I media, soprattutto quelli cosiddetti mainstream, vivono di sensazionalismo, quindi di conseguenza riportano costantemente terrore, morte, catastrofi, morbosità, sesso, moda, gossip e un po’ di sport, questi sono gli ingredienti della finta informazione che ci bombarda quotidianamente. Vedere un qualsiasi telegiornale oggi equivale a un bollettino di guerra, genera angoscia e ansia. Informare non è di certo l’obiettivo, bisogna spaventare, emozionare, sollecitare reazioni, mai riflessioni, anzi la riflessione, che potrebbe portare anche ad avere idee e opinioni, è l’anti audience per eccellenza del sistema mediatico.
Qualsiasi notizia possa suscitare reazioni, quindi la vendita di più copie di giornali, riviste o l’aumento dell’audience, che significa aumento degli inserzionisti di pubblicità, va presa e gettata in pasto alla gente, ovviamente ingigantendola, colorandola, usando termini altisonanti, distorcendola, inventando di sana pianta (tanto chi vuoi che vada a controllare), condendo il tutto con tanto allarmismo.
La recente notizia della famiglia in Abruzzo nel Vastese che vive in un bosco e in maniera semplice (forse proprio per quello), a cui viene paventato l’affidamento dei figli ai servizi sociali, ha scatenato orde di avvoltoi che hanno trovato il ghiotto boccone. La cosa però si è rivelata un boomerang perché si è ingigantito un problema inesistente facendo “pubblicità” gratuita alla filosofia di vita che c’è alla base delle scelte della famiglia in questione. Criminalizzando questa famiglia si voleva puntare il dito contro chiunque si permetta di uscire fuori dal gregge e invece si è mostrato che proprio una famiglia che sceglie di vivere in maniera semplice e sobria vicino alla natura, dando tutto il necessario e anche di più ai figli, se non altro perché la natura è il più grande regalo che i genitori possano fare ai figli, è una reale alternativa a una vita fatta di inquinamento, cibi chimici e spazzatura, elettrosmog, malattie, contesti artificiali, stress, alienazione, solitudine, pericolo costante di investimenti stradali nelle città. Infatti molti commenti di mezzi informativi più obiettivi, quindi non mainstream, si chiedevano esattamente questo: fra la vita stressata, strapiena di pericoli e inquinamento che vivono i figli “normali”, e quella libera, semplice e sana che vive quella famiglia, qual è davvero lo scandalo o il crimine? Che poi i giudici, o chi per loro, troveranno qualcosa da contestare a quella famiglia, questo non cambia di una virgola la riflessione e cioè che è percorribile l’alternativa di chi vuole vivere il più possibile libero da una società malsana. Tra l’altro loro sono solo la punta di un iceberg, infatti migliaia di persone fanno scelte simili, che siano single, coppie, famiglie e anche in rete si trovano innumerevoli video che certificano un trend che è in rapida e inarrestabile crescita. La motivazioni sono certamente facili da capire; di fronte a una vita che è tutto tranne che tale e che si dimostra una fotocopia fino alla morte, fatta appunto di stress, consumismo sfrenato, rincorsa ai soldi, competizione, insoddisfazione, disperazione, contesti artificiali, psicofarmaci, solitudine, è ovvio che tanti perseguano altre strade. Se si volesse incarcerare chiunque decida di scegliere una vita sana o affidarne i figli agli assistenti sociali, si dovrebbero costruire il triplo delle carceri esistenti per contenere tutti i “sovversivi”. Ve lo immaginate cosa succederebbe? Quindi ci spiace per la famiglia che suo malgrado è stata oggetto di tanto clamore, ma “ringraziamo” i media del sensazionalismo e morbosità per aver fatto tutta questa pubblicità e dato visibilità a un modo di vita che convince sempre più persone che avranno letto questa notizia, guardandola con occhi e mente ben diversi da quelli che voleva chi ha pensato di linciarli mediaticamente.
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Foto: Rino Adamo su Pexels





