Bambini e permacultura: la via del cambiamento

Prende piede CIP, Children in Permaculture, progetto internazionale che nasce dalla collaborazione di diverse associazioni in Europa. Il progetto si rivolge alle scuole e alle famiglie con l'obiettivo di recuperare, mantenere e valorizzare il naturale approccio dei bambini alla conoscenza e al rispetto dell'ambiente in cui vivono.

Bambini e permacultura: la via del cambiamento

Se la permacultura è basata su una serie di etiche che sono la cura della terra, delle persone e dell'ambiente in cui viviamo, affinché si recuperi sostenibilità e benessere in una relazione nuova col nostro pianeta, allora ci è immediatamente chiaro quanto sia necessario e urgente educare ed educarci a una visione che, purtroppo, non ci è più naturale. Non ci è naturale perché spesso l'educazione va in una direzione diversa o non prende in considerazione aspetti fondamentali della nostra vita, come la relazione strettissima col nostro pianeta e l'impatto delle nostre scelte su di esso. Chi ha fatto, nel tempo, e da adulto, percorsi di educazione a una nuova consapevolezza e sensibilità, sa quanto sia impegnativo e complesso allontanarsi dagli schemi mentali con cui siamo cresciuti e ci siamo formati a cominciare dai primissimi anni di vita. In sostanza, non ci è più naturale ciò che, invece, dovrebbe assolutamente esserlo. Riadattarci, nonostante la volontà e la convinzione, non è sempre facile.

D'altra parte, “Una società che culturalmente riesca a non distruggere l'ambiente in cui vive e si sviluppa, è una società che avrà buone possibilità di continuare a permanere su questo pianeta. L'uomo infatti sta distruggendo il suo ambiente ed è, quindi, sempre più urgente una nuova consapevolezza”. Queste parole di Ignazio Schettini ci portano al cuore del problema: una visione futura a lungo termine non è immaginabile senza un intervento educativo immediato a cui ciascuno di noi è chiamato a partecipare. In questa ottica si capisce l'importanza di un progetto come il CIP, Children in Permaculture che si rivolge proprio alle scuole e alle famiglie con l'obiettivo di recuperare, mantenere e valorizzare il naturale approccio dei bambini alla conoscenza e al rispetto dell'ambiente in cui vivono. E' possibile, infatti, intervenire con strumenti, tecniche e materiali specifici messi a punto proprio per questo obiettivo, direttamente nelle scuole. Se si considera che ogni bambino, oltre ad essere egli stesso un vero e proprio agente di cambiamento, ha un potenziale moltiplicatore enorme all'interno della sua famiglia, dei suoi amici e delle persone che incontrerà nella sua vita anche da grande, si capisce quanto progetti come il CIP siano indispensabili e urgenti. I bambini educati fin da piccoli a un approccio permaculturale alla vita saranno adulti più coscienti, più sani e attenti sia alla terra che alle persone.

Valentina Cifarelli, 36 anni, co-fondatrice dell'associazione Paradiso Ritrovato, sposata con Roberto Cardinale, anche lui membro attivo dell'associazione e impegnato nel progetto CIP, ci parla della sua esperienza sul campo come responsabile di Children in Permaculture.

Che cos'è il progetto Children in Permaculture?

Il nostro è un progetto internazionale che nasce dalla collaborazione di diverse associazioni in Europa. Si tratta di associazioni che si occupano di educazione ambientale e alla sostenibilità per bambini e adolescenti. Ci sono però moltissime realtà che non fanno ancora parte del nostro network che hanno già esperienza in questo campo e hanno sviluppato materiale ed esercizi in questa direzione. L'obiettivo è, infatti, sviluppare materiale e risorse didattiche utili agli insegnanti, agli educatori, ai genitori e a tutti coloro che sono interessati all'educazione alla sostenibilità. Il progetto si rivolge alle scuole. Al momento siamo operativi a Forlì e a Novara.

Chi siete?

Noi siamo un'associazione che si chiama Il Paradiso Ritrovato che è partner italiano di questo progetto internazionale. I partner sono associazioni dall'Inghilterra, dalla Slovenia, dalla Repubblica Ceca e dalla Romania. E' un progetto che è partito a settembre dell'anno scorso e durerà per altri due anni.

Come reagiscono gli insegnanti alle vostre proposte?

In alcuni casi c'è estrema motivazione e sensibilità nonostante le difficoltà di conciliare i programmi con le attività extracurricolari. In altri casi è un po' più complicato. La nostra strategia è trovare un alleato all'interno alla scuola, un insegnante interessato e motivato che faccia da tramite tra noi e il dirigente scolastico e che spieghi l'impatto e l'importanza di attività come le nostre. Fino ad ora la collaborazione è stata positiva in termini di risultati. A volte ha un costo elevato per chi lo propone perché è necessaria molta motivazione ed energia che non sempre è disponibile.

Come reagiscono i bambini?

I bambini sono contentissimi. Abbiamo notato che molti ragazzi che vengono considerati problematici o che hanno disturbi dell'attenzione o iperattività, recuperando il semplice contatto con la natura e l'aria aperta si calmano o si concentrano con molta più facilità. L'impatto è, quindi, estremamente positivo ed è la conferma che un maggiore contatto con la natura è fondamentale e spesso risolutivo di molte problematiche. I bambini sono attentissimi, hanno una capacità di osservazione altissima e iniziano a fare connessioni aperte e nuove. Ci offrono continuamente nuovi spunti di riflessione. Noi diamo gli input ma in realtà lo scambio è profondo e alla pari.

Come sei entrata a contatto col mondo della permacultura?

