L'Argentina nazionalizza la Repsol, un duro colpo ai mercati

La presidente argentina Cristina Fernandez de Kirchner ha annunciato la nazionalizzazione della filiale della Repsol, che rappresenta un terzo del fatturato della multinazionale spagnola. Dietro alla decisione si cela sicuramente la volontà di sfruttare il petrolio per incentivare la crescita. Il fatto che sia proprio lo Stato a prendere in mano le redini aprirà spazio al cambiamento?

L'Argentina nazionalizza la Repsol, un duro colpo ai mercati
Proprio nel giorno in cui Jorge Rafael Videla, il generale argentino che salì al potere con un colpo di stato nel 1976, ammette le stragi della dittatura militare in una lunga intervista, l'attuale presidente argentina, Cristina Fernandez de Kirchner ha annunciato la nazionalizzazione della filiale argentina della spagnola Repsol, che gestisce il petrolio del paese. Videla, attualmente in carcere, ha confessato le circa ottomila vittime del regime, fra cui anche bambini, che non potendo essere fucilate alla luce del sole per via delle proteste mondiali, venivano rapite ed uccise in segreto, diventando desaparecidos. I corpi venivano fatti sparire, gettandoli in mare, o sotterrati in posti segreti, o ancora bruciati in un forno o con le gomme delle automobili. Con la sua confessione il generale fa emergere il lato più violento della controrivoluzione che colpì molti stati dell'America Latina negli anni Settanta, guidata dagli Stati Uniti e fondata, oltre che sulla violenza, su una imprescindibile visione neoliberista del mondo e dell'economia, che portò gli stati sudamericani a disfarsi progressivamente di tutti i propri possedimenti a favore di privati. Dunque ha una forte valenza simbolica che la confessione del generale arrivi lo stesso giorno in cui invece la attuale presidente argentina segna l'ennesimo passaggio verso un'economia del tutto diversa, in cui lo stato si prende cura in prima persona delle proprie risorse e del benessere dei propri cittadini. Poco dopo il discorso televisivo con cui la Kirchner annunciava l'esproprio, alcuni funzionari del governo argentino, guidati dal ministro per la pianificazione Julio de Vido,hanno fatto irruzione nei locali della società petrolifera Repsol, preso possesso della sede ed espulso tutti i dirigenti spagnoli presenti. La succursale argentina è una delle più produttive in assoluto, e con i suoi 472mila barili giornalieri rappresenta da sola un terzo del fatturato della Repsol. Adesso il controllo passerà allo Stato, che la possiede per il 51 per cento, mentre il restante 49 verrà suddiviso fra i vari governatori delle regioni argentine produttrici di greggio. Nel difendere la propria decisione la Kirchner ha affermato che "il petrolio è un interesse pubblico strategico e prioritario" e dunque non può essere affidato a mani straniere. La presidente ha poi attaccato la Repsol, rea di non aver rispettato gli accordi e di non aver effettuato gli investimenti necessari sulle infrastrutture. Dietro alla decisione, secondo fonti vicine al governo riportate da alcuni quotidiani argentini, sottosterebbero, oltre al generale ritorno verso una economia più pianificata, altri due fattori. Da un lato il peso specifico sempre maggiore occupato nella formazione governativa dal gruppo “La Campora”, ispirato alla sinistra anticapitalista degli anni Settanta. Dall'altro il maggior fabbisogno di energia per sostenere la crescita economica dell'Argentina, e la scoperta – ancora da confermare – di nuovi giacimenti petroliferi per 22 miliardi di barili nell'area andina di Vaca Muerta. Ora, è evidente che alla decisione argentina di riappropriarsi delle risorse petrolifere e al sempre maggior fabbisogno di energia sottende lo stesso, perverso, meccanismo di crescita infinita e di sfruttamento delle risorse esauribili del pianeta – per di più inquinanti – che troviamo ormai in tutte le società cosiddette sviluppate. Ma che sia lo Stato – e uno Stato molto rappresentativo della propria cittadinanza come quello argentino - a prendere in mano la situazione, apre almeno qualche spiraglio di speranza per il prossimo futuro. Infatti, quanto più si farà strada fra i cittadini l'esigenza di un cambiamento ancora più radicale di quello in atto, tanto più lo Stato sarà tenuto a muoversi nella nuova direzione. Laddove invece sono i mercati a comandare i giochi, non c'è nessuno disposto a tutelare la volontà popolare: i referendum sull'acqua nostrani ne sono l'esempio più lampante. A rimetterci, dal punto di vista economico, nella faccenda argentina sarà sicuramente la Spagna, che ha ricevuto la notizia dell'esproprio della propria azienda in un momento critico, con il differenziale fra i titoli iberici e i Bund tedeschi che sfiora i 460 punti. E tremano anche le aziende italiane, Tenaris e Telecom su tutte. La prima ha una partecipazione importante all'interno di Telecom Argentina, per la seconda il paese rappresenta il 18 per cento della capacità installata. Ma tant'è. È il prezzo da pagare per la differenza che corre fra una nazione libera ed una schiava. L'America Latina si sta riprendendo, pezzo dopo pezzo, quello che fu costretta a cedere anni fa. Noi, l'Europa, siamo la nuova America Latina, schiavi dei mercati e dei poteri forti della finanza. Con la differenza che mentre laggiù, negli anni Settanta, dovettero imporre le riforme con la forza, instaurando sanguinarie dittature, qua lo stanno facendo col nostro tacito consenso.

