“Salvarsi dalle banche” al salone del libro di Torino

«Tre leasing, quattro mutui, dodici rapporti tra conti correnti, anticipi fatture e ricevute bancarie: non ne ho trovato uno che non avesse qualche inghippo. Quindi bisogna liberarsi da questa schiavitù, altrimenti per l’azienda non esiste salvezza». È partito da qui, dalla sua storia personale, l’imprenditore ternano Giuseppe Alunni che il 15 maggio presenta il suo libro al salone del libro di Torino: “Salvarsi dalle banche”.

“Salvarsi dalle banche” al salone del libro di Torino

Giuseppe Alunni approda con il suo libro “Salvarsi dalle banche” al salone del libro di Torino: il suo intervento si terrà al padiglione 2 il 15 maggio alle ore 12, al padiglione Umbria. Presenterà Alberto Pileri , che ha scritto la prefazione del libro .

«Si parlerà di usura bancaria, dell'anatocismo e delle nuove sentenze contro le banche, anche in vista dell’uscita di una edizione aggiornata del volume, dato che la materia è in continua evoluzione» spiega Giuseppe Alunni.

Intanto il libro sta riscuotendo un grande interesse. «La mia maggiore soddisfazione è rappresentata dagli attestati di stima da parte di maestranze bancarie, spesso sottoposte esse stesse a pressioni perché facciano, a loro volta, pressioni sui clienti perché rientrino del denaro prestato. Mi chiedono di andare avanti anche per loro, per contrastare questo sistema finanziario che non serve più nemmeno a chi ci lavora».

Ma cos’è l’anatocismo bancario?

Per anatocismo si intende la prassi bancaria di aggiungere anche gli interessi ad una somma per la quale il cliente è a debito, per poi ricalcolare i nuovi interessi sul capitale + gli interessi precedenti, aumentando di fatto l’ammontare del debito che il cliente ha con la banca.

Leggi qui la storia di Giuseppe Alunni

Leggi l’inizio del primo capitolo del libro:

Interessi passivi: una voce importante, da decenni una parte onerosa nei miei bilanci ed in quelli della mia famiglia. Collegati ad un terrore atavico, ad una figura tra l’ammiccante e l’implacabile, sempre pronto a non farti adoperare i tuoi soldi. (...)

Il direttore ti offre credito, ti allarga il fido e poi un giorno ti presenta il nuovo direttore. (...)

Saluti, stretta di mano, il nuovo è quello che si dice una pasta di uomo. Poi un mattino una telefonata: “Signor Alunni, come sta?”. “Bene direttore, mi dica...”. “Potrebbe passare a prendere un caffè?”. “Volentieri, arrivo”.

E l’ansia già ti ha preso. (...)

“Vede, il fido è un po’ alto, troppo utilizzato, i crediti rientrano poco velocemente e poi quell’affidamento in valuta estera... forse l’abbiamo aiutata troppo...”.

Ascolta l’intervista a Giuseppe Alunni andata in onda su TeleTerni

 

 

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