TAV e grandi opere: qual è il rapporto costi-benefici per le prossime generazioni?

Una parte dell'attuale governo ha deciso che è opportuno introdurre la valutazione del rapporto costo-beneficio per decidere sulla realizzazione delle grandi opere. E meno male, anche se si tratta solo di un piccolo passo...

TAV e grandi opere: qual è il rapporto costi-benefici per le prossime generazioni?

Per capire se le grandi opere, come la TAV in Val Susa, convengano o meno, una parte dell’attuale governo ha deciso di effettuare la valutazione del rapporto costi-benefici, cioè sostanzialmente di comprendere se effettivamente i soldi che si investono in una determinata opera possano avere un ritorno adeguato oppure no. Perlomeno è un piccolo passo avanti rispetto a prima, quando si faceva tutto senza farsi alcuna domanda o calcolo di sorta se non quello di chi si spartiva cosa, visto che le cosiddette grandi opere sono solo un mazzettificio mascherato con le parole crescita, progresso e simili barzellette assortite per fare intascare soldi ai soliti noti. 

Ma queste opere, in primis la TAV, sono così assurde, inutili, costose, devastanti che i benefici in termini economici sono praticamente impossibili, considerando gli enormi esborsi a fronte di guadagni irrisori o inesistenti a opera compiuta, anche perché i guadagni veri a cui puntano i progressisti non sono certo a opera ultimata ma nella creazione dell’opera stessa.

Per la crescita infatti non è importante realizzare qualcosa che abbia un senso finanche economico ma costruire, demolire, fare ponti, autostrade, cementificare tutto, fare buche. Che poi queste buche si riempiano di nuovo come si faceva durante il servizio militare o che sulle autostrade come la BreBeMi non passi nessuno, poco importa; l’importante è fare, non importa come e cosa. E chiunque si opponga a queste follie, oltre che essere tacciato come un potenziale terrorista, è ovviamente qualcuno contro il progresso e l’avanzamento delle umane genti verso lo scintillante futuro. 

Quindi la stessa TAV, dai difensori degli interessi di chi ci farà i soldi, è stata fatta diventare la lotta fra chi vuole che il paese vada avanti e chi invece che rimanga fermo. Ironia della sorte, proprio da un punto di vista ferroviario più di metà dell’Italia è immobile grazie al continuo buttare soldi in opere inutili come la TAV, appunto. Quindi più il paese investe in progetti simili e più si ferma davvero.

E’ bene quindi quantomeno capire se queste inutili mega opere convengano; ma il rapporto costi-benefici per le prossime generazioni in termini soprattutto ambientali chi lo calcola? Dovrebbe infatti essere introdotta obbligatoriamente una valutazione di impatto ambientale diversa da quella attuale (che anche quando viene fatta è allegramente aggