L'appello di Survival: «Basta scuole di assimilazione per i popoli indigeni»

«Ancora oggi, circa due milioni di bambini indigeni di varie parti del mondo studiano nelle “Factory School”, scuole residenziali dove vengono indottrinati e conformati alla società dominante»: è la denuncia di Survival International, che dichiara: «Dobbiamo mettere fine a queste fabbriche dell’assimilazione».

L'appello di Survival: «Basta scuole di assimilazione per i popoli indigeni»

“A scuola, gli insegnanti ci definiscono sporchi. Ci chiamano porci e cani”: sono le parole che Survival International, ong che lavora da anni per la tutela dei diritti dei popoli indigeni, ha riportato e che dichiara essere state pronunciate dal piccolo Rahman, in Malesia. È con questa frase che esordisce la campagna per l'eliminazione delle cosiddette factory school di cui Survival è promotrice.

«Oggi, circa due milioni di bambini indigeni di varie parti del mondo studiano nelle “Factory School”, ovvero in scuole residenziali finalizzate all’assimilazione, dove viene loro strappata l’identità indigena. I bambini vengono indottrinati per essere conformati alla società dominante - spiegano dal Survival - Dobbiamo mettere fine a queste fabbriche dell’assimilazione. I popoli indigeni e tribali devono mantenere il controllo della loro educazione, che vogliono sia radicata nella loro terra, nella loro lingua e nella loro cultura; e deve renderli orgogliosi di loro stessi e dei loro popoli».

Survival ha promosso una petizione che si può firmare QUI.

«Le Factory School sono parte di una deliberata politica su vasta scala per cancellare le identità dei popoli indigeni e derubarli delle loro terre - prosegue Survival - Queste fabbriche per l’assimilazione distruggono intere vite e smembrano le famiglie perché i bambini vengono intenzionalmente alienati dalle loro comunità e la loro identità viene cancellata. Intrappolate tra due mondi a cui non appartengono, molte vittime del sistema delle Factory School soffrono di depressione, violenze, dipendenze e suicidio. Per le Factory School l’essere indigeni è qualcosa di “sbagliato”».
«Si vantano di fornire ai bambini indigeni i mezzi per avere “successo” nella società dominante, ma la storia dimostra che queste scuole generano traumi e devastano famiglie e comunità per molte generazioni - prosegue l'associazione - È inconcepibile che scuole di questo genere possano esistere ancora, ma attualmente se ne contano migliaia tra Africa, Asia e Sud America».

«Stimiamo che i bambini indigeni ‘educati’ nelle ‘fabbriche per l’assimilazione’ del mondo siano attualmente 2 milioni. Nelle scuole residenziali del solo stato indiano di Maharashtra, per esempio, tra il 2001 e il 2016 sono morti circa 1500 bambini indigeni, di cui 30 di suicidio. Le scuole per l’assimilazione insegnano ai bambini che le credenze e le conoscenze dei loro popoli sono “arretrate”, inferiori o sbagliate - prosegue Survival - A milioni di bambini indigeni è vietato parlare la propria lingua madre a scuola, o sono scoraggiati dal farlo. Ciò minaccia la sopravvivenza delle lingue indigene. La prima causa d’estinzione di una lingua è il mancato uso, da parte dei bambini, della lingua dei genitori. È un disastro, perché le lingue indigene sono fondamentali per capire il mondo in cui viviamo, chi siamo e di cosa possono essere capaci gli esseri umani».

E ancora: «Le scuole per l’assimilazione esistono per trasformare i bambini indigeni e tribali – che hanno lingue e culture proprie – in ubbidienti lavoratori del futuro. “Trasformiamo costi in contribuenti, passività in patrimonio attivo” vanta una delle più grandi Factory School del mondo. Spesso sono sponsorizzate dalle industrie estrattive e da grandi aziende. Queste compagnie aspirano a trarre profitto dalla terra, dal lavoro e dalle risorse indigene, e le Factory School costituiscono il modo più economico per assicurarsi questo utile nel lungo termine. In India e in Messico, le industrie estrattive sostengono scuole che insegnano ai bambini ad apprezzare le attività minerarie e a rifiutare il legame che esiste tra il loro popolo e la loro terra, in quanto “primitivo”».

Survival aggiunge: «Gli Stati usano il sistema scolastico come strumento per inculcare patriottismo e sedare movimenti indipendentisti. Un altro movente è la conversione religiosa. Questo disprezzo per le conoscenze e le culture indigene finisce per distruggere i popoli indigeni e le loro culture e conoscenze uniche. A casa, i bambini indigeni imparano tecniche e conoscenze complesse e sofisticate, che permettono loro di vivere bene nella loro terra e di farla prosperare per il futuro. Nonostante siano sopravvissuti per centinaia di generazioni, questi patrimoni potrebbe essere cancellati in una sola».

«L’educazione dei popoli indigeni e tribali deve essere gestita da loro stessi. Deve essere radicata nella terra, nella lingua e nella cultura del popolo stesso, e al contempo fornire ai bambini un’educazione solida e un profondo orgoglio in loro stessi e nel proprio popolo - prosegue Survival - Facciamola diventare realtà per tutti i bambini indigeni prima che sia troppo tardi».

QUI è possibile sottoscrivere la petizione di Survival

Nella foto: Scuola Indiana Carlisle, Stati Uniti 1884.

© Cumberland County Historical Society

 

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