Immigrati in Italia, le opinioni dei cittadini e i nuovi sbarchi

Continua l'ondata di sbarchi dalla Tunisia verso le coste siciliane e in particolare verso Lampedusa dove, a detta del ministro dell'Interno Roberto Maroni, non verrà riaperto il Centro per immigrati. Intanto, secondo l’ultima uscita del Transatlantic Trends Immigration cala la percentuale degli europei che considerano l'immigrazione un tema importante. Tuttavia, l'integrazione è ancora lontana da venire.

Immigrati in Italia, le opinioni dei cittadini e i nuovi sbarchi
“Non riapriremo il Centro per immigrati di Lampedusa”. Lo ha detto il ministro dell'Interno Roberto Maroni commentando la ripresa degli sbarchi dalla Tunisia, specificando che detti immigrati “saranno gestiti con il trasferimento verso altri Centri”. Quali centri? Solo il nome di Porto Empedocle (AG) è stato finora espresso. Calabria e Sicilia sono le due terre di approdo ultra collaudate al largo delle quali dalla sera dell’8 febbraio fino a stamani le motovedette della Guardia di Finanza hanno intercettato nuovi sbarchi, complici il bel tempo e i disordini in Tunisia, Egitto e un po’ in tutto il Maghreb. Mete siciliane Linosa e Pantelleria, ma soprattutto Lampedusa, sulle cui coste la mattina di mercoledì sono sopraggiunti alle 8:00 più di cento immigrati magrebini. Non si sa ancora l’esatta nazionalità, forse tunisini, come per gli altri cento circa sbarcati tra il giorno prima e la notte. In totale 221 fino a giorno 9. Arrivano un po’ alla spicciolata. Per primi tre tunisini intercettati dalla Guardia di finanza a mezzo miglio da Lampedusa nella tarda mattinata di martedì. Altri cinque, avvistati nelle acque antistanti Pantelleria, sono stati fatti sbarcare dalla Capitaneria di porto a Lampedusa. Poco prima della mezzanotte di martedì, altri 38 tunisini sono approdati e subito sono stati intercettati dalla Guardia di Finanza. Ancora 13 sono stati fermati a Lampedusa e poco dopo le 3 della notte 48 immigrati sono scesi al porto vecchio di Lampedusa. Sempre sull’isola, nella tarda serata di ieri sono sbarcati 78 extracomunitari, provenienti dal Maghreb, con ogni probabilità tunisini. Questa mattina, poco dopo le sette, sono stati notati a Cala Pisana, altri 77 immigrati clandestini che già erano sbarcati sull'isola, forse nella notte. In Calabria, una motovedetta della Guardia di Finanza il 9 mattina ha avvistato una barca a vela a Punta Alice (Cirò Marina) e l'ha fermata per un controllo. Si trattava di un’imbarcazione monoalbero, della lunghezza di circa 12 metri, con a bordo 52 immigrati in procinto di sbarcare sulle coste - 28 afghani, 3 iracheni, 8 pachistani e 4 cittadini originari del Bangladesh - nove dei quali sono minorenni. Gli agenti dell'ufficio immigrazione e della squadra mobile della questura di Crotone che sono intervenuti, hanno individuato tre scafisti, di nazionalità ucraina: avrebbero condotto il barcone dalla Grecia fino alle coste calabresi in un viaggio lungo due giorni. Gli stranieri sono stati portati in questura per l'identificazione. Su questo ultimo flusso migratorio, il ministro dell'Interno Roberto Maroni si è detto preoccupato soprattutto per la fuga dei criminali che sono evasi dalle carceri tunisine e che cercano rifugio in Europa, passando per l'Italia, o per il rischio di infiltrazioni terroristiche da parte di organizzazioni presenti all'interno dell'area legate ad Al Qaeda da inviare in Europa. Dall’inizio dell’anno, solo in Sicilia sono oltre 300 gli extracomunitari arrivati via mare, ma la maggior parte dei migranti raggiungono il nostro Paese via terra o dagli aeroporti. Varcano la frontiera con un permesso turistico e poi spariscono, al controllo della legge, e, sembra, anche alla percezione dell’opinione pubblica. Secondo l’ultima uscita del Transatlantic Trends Immigration (TTI), strumento prezioso in quanto sondaggio approfondito condotto con metodo e contenuti omogenei in otto importanti paesi occidentali d’immigrazione (Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna, Regno Unito; più Canada e Stati Uniti) e ripetuto nel tempo, la percentuale degli europei che considerano questo tema come importante, cala leggermente (dal 11% al 10%), crollando addirittura in Italia (10% nel 2010, a fronte del 18% di un anno prima), con l’esplodere di preoccupazioni più pressanti. Transatlantic Trends Immigration è un progetto congiunto del German Marshall Fund of the United States (GMF), della Lynde and Harry Bradley Foundation (USA), della Compagnia di San Paolo e del Barrow Cadbury Trust (UK), con la collaborazione della Fundación BBVA (Spagna), che si propone di esaminare le opinioni del pubblico nei confronti dell’immigrazione nei paesi summenzionati. Americani, canadesi ed europei risulta che sopravvalutino i numeri dell'immigrazione, esprimano giudizi contrastanti sull'integrazione, si preoccupino dell’effetto dell’immigrazione su lavoro e servizi sociali. Sempre secondo tale sondaggio pubblicato lo scorso 3 febbraio, la minor importanza attribuita al tema non si traspone negli italiani in indifferenza: il 35% dei nostri connazionali ammette di discutere spesso d’immigrazione in famiglia o con gli amici (contro la media del 19% dei paesi europei) mentre addirittura l’80% del campione italiano sostiene di seguire 'da vicino' o 'molto da vicino' le notizie sul tema (69% media Ue). Il clima della convivenza con gli immigrati - rivela il sondaggio - non è tuttavia diventato più favorevole. Gli orientamenti di opinione mostrano una certa continuità, ma su livelli elevati di preoccupazione, con strati ampi di netta ostilità. Coloro che in Europa considerano l’immigrazione “più un problema che un’opportunità” sono quasi la metà (49% in Ue, 45% in Italia), contro il 39% (31% in Italia) che è convinto del contrario. Tra i più scettici nei confronti dell’immigrazione, ci sono proprio gli italiani, che risultano però, in alcuni casi, meno preoccupati rispetto ad altre popolazioni. Uno di questi è quello secondo cui il 37% degli intervistati afferma che gli immigrati musulmani sono “bene o molto bene integrati” nella società nazionale, rispetto al 25% dei tedeschi e al 21% degli spagnoli. In sintesi, per gli italiani gli immigrati musulmani rappresentano una minaccia meno che altrove. Inoltre, a livello politico è maturata ormai da tempo la consapevolezza dell’esistenza di una significativa richiesta di mano d'opera immigrata. Negli ultimi anni il governo ha quindi rilasciato centinaia di migliaia di visti per motivi di lavoro e l’opinione pubblica pare consapevole di questa rilevante forza lavoro complementare per il paese. Nel click day dello scorso 3 febbraio, terzo e ultimo per l’invio di domande per l'assunzione e la messa in regola di 98.080 lavoratori immigrati ai sensi del 'decreto flussi' 2010, le istanze pervenute al sistema informativo del Dipartimento libertà civili e immigrazione – come reso noto dal Viminale – sono state complessivamente 392.310. Come dire, più di tre volte tanto.

Commenti

caro Maroni non ti hanno permesso di andare avanti quei mascalzono che vogliono, per interessi propri, portare immigrati scalcinati qui in Italia.
domenico, 22-08-2012 04:22

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