La vita va così: storia di un gigante

E’ uscito al cinema "La vita va così", un film eccezionale che racconta finalmente una storia interessante che merita di essere vista. La storia è quella del pastore sardo Ovidio Marras che in passato abbiamo trattato anche dalle pagine di questo giornale.

La vita va così: storia di un gigante

E’ uscito al cinema "La vita va così", un film eccezionale che racconta finalmente una storia interessante che merita di essere vista. La storia è quella del pastore sardo Ovidio Marras che in passato abbiamo trattato anche dalle pagine di questo giornale. Ovidio ebbe il coraggio di non cedere mai di fronte ai potenti gruppi immobiliari che volevano acquisire la sua casa e il suo terreno per edificare resort di lusso sulla costa sarda. Rifiutò cifre stellari e poi fece addirittura causa agli speculatori vincendola, fermando i lavori di ulteriore cementificazione. Il film non racconta solo la sua storia ma anche le contraddizioni della gente del posto che cerca in tutti i modi di convincere Ovidio (nel film si chiama Efisio Mulas) a cedere in nome dell’occupazione e sostanzialmente dei soldi. Purtroppo una storia vista innumerevoli volte ovunque in Italia, dove, complici tutti (politici, sindacati, chiesa), si è svenduto il paese ai peggiori offerenti ottenendo scempio e devastazione in cambio di un lavoro che poteva benissimo essere ottenuto lo stesso ma in maniera ben diversa, senza rovinare i territori.

Ovidio, dall’alto della sua quarta elementare, risponde sempre a tono, in maniera intelligente e sana alle accuse di essere lui a fermare il progresso e il relativo benessere del paese. Infatti afferma che a chi viene a portare posti di lavoro nei resort di lusso o con altre aggressioni al territorio non interessa assolutamente nulla né del luogo, né dei residenti, vuole solo fare profitto distruggendo l’ambiente e sfruttando le persone. Profitto che poi, aggiungiamo noi, depositerà nei paradisi fiscali a migliaia di chilometri. Il paradosso è che i residenti sono completamente ciechi rispetto a quello che hanno di fronte ai loro occhi e aspettano sempre qualcosa o qualcuno che li tiri fuori da ciò che loro chiamano disagio, povertà o simili. Hanno un posto paradisiaco che potrebbe dar loro tutto, compreso il lavoro, senza dover svendere il territorio e le loro braccia ai cementificatori o agli speculatori di turno. Con il clima e la fertilità che ha la Sardegna, potrebbe essere facilmente indipendente dal punto di vista alimentare ed energetico, sviluppando fortemente l’autoproduzione. L’isola può avere abbondanza di ogni genere e cibo fantastico e quando ti autoproduci il cibo e l’energia, sei già un gran bel pezzo avanti, riducendo drasticamente i costi. Ben venga poi il turismo, ma non certo quello dei resort di lusso e del cemento, bensì quello di persone “normali” che desiderano conoscere, capire, imparare anche come realizzare un sistema di vita autenticamente sostenibile, come lo può essere quello di una Sardegna che punta alle sue eccezionali qualità e non si svende. L’Italia in genere e il sud in particolare sono di una ricchezza immensa ma ci hanno convinto che invece siamo “poveri”, sfigati e quindi terra di conquista di invasori vecchi e nuovi. E a questa balla ci abbiamo pure creduto, svendendo la nostra ricchezza a pifferai magici di ogni sorta.

Il gigante Ovidio Marras nella sua semplicità e saggezza ci ha mostrato che se si recuperano la dignità e l’intelligenza, possiamo evitare di farci sfruttare con il ricatto del lavoro o dei soldi, perché, parafrasando un altro gigante indiano di nome Gandhi, di lavoro, di ricchezza ce n’è per tutti nel paradiso italiano, ma non per l’avidità di pochi. La lezione di Marras è ancora più importante perché dice no di fronte a tutti i sì, di fronte a ogni avversità, di fronte a ogni tentativo di corromperlo, dice no anche all’unico vero dio rimasto, il denaro. Contrappone il buon senso alla stupidità e alla follia, ribadisce un no potentissimo che fa impallidire ogni miliardario che pensa di avere il mondo in mano e di poter disporre di chiunque. In tempi di totale omologazione, quando tutti dicono sì e affermano che non ci sono alternative, quando fanno tutti lo stesso e ci dobbiamo adeguare anche alle palesi assurdità, è proprio il caso di ribadire la propria dignità e dire un chiaro e inequivocabile no, perché non è tutto comprabile con i soldi e con il ricatto del lavoro. A maggior ragione se i soldi e il lavoro dignitosi si possono ottenere lo stesso senza devastare.

Molti sono i passi eccezionali nel film e uno è particolarmente significativo, proprio in un paese come l’Italia che svende tutto di se stessa, sopratutto le cose più belle. Di fronte alla meravigliosa spiaggia, Marras spiega alla figlia che la spiaggia è così bella perché è di tutti.

Andate a vedere questo importante film anche per le meravigliose immagini della Sardegna e prendete ispirazione dall’eroico Ovidio Marras.

 

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