Tutto precario, il teatro che ci riguarda

Dal 14 al 16 gennaio al Teatro Due di Roma è andato in scena Tutto Precario, scritto e diretto da Noemi Serrracini ed interpretato da Giada Fradeani. Protagonista di questo spettacolo ironico e malinconico è l'anti-eroina di una storia come tante: Sara, vittima di un precariato lavorativo ed esistenziale rispetto al quale tutti siamo chiamati in causa.

Tutto precario, il teatro che ci riguarda
In scena al Teatro Due a Roma, per la rassegna Sguardi Svelati torna lo spettacolo Tutto Precario, scritto e diretto da Noemi Serrracini ed interpretato da Giada Fradeani. Dall’11 gennaio al 27 febbraio il teatro ospita infatti una lunga carrellata di proposte, ciascuna in scena per tre giorni, in cui ben quattordici compagnie scompongono e interpretano tematiche sociali, storiche, letterarie, politiche, tutte da un punto di vista al femminile. Proprio lo sguardo di una donna, vittima del precariato (lavorativo ed esistenziale… ça va sans dire), è protagonista dello spettacolo di turno. Tutto precario è nato da un racconto parzialmente autobiografico ed è stato rappresentato per la prima volta nel 2006, anno in cui ha vinto il premio DonnaMostraDonna, seguito poi dal Premio Sezione Teatro MArteLive 2007. Laureata in Lettere e impiegata alla reception di una multinazionale, separata, con un figlio e il sogno nel cassetto di fare la scrittrice, Sara è l’anti-eroina di una storia come tante. Il suo monologo ci racconta la trafila dei colloqui di lavoro, delle agenzie interinali, degli stage non pagati, delle esperienze accumulate in un percorso di iper-formazione totalmente inutile. Ci racconta insomma di un mondo che ben conosciamo, dove flessibilità fa rima con assenza di diritti alla malattia e alle ferie, con contratti a progetto mai rinnovati, con uffici di risorse umane che di umano hanno sempre meno. Il racconto ironico e malinconico, dal finale tragico e liberatorio, si riassume bene nella frase sicuramente più intensa del testo, che immaginiamo pronunciata da un qualsiasi datore di lavoro: “Forse se sei davvero bravo a rinunciare… hai una marcia in più!”. È vero, è questo che ci si aspetta dalla giovane-bambocciona/fannullona-iperspecializzata generazione: che si adatti, che si accontenti, che rinunci (ai propri sogni, ad un livello di vita adeguato, ad una famiglia) senza troppo lamentarsi. Lo spettacolo ha il merito di portare in scena una tematica attuale come poche altre, essenziale e bruciante in quanto ne siamo tutti più o meno coinvolti a vari gradi. La metafora del precariato del lavoro che diventa precarietà dei sentimenti e dell’esistenza in generale è di sicuro una strada già battuta, in letteratura, al cinema e al teatro stesso. Affrontare l’argomento precariato non è facile, dato che noi tutti lo affrontiamo nella quotidianità, lo subiamo nella drammaticità delle condizioni lavorative, lo ascoltiamo infastiditi al telegiornale, lo combattiamo in piazza, lo raccontiamo con ironia e preoccupazione agli aperitivi con gli amici. Difficile è quindi non cadere nella banalità, non raccontare ciò che ormai – purtroppo – suona scontato. Il pubblico applaude. Lo spettacolo funziona perché ci riconosciamo. In ogni parola, in ogni episodio snocciolato nel monologo della Fradeani. È proprio l’incantesimo del teatro, che racconta ciò che siamo. Sarebbe bello se il testo crescesse con nuovi racconti di giovani precari, se si aggiornasse come un archivio che metta in scena le sfaccettature di una generazione costretta ad un appiattimento forzato. Parlarne non è mai abbastanza. Tutto precario Teatro Due Vicolo dei Due Macelli 37, Roma Dal 14 al 16 gennaio 2011 Ore 21.00 (domenica 16 ore 18.00) Ingresso: € 12, ridotto € 10 Info: 066788259; teatrodueroma@virgilio.it

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