"Il Tav non è una priorità". Scienziati e associazioni firmano l’appello

"Occorre individuare le priorità e la Torino-Lione non è una priorità, né per le merci, né per i passeggeri. Investendo in un’opera inutile, come vogliono le lobby del cemento, si sottraggono preziose risorse ad altri settori ancora più strategici per il Paese". All'indomani della ripresa del confronto sul Tav in Val di Susa, Legambiente si fa promotrice di un appello che dà voce al mondo scientifico e dell’associazionismo.

La ripresa del confronto sull’alta velocità in Val Susa annunciata il 12 marzo scorso, è un grande passo avanti. Dopo le tensioni dei giorni scorsi, Legambiente si fa quindi promotrice di un appello che dà voce al mondo scientifico e dell’associazionismo, affinché insieme si possa realmente contribuire a far riaprire la partita. Pubblicato sul sito dell’associazione dove è anche possibile aderire, l’appello già firmato da autorevoli scienziati e rappresentati delle associazioni ambientaliste, chiede l’apertura di un tavolo di confronto reale per superare i conflitti e gli scontri insensati. “In un periodo di crisi economica scegliere di intervenire sulle opere realmente prioritarie è quanto mai fondamentale – si legge nell’appello -. E il progetto della linea alta velocità/capacità Torino-Lione è stata pensata più di 20 anni fa. In questi anni è cambiato il mondo, sono entrati in campo nuovi giganti economici, che, ridando un nuovo ruolo al Mediterraneo, hanno spostato l’asse principale dei traffici di merci da sud a nord, riducendo di molto quelli da ovest ad est. Mentre per il trasporto passeggeri è diventato, sulle medie distanze, sempre più competitivo il trasporto aereo. Tutto ciò non ha nulla a che vedere con una contrapposizione ideologica o di principio. Non siamo contro la modernizzazione del paese. Siamo per investire nelle opere e nelle infrastrutture che davvero servono. Occorre individuare le priorità e la Torino-Lione non è una priorità, né per le merci, né per i passeggeri. Investendo in un’opera inutile, come vogliono le lobby del cemento, si sottraggono preziose risorse ad altri settori ancora più strategici per il Paese: la sicurezza sismica ed idrogeologica, il trasporto pendolare e urbano, la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare e gli investimenti sulle energie rinnovabili, il sostegno al lavoro giovanile e alla diminuzione del carico fiscale, la ricerca e l’innovazione tecnologica, la piccola e media impresa e la cultura. Il costo totale del tunnel transfrontaliero di base e delle tratte nazionali, che non vengono nominate nell’attuale dibattito, è previsto intorno ai 20 miliardi di euro (e una prevedibile lievitazione fino a 30 miliardi e forse anche di più, per l’inevitabile adeguamento dei prezzi già avvenuto negli altri tratti di Alta Velocità realizzati), costo che penalizzerebbe l’economia italiana con un contributo al debito pubblico dello stesso ordine della manovra economica che il Governo Monti ha messo in atto per fronteggiare la grave crisi economica e finanziaria che il Paese attraversa. Occorre una sede scientifica, priva di preclusioni ideologiche (da una parte e dall’altra) che valuti l’opera nelle mutate condizioni economiche e geopolitiche e dentro una scala di priorità nell’interesse del Paese. Siamo disponibili a contribuire ad una vera Analisi Costi Benefici dell'opera, in tutte le sue parti, che sviluppi un confronto comparativo tra le varie ipotesi e ne approfondisca le ricadute economiche e sociali, nonché quelle ambientali in termini di riduzione delle emissioni climalteranti e dell'inquinamento locale. Per tutto ciò chiediamo che il Governo ascolti le autorevoli voci del mondo scientifico che esprimono una visione diversa sulle priorità e sulla strategicità dell’opera, andando al di là del lavoro dell’Osservatorio Virano, perché oggi si apre una questione diversa che non era nelle competenze di quell’organismo”. “La contrapposizione e il conflitto possono essere superati solo da una politica intelligente, lungimirante e coraggiosa. – conclude l’appello -. Per questo rivolgiamo un invito pressante alla politica e alle autorità di governo ad avere responsabilità e coraggio. Si applichi a questa grande opera lo stesso coraggio e prudenza dimostrati con il Ponte sullo Stretto, un progetto inutile e a rischio finanziario, esattamente come questo. Oggi è possibile uscire con dignità da un progetto inutile, costoso e non privo di importanti conseguenze ambientali, anche per evitare di iniziare a realizzare un’opera che potrebbe essere completata solo assorbendo ingenti risorse da altri settori prioritari per la vita del Paese”. Primi firmatari: Angelo Tartaglia (Politecnico Torino), Marco Vitale (Università degli Studi di Parma), Luca Mercalli (climatologo), Salvatore Settis (archeologo e storico dell’arte), Alfredo Drufuca (ingegnere Pianificazione trasporti), Eliot Laniado (Politecnico Milano), Helmuth Moroder (city manager di Bolzano), Luca Giunti (tecnico naturalista), Dario Ballotta (Osservatorio nazionale liberalizzazione nei trasporti), Marcello Buiatti (Università Firenze – associazione Ambiente e Lavoro), Gianni Mattioli (Università La Sapienza, Roma), Ezio Manzini (Politecnico Milano), Giuliano Cannata (Università di Siena), Roberto Giangreco (biologo marino), Antonio Lumicisi (esperto statistica ), Longino Contoli (biologo CNR), Roberto Rizzo (giornalista scientifico), Giulio Conte (Istituto Ambiente Italia), Andrea Ferrante (Firab), Duccio Bianchi (istituto Ambiente Italia), Mario Zambrini (Università di Ferrara), Stefano Donati (geologo), Alessandra Conversi (ISMAR – CNR), Massimo Scalia (Università di Roma, La Sapienza), Tito Viola (Biblioteca di Ortona, Chieti) Vittorio Cogliati Dezza (Legambiente), Paolo Beni (Arci), Dominik Siegrist (Cipra Internazionale), Mauro Furlani (Pro Natura), Roberto Burdese (Slow Food Italia), Stefano Leoni ( Wwf), Gianluca Felicetti (LAV), Antonio Longo (Movimento Difesa del Cittadino), Licio Palazzini (Arci Servizio Civile), Pasquale D’Andrea (Presidente Nazionale Arciragazzi), Giulio Marcon (Sbilanciamoci), Francesco Pastorelli (CIPRA Italia), Marcello Cozzi, Gabriella Stramaccioni, Don Tonio Dell'Olio (ufficio di presidenza di Libera)