Commenti

La Kirchkner sta portando avanti da anni una politica monetaria dissennata. Sta stampando moneta come se piovesse e ha portato il paese di nuovo sull'orlo del baratro, con un iperinflazione reale sopra il 20%. Mi sembra intorno al 25%. Ma ha minacciato i giornalisti pesantemente così la cosa non viene pubblicata sui giornali... E tenete presente che le risorse dell'Argentina la collocano come uno dei paesi potenzialmente più ricchi del mondo. E' una deficiente e questa sua mossa sa di quel populismo facile, alla sudamericana, per calmare il popolo bue. DI fatto riuscirà solo a guadagnare poco tempo prima del prossimo tracollo. Non per niente è stretta amica di Chavez, altro populista alla sudamericana che ha distrutto l'economia del Venezuela. Si dovrebbe guardare un poco oltre alle facciate propagandistiche per vedere se un governo fa il bene del paese o lo sta distruggendo...
niki, 17-04-2012 03:17
Grande Argentina si è ripresa la liberta... invece noi in Italia stiamo svendendo le nostre aziende: Galbani ai Francesi GANCIA ai Russi la leader Ferretti Yachts ai cinesi De Tomaso Automobili ai Cinesi Lamborghini e presto la Ducati al gruppo tedesco Volkswagen Molte case di moda tra cui Bulgari, Gucci ,Valentino e tante altre. Coccinelle venduto ai Coreani molti marchi di olio di oliva sono diventati Spagnoli tra cui la bertolli, la Minerva Oli (proprietaria del marchio Sasso), la Carapelli e l'olio Dante Santa Rosa Confetture Riso flora. Gelati Algida A decine i marchi che la società Nestle ha comprato in Italia. Dalla Buitoni alla Motta, dai Baci Perugina all'Antica Gelateria del Corso. Le più famose etichette di acqua minerale italiana, per esempio, fanno tutte parte del colosso svizzero. Fastweb ai Svizzeri ex Omnitel agli Inglesi di Vodafone Wind ora egiziana. e si potrebbe continuare per ore... e questo sarebbe Made in Italy
Dantes, 17-04-2012 04:17
Niki informati più approfonditamente, Argentina e Venezuela non stanno facendo del populismo come hai dichiarato tu, ma stanno facendo una politica economica (a deficit) per il popolo(tipo mmt theory) , il riappropiarsi di risorse strategiche dopo essere state costrette a "regalarle" ad avvoltoi stranieri è una atto sociale, non un sopruso. Consiglio a tutti di leggere "Shock economy" di naomi Klein
Fabio, 17-04-2012 07:17
l'argentina per fortuna sta portando avanti una politica monetaria di un paesa con moneta sovrana... Al contrario nostro noi non l'abbiamo più con l'euro e vedremo se sara prima la Kirchkner o il nostro caro Super Monti ha portare il paese al tracollo. la kirchkner con questa mossa ha resso l'Argentina autonoma del suo petrolio... noi invece abbiamo svenduto la Edison ai Francesi...e ben presto tocchera ad Eni Secondo te chi fa il bene del proprio paese chi lo potregge o chi lo svende per qualche illuminata visione di come vorrebbero il mondo...
Dantes, 17-04-2012 09:17
Se volete chiamateli populisti e antidemocratici.Ma la kirchkner ha capito chi è il vero nemico. http://www.megachip.info/tematiche/beni-comuni/8086-argentina-quello-che-alla-spagna-non-piace-ricordare.html
