Marco Bersani: «Virus, o la Borsa o la vita»

Marco Bersani è presidente di Attac Italia e sul quotidiano Il Manifesto interviene così sull'oggi: «Ci risiamo. Come se nessuno avesse annunciato la «seconda ondata», governo e Regioni assistono attonite alla propagazione del virus e riproducono il copione già visto: la colpevolizzazione dei cittadini e la negazione del diritto all’istruzione». Ecco stralci salienti del suo intervento.

Marco Bersani: «Virus, o la Borsa o la vita»

«Ci risiamo. Come se nessuno avesse annunciato la «seconda ondata», governo e Regioni assistono attonite alla propagazione del virus e riproducono il copione già visto: la colpevolizzazione dei cittadini e la negazione del diritto all’istruzione» scrive Marco Bersani su Il Manifesto.

«Nessuna parola di verità su cosa abbiano fatto Governo e Regioni, negli ultimi sei mesi, per rafforzare la sanità territoriale e per investire nel trasporto pubblico urbano e pendolare - prosegue Bersani - Nessuna verifica di come le imprese abbiano utilizzato i 67 miliardi (su 112 complessivamente messi in campo dai decreti del governo) in direzione di un lavoro dignitoso e da svolgere in sicurezza. Come nonni davanti al camino, si sono raccontate favole intorno alla trepidante attesa dell’arrivo di un bastimento carico di miliardi dall’Europa (Recovery Fund) o su un mostro cattivo, magicamente trasformato in principe, che non vediamo l’ora di incontrare (Mes), per poi riprodurre, di fronte ad una realtà della quale si è di nuovo perso il controllo, i meccanismi già precedentemente utilizzati: la colpevolizzazione dei cittadini e la scorciatoia della chiusura delle scuole».

Bersani stigmatizza poi con amarezza quanto sarebbe potuto esser fatto e non è stato fatto. Si legge ancora nel suo intervento: «Assumere medici e ispettori del lavoro, falcidiati da decenni di austerità, per controllare cosa avviene nelle industrie, nelle fabbrichette e nei campi in termini di salute e sicurezza? Non sia mai, non hai visto come scalpita ogni giorno il presidente di Confindustria? Investire miliardi nei trasporti pubblici per renderli sicuri e decenti non solo per l’emergenza, ma persino per la dignitosa quotidianità della vita delle persone? Giammai, se sui trasporti ci si contagia basta togliere gli studenti e tutto è risolto».

E ancora: «Investire in uno straordinario piano di cura collettiva – sanità, istruzione,conversione ecologica della produzione industriale e agricola, riassetto idrogeologico del territorio, ristrutturazione energetica degli edifici pubblici e privati, mobilità sostenibile – i 265 miliardi di risparmio postale dei cittadini affidato a Cassa Depositi e Prestiti? Non diciamo follie, quei soldi devono essere indirizzati alla ricapitalizzazione di grandi aziende indebitate e investiti in joint-venture sul turismo di lusso. Da qualsiasi punto si osservi, il conflitto è sempre quello, tra la Borsa e la vita, tra un’economia del profitto dove tutto è sacrificabile agli interessi di multinazionali e lobby finanziarie e una società della cura che costruisca su diritti, beni comuni, natura e relazioni un’alternativa che garantisca un futuro degno a tutte le persone».

Bersani annuncia poi l'assemblea nazionale online di un movimento nato di recente che raccoglie l'adesione di cittadini, comitati e associazioni, "La società della cura".

Sabato 24 ottobre, qui per maggiori informazioni

 

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