Commenti

Siamo d'accordo che bisogna individuare le priorità.Ma intanto che noi individuiamo le opere i soldi che fine fanno? Dice un saggio siculo. Mentri lu medicu studia l'ammalato se ne và . E restiamo con un pugno di mosche nelle mani. Per sta benedetta legambiente tormento ed estasi degli imprenditori e della popolazione, nulla è prioritario .Il ponte sullo stretto di Messina non è priorità ,l'alta velocità non è priorità. Vogliamo bloccare tutto? e ritorniamo al tempo in cui si viaggiava sulla groppa degli asini? A me risulta dalle analisi degli esperti che se non si investe, se non si fa innovazione si blocca il sistema modernizzazione e restiamo fanalino di coda nella crescita e nello sviluppo e ci assale il complesso di inferiorità rispetto alle economie avanzate. Certo a me sta a cuore il rispetto per l'ambiente e la salvaguardia degli interessi generali. Questi sono principi e obiettivi prioritari,Però legambiente e i no TAV non vengano ad insinuare che un buco fatto nella montagna provochi danni e sconvolgimenti ambientali o idrogeologici. Non ci credo ,Si fanno le metropolitane si svuota il sottosuolo delle metropoli e il mondo va avanti.Siamo orgogliosi che i movimenti delle persone e delle merci avvengono rapidamente e poi si lotta perchè le strutture e le opere non si debbono fare, Siamo al paradosso. Cerchiamo di essere equilibrati conciliando le divergenze e le varie posizioni. Non sono per la cementificazione o per creare condizioni di dissesto tutt'altro. Viva Iddio .Chiediamo che si facciano le cose con gli occhi aperti col supporto delle analisi scientifiche mettendoci al sicuro per oggi e domani a garanzia di tutti. E quagliamo!!!
don turiddu, 14-03-2012 05:14

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