Dantes, 17-04-2012 10:17
Quoto Dantes.
giuseppe, 18-04-2012 08:18
Monti è un mostro, una specie di longa manus delle grandi banche. E sta distruggendo l'Italia. Ma, ragazzi, rendetevi conto che stampare denaro come sta facendo l'Argentina E' INFLAZIONE. La conseguenza è l'aumento dei prezzi... in Argentina del 25% su base annua... ed è una tassa indiretta che porta la ricchezza a ritornare nelle mani di pochi. E' sempre successo così. Perché credete che BCE e FED stiano stampando come pazzi? Per togliere ai molti e dare ai pochi. E lo stesso fa l'Argentina. E, francamente, che un governo minaccia i giornalisti perché non pubblichino notizie, come sta succedendo in Argentina, non mi sembra una garanzia di democrazia! Uscite da queste attitudini veterocomuniste e cominciate a guaradare con gli occhi aperti. Qui ci stanno fregando tutti! Noi, gli argentini, gli americani... tutti!
niki, 18-04-2012 04:18
adesso ti sei spiegato meglio... Ma ti ricordo che la storia del debito e della inflazione è tutta una loro invenzione per tenere sotto controllo un paese... e non credere alla storiella del inflazione e del Debito che è pura fantaeconomia per spararsi dritto ai c******. la poltica di Monti(messo a governare da una piccola elite malata che pensa a raggiungere i loro scopi all' infuori di ogni principio... cmq Monti sta distrugendo il nazionalismo del nostro paese per far posto ad una Futura europa unita. La kirchkner sta difendendo il suo popolo e forse i suoi interessi da questi manigoldi... Resta il fatto che tutti e due i sistemi pensano ai loro interessi e quindi in questo mondo L'economia è una cosa troppo seria per lasciarla fare agli economisti.
Dantes, 18-04-2012 08:18
HAYAYAYAYA NIKI NIKI CREDO TI SBAGLI E DI GROSSO LA KIRCHNER è UNA STATISTA DI PRIMO ORDINE...E CON CAPACITA FUORI DAL NORMALE...UNA CONOSCENZA DELLA POLITICA MONDIALE SENZA EGUALI....E SOPRA OGNI COSA UNA DONNA CON DELLE P*LLE GROSSE COSI....HA SFIDATO TUTTI ED HA SEMPRE AVUTO RAGIONE COME DIMOSTRA L'ANDAMENTO DEL SUO PAESE DA ORMAI 10 ANNI....E LO DICO COME INVESTITORE IN ARGENTINA....L'INFLAZIONE NON è GENERATA DALLO STAMPARE MONETA COME DICI TE(L'ARGENTINA NON LO FA)....QUELLO è UNO STEREOTIPO DETTATO DAGLI ECONOMISTI NEOLIBERALI...BENSI L'INFLAZIONE ARGENTINA è GENERATA DALLA GRANDE CRESCITA DEL MERCATO INTERNO...CHE HA PORTATO MILIONI DI PERSONE DALLA POVERTA AL CONSUMO DI MASSA...E DAL FATTO CHE LA CAPACITA E LA PRODUZIONE INDUSTRIALE INTERNA DEL PAESE è ANCORA ARRETRATA DATO CHE IL NEOLIBERALISMO HA DISTRUTTO PER 30 ANNI TUTTI I PILASTRI DELLA SUA ECONOMIA....
GIOVANNI, 19-04-2012 01:19
quelloche sta succedendo in Argentina è quello iniziato da Fidel Castro e poi da Chavez. Staccarsi dal fondo monetario internazionale e dalla banca mondiale questaè la ricetta per la vita della gente e non la ricerca del merato. Se in Europa vogliamo superare la crisi dobbiam anche noi staccrci dagli oranismi monetari internazionali eliminare il Pil e introdurre la qualità della vita .
benedetto morello, 23-04-2012 08:23

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