffoneggiante mancanza di stile e di vergogna. Ha infatti scatenato feroci polemiche nel Pd e sui social l'hashtag #ciaone lanciato in un tweet da Ernesto Carbone, membro della segreteria del partito per salutare ironicamente l'allontanamento del raggiungimento del quorum sul referendum trivelle. Carbone in serata, sempre via Twitter ha chiarito: "Era per chi ha promosso un referendum inutile, non per chi è andato a votare". Ma nelle sette ore che hanno separato i due "cinguettii" la polemica è divampata furiosa, sui social e nel mondo politico.

Intanto si sono susseguite per tutta la giornata segnalazioni di anomalie da parte del Comitato per il sì.

A ‪#Roma‬ alcuni cittadini hanno denunciato di aver trovato sbarrato il seggio dove erano soliti votare, come nel caso di Via della Magliana 296, senza aver avuto preventiva informazione dell'accorpamento del seggio da parte del Municipio di competenza. Anche il seggio 1762 di Via Stampini a Valle Aurelia è stato eliminato e decine di votanti non sono stati avvisati, quindi sono stati costretti a recarsi in plessi molto distanti e persone anziane hanno rinunciato a votare. In alcuni seggi sono stati conteggiati tra i votanti anche minorenni che non hanno diritto al voto. Grazie a scrutatori attenti è stato possibile riconteggiare correttamente i votanti ai fini del quorum. Nello specifico nei seggi 1411, 1413, 1414 dopo la rilevazione degli scrutatori il Presidente di seggio ha inviato segnalazioni al messo del Comune. Anche nel seggio 2530 un cittadino ha rilevato la stessa anomalia. Il Comitato VOTA SI' ha chiesto al Comune di Roma e ai Municipi di dare pubblico avviso di eventuali disservizi o accorpamento di seggi, per garantire ai cittadini l'accesso al voto.

Nei seggi di Prati 1719, 1720, 1721 l'urna è stata consegnata dopo le ore 8 a più di un'ora dall'apertura dei seggi. La stessa cosa è accaduta presso la Scuola Cairoli per i seggi 1765, 1766, 1767. A studenti rappresentati di lista è stato vietato di votare perché le deleghe non sono state trasmesse dal Comune di Roma.
Centinaia poi i cittadini in coda davanti ai Municipi e agli uffici elettorali per chiedere le tessere elettorali. E' accaduto in particolare a ‪#‎Foggia‬ e a ‪#‎Napoli‬ dove i cittadini non hanno ricevuto il duplicato della tessera elettorale nonostante fosse stata richiesta da settimane.
A ‪#‎Ostia‬ circa 150 persone non figuravano nelle liste dei seggi a cui erano soliti votare e si trovano in questo momento in fila davanti al Municipio per avere informazioni.

Il Comitato VOTA SI' ha ringraziato comunque con una nota «i milioni di italiani che sono andati a votare sul Referendum sulle trivelle promosso da 9 Regioni italiane e che hanno espresso la loro opinione sulle politiche energetiche del Paese».

«Va ricordato che il Governo ha fatto marcia indietro rispetto allo Sblocca Italia intervenendo nella scorsa Legge di Stabilità per recepire gli altri cinque quesiti del Referendum - hanno spiegato dal Comitato - Questa è stata una grande vittoria di tutti i comitati e delle associazioni che hanno realizzato questo importante risultato. Nonostante la campagna di informazione sul Referendum sia stata ostacolata in tutti i modi, nonostante i continui appelli all'astensione da parte del Premier Matteo Renzi, questa campagna referendaria ha acceso un riflettore sulle lobby del petrolio in Italia e sulle scelte energetiche del Paese, e da qui non si potrà più tornare indietro. Il Referendum è una vittoria delle migliaia di cittadini che si sono mobilitati nel corso della campagna con centinaia di iniziative in tutta Italia, con la convinzione che il governo debba abbandonare le fonti fossili e investire da subito in una nuova politica energetica fatta di energie rinnovabili e di efficienza energetica. Grazie a questo Referendum finalmente si è imposto nel dibattito pubblico il tema energetico e gli italiani hanno potuto far sentire la loro voce. Il prossimo appuntamento in cui si parlerà di energia e di cambiamenti climatici è il 22 aprile, quando a New York anche il nostro governo sarà chiamato insieme a Paesi di tutto il mondo a ratificare gli impegni della Conferenza del Clima di Parigi per mantenere l'aumento della temperatura globale al di sotto di 1,5°C azzerando le emissioni da carbone, petrolio e gas entro la metà del secolo. Parigi sigla comunque la fine dell'era dei combustibili fossili per raggiungere l'obiettivo del 100 per cento di rinnovabili entro il 2050. Questo Referendum è il passo più importante fatto da tutti i cittadini italiani in questa direzione e noi con loro continueremo».

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Commenti

E' scandaloso che vengano forniti i dati parziali di affluenza per un referendum. E' come scoraggiare la partecipazione invitando al pensiero: "se alle 12 ha votato l'8% è inutile che io vada". Per un referendum l'astensione è come il voto, quindi è come dare i voti in anticipo. Paese veramente alla frutta.
Gianluca Farina, 19-04-2016 12:19

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