Le assurdità dei mercati finanziari: Bin Laden e le aspettative

Il 2 maggio la notizia della morte di Osama Bin Laden ha avuto subito un impatto sui mercati asiatici, il Nikkei ha chiuso in rialzo, il dollaro è rimbalzato. Nonostante ciò a fine giornata si è appreso che l'effetto sulle principali Borse Mondiali era già svanito e che Wall Street aveva chiuso in calo. Il mercato finanziario, con tutte le sue assurdità, anche in questo caso si è dimostrato per quello che è: un sistema altamente astratto e convenzionale che non mantiene alcun ancoraggio all'economia reale.

Le assurdità dei mercati finanziari: Bin Laden e le aspettative
Come si svolgono in pratica, queste decisive rivalutazioni quotidiane, se non addirittura orarie, degli investimenti finanziari esistenti? In pratica ci si è tacitamente accordati, di norma, a rifarsi a ciò che è, in verità, una convenzione. L’essenza di tale convenzione - sebbene naturalmente, essa non si dispieghi così facilmente - risiede nell’assunzione che lo stato presente degli affari continuerà indefinitamente tranne quando si abbiano ragioni specifiche per aspettarsi un cambiamento. Ciò non significa che davvero si creda che lo stato presente degli affari possa continuare indefinitamente. J.M.Keynes, General Theory (p. 148) Il 2 maggio la notizia della morte di Osama Bin Laden ha avuto subito un impatto sui mercati asiatici, il Nikkei ha chiuso in rialzo, il dollaro è rimbalzato. Nonostante ciò a fine giornata si apprende che l'effetto della morte di Bin Laden sulle principali Borse Mondiali è svanito e che Wall Street ha chiuso in calo. Sul Sole24Ore del 4 maggio ci si chiede come mai l'effetto della morte di Osama Bin Laden sui mercati si sia limitato a solo un momentaneo rally delle Borse e del dollaro nel giorno dell'annuncio e niente più. Se la morte di Bin Laden è stata in grado di movimentare i mercati finanziari, è grazie all’impatto che essa ha avuto sulle aspettative degli operatori finanziari. E tuttavia, dopo aver constatato che l’effetto della morte del leader di Al Qaeda sui mercati si è già concluso, resta da chiedersi com’è che si svolgono questi rialzi e ribassi degli indici di borsa attraverso il ruolo giocato dalle aspettative. Il ruolo delle aspettative Il termine 'aspettative' in economia indica le attese dei soggetti economici a fronte di un evento o di un comportamento che può influire sulle loro decisioni. La decisione di acquistare un titolo azionario, per esempio, dipende non solo dall’andamento passato del titolo (il valore è aumentato o diminuito) ma anche dalle attese (aspettative) circa un complesso insieme di variabili che possono influenzarne il corso. L’attesa di profitti più alti del passato o l’attesa di vendite generalizzate possono spingere gli operatori ad acquistare o vendere il titolo in questione, così come l’attesa che abbia luogo una certa scelta di politica a seguito di un certo avvenimento, può indurre gli operatori a fare scelte che altrimenti non avrebbero preso in considerazione. Precisamente è questo terzo caso che ha portato alla crescita degli indici di borsa il 2 maggio, nella speranza di una modifica del budget militare europeo e statunitense. E tuttavia queste aspettative che hanno luogo sui mercati finanziari di che natura sono? Le aspettative sui mercati finanziari sembrano avvicinarsi sino a confondersi con un tipo particolare di fiducia, poichè, quando positive, permettono il funzionamento dei mercati (o meglio la loro liquidità) e quando negative concorrono invece al suo non funzionamento (e una crisi accade proprio in seguito a un ribasso delle aspettative di tutti gli operatori finanziari). Le aspettative sarebbero quindi le portavoci di quella fiducia, o sfiducia, che si ripone nel funzionamento (e in questi tempi sarebbe meglio dire nella ripresa) dei mercati finanziari. Ma fiducia in cosa precisamente? La risposta sembrerebbe essere: fiducia nello stesso funzionamento del mercato, come se una volta trovato l’espediente in grado di rimetterlo in moto, questo possa aggiustarsi da solo e la fiducia così, avendo trovato conferma, possa a sua volta crescere grazie a un circuito autoreferenziale e in perpetuo potenziamento. Fiducia e funzionamento dei mercati finanziari andrebbero quindi a braccetto. Tuttavia la parola aspettativa, originariamente, da questo tipo particolare di fede che non ha tempo nè spazio, ma solo una durata, se ne distanzia. Aspettativa deriva da aspettare dal latino aspectàre frequentativo e intensivo di aspìcere che vuol dire vedere, e significa guardare con attenzione verso un punto, stare rivolto verso qualche parte. In tedesco la parola che sta per aspettare è warten, che vale sia guardare che per attendere. L’aspettare indica quindi un’attesa prolungata nel tempo, avente un oggetto preciso a cui riferirsi, il quale dovrà arrivare nel futuro, e l’aspettativa, a sua volta, indica l’azione stessa dell’aspettare. Tuttavia nei mercati finanziari sembra che a importare non sia l’avvento di quel futuro auspicato e ben definito, bensì, come detto, il procrastinarsi della fiducia nel funzionamento degli stessi mercati. Le aspettative che portano a un rialzo degli indici azionari, donando rigenerata fiducia agli operatori finanziari, sembra che riducano a zero il tempo di quell’attesa che rende possibile ogni aspettativa. Infatti non c’è già più nulla da attendere, o perlomeno poco importa nel momento in cui sono le stesse aspettative a ristabilire la fiducia nella possibilità che si possa continuare ad anticipare il futuro scontando le attese. La conseguenza è che in tal modo si palesa la possibilità e il rischio - paradossale - di non ricordare più, in seguito, cosa precisamente si stesse aspettando poiché senza attesa non c’è più nulla che si sappia debba avvenire e, viceversa, senza un fine che abbia un luogo dove accadere non c’ è nessuna attesa che possa essere. Fonti: Fine della finanza, L. Fantacci, M. 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