E' nato dalla mia necessità di scoprire la natura e di avere con essa un rapporto più intimo. Volevo integrare la natura nella mia vita di tutti i giorni. Farlo non solo per me ma anche per gli altri ha soddisfatto pienamente questa mia necessità. Attraverso lo scambio sono cresciuta e ho imparato molto.

Il tuo lavoro è questo? Se sì, quali sono le entrate?

Sì, il mio lavoro è questo e ci sosteniamo con i progetti europei che ci hanno dato un finanziamento. Lavoro in questo ambito da oltre dieci anni con organizzazioni pubbliche e ho sviluppato le mie competenze. Ora le ho messe al servizio di ciò in cui credo con disciplina e metodo. Attraverso questi finanziamenti intendiamo soprattutto finanziare la ricerca e lo sviluppo di strumenti educativi innovativi e di qualità soprattutto nell'ambito dell'educazione non formale. Quello a cui miriamo è offrire a bambini e a giovani adulti occasioni e percorsi di apprendimento nuovi e dinamici. Grazie a questa esperienza abbiamo modo di proporci al mercato con corsi e strumenti educativi già consolidati.

Quali sono le attività che sviluppate?

La progettazione di orti se abbiamo a disposizione degli spazi esterni ma anche attività in natura attraverso le uscite in gruppo e con le famiglie. Andiamo nel bosco, facciamo il fuoco, raccogliamo la legna, riconosciamo le piante selvatiche. Poi ci sono le attività all'interno attraverso gli incontri: gli elementi, come comportarsi col terreno, con l'aria e con l'acqua. Parliamo del ciclo dell'acqua e come usarla nel nostro quotidiano per non sprecarla. Come occuparsi dei propri rifiuti e averne consapevolezza. Diamo delle idee. Come riciclare i rifiuti, ad esempio e farne degli orti o altri oggetti.

Perché insegnare la permacultura ai bambini? Qual è l'obiettivo?

Riconosciamo che il cambiamento passa attraverso l'educazione delle prossime generazioni e che quando siamo adulti non è facile smettere di fare qualcosa, disimparare e cambiare le nostre abitudini. Ecco perché abbiamo bisogno di cambiare l'educazione che i bambini ricevono. Il nostro progetto mira a fornire reti, risorse e ispirazione per sostenere una formazione in permacultura dei bambini. Chi volesse saperne di più può visitare il sito www.childreninpermaculture.com

Non è molto pesante per un bambino piccolo venire a contatto con la reale situazione che stiamo vivendo?

Infatti. E' esattamente così ed è proprio per questo che facciamo molta attenzione a concentrarci su quello che tutti possiamo fare e sulle soluzioni. E' necessario fare molta attenzione e poniamo le questioni sempre in modo molto soft proprio per non schiacciarli. Spesso i problemi sono pesantissimi anche per gli adulti che sono in difficoltà a gestire questi problemi che ci sembrano più grandi di noi. Per questo ci concentriamo su quello che possiamo fare noi nel nostro piccolo: come usare l'acqua, come differenziare i rifiuti, come non sprecare. Invece di sentirsi spaventati i bambini si sentono coinvolti e in grado di poter contribuire attivamente alla gestione e alla protezione dell'ambiente in cui vivono.

La permacultura è anche relazioni. Come lavorate sulle relazioni?

C'è una parte che riguarda proprio la gestione delle relazioni. Abbiamo molti livelli. Ci sono attività il cui obiettivo è sviluppare il contatto con se stessi: lavorare l'orto e farlo in modo meditativo e silenzioso, per esempio, li aiuta nell'osservazione e nell'attenzione. Inoltre gli fa conoscere un ritmo diverso da quello cui sono abituati e cui siamo abituati tutti. La cura delle relazioni con gli altri è insita in alcune attività che prevedono un'educazione all'attenzione e all'ascolto, alla disponibilità, all'attesa e all'empatia.

Esistono progetti di permacultura anche per ragazzi adolescenti?

Tutti i progetti esistenti al momento sono pensati per gli adulti. Tutte le pratiche che si apprendono durante il corso di progettazione in permacultura, ad esempio, non sono pensate per i bambini. C'è un vero e proprio vuoto in questo senso. Questo progetto si rivolge ai ragazzi di scuola primaria e secondaria di primo grado. Dai 3 ai 6 anni e poi dai 6 ai 12. Dopo le scuole medie abbiamo degli altri progetti per ragazzi più grandi. Non è facile coinvolgere e interessare i ragazzi di questa fascia di età ma cerchiamo di utilizzare le dinamiche tra pari. Una volta che si è entrati in relazione con loro tutto il resto è molto facile. E' tutto molto naturale solo che sono pratiche che i ragazzi spesso non conoscono o sono fuori dalle loro abitudini. Cerchiamo di trattarli in modo da farli sentire importanti, attivi e responsabilizzati. Questo normalmente ha effetti estremamente positivi.

Che adulti saranno i bambini educati alla vita con un approccio permaculturale?

David Sobel dice: “Se vogliamo che i bambini rifioriscano e diventino gli uomini e le donne del futuro, dobbiamo permettere loro di amare la terra prima di chiedere loro di salvarla.” Uno dei principi della permacultura è “lavorare con la natura”. Quindi dobbiamo prima imparare come funziona la natura in modo che possiamo lavorare con lei. Children in Permaculture ha creato un programma per i bambini sulla permacultura. Stiamo creando case studies, sessioni di formazione, attività e altre risorse per sostenere gli educatori (compresi i genitori) in modo da condividere la permacultura con i bambini.

 

 

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Commenti

Con parole molto misurate. Progetti aderenti, calibrati. Da sottoscrivere in tutto e per tutto. É palese una grande esperienza (coi giovani). Da loro bisogna cominciare. Brava!
carlo carlucci, 17-10-2016 03:17

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