Ricolfi: vaccini perforati e immunità di gregge impossibile

Affermazioni di peso quelle di Luca Ricolfi, docente di Analisi dei dati dell'università di Torino e presidente della fondazione David Hume, che spiega: «I vaccini contro il Covid non garantiscono che il vaccinato non si infetti e non trasmetta l'infezione» e «nemmeno vaccinare il 100% della popolazione basta a spegnere l'epidemia». Bisogna fare altro. Come mai non si fa?

Ricolfi: vaccini perforati e immunità di gregge impossibile

Affermazioni di peso quelle di Luca Ricolfi, docente di Analisi dei dati dell'università di Torino e presidente della fondazione David Hume, pubblicate in una intervista apparsa su Italia Oggi.

«La vaccinazione di tutta la popolazione può essere utile per rallentare l'epidemia, ma da sola non può bastare» dice Ricolfi. E aggiunge: «Draghi si sta comportando come se stesse aspettando che la situazione precipiti al punto da consentirgli di imporre l'obbligo vaccinale senza colpo ferire»; «da questo punto di vista il non far nulla su scuole, trasporti, cure domiciliari è perfettamente razionale: se sei convinto che l'unica salvezza è il vaccino per tutti, e magari non ti hanno spiegato che non potrà bastare, puoi essere tentato di creare le condizioni in cui tutti si saranno convinti che non c'è altro da fare».

Poi Ricolfi fornisce un'altra spiegazione molto interessante: «La formula matematica per il calcolo dell'immunità di gregge (Vc=1-1/R0) si riferisce a un vaccino perfettamente sterilizzante, mentre i vaccini contro il Covid sono leaky, cioè non garantiscono che il vaccinato non si infetti e non trasmetta l'infezione. Se il vaccino è leaky, si applica un'altra formula, da cui si deduce facilmente che nemmeno vaccinare il 100% della popolazione basta a spegnere l'epidemia».

E propone questo ragionamento: «Se sai che vaccinare non basta, magari ti occupi di fare anche qualcos'altro».

E al giornalista che gli ha chiesto "Che cosa?" ha risposto: «Metti in sicurezza le scuole con la ventilazione meccanica controllata, lo sta facendo solo la Regione Marche, anche se con numeri piccoli. Aumenti la flotta e il numero di corse dei mezzi pubblici. Vari un protocollo di cure domiciliari decente, e riorganizzi la medicina territoriale. Fai più sequenziamenti. Controlli sul serio le frontiere. Devo continuare?».

E aggiunge: «Quasi nessuno denuncia con forza queste omissioni. Da quando è partita la campagna vaccinale, siamo in un clima di guerra. (...) Quasi tutta l'informazione main stream (grande stampa e telegiornali) considera la vaccinazione una sorta di dovere patriottico, e squalifica qualsiasi obiezione o dubbio come una sorta di diserzione. Un clima così non si è mai avuto in Italia, dopo la fine della seconda guerra mondiale».

QUI per leggere l'intervista integrale.

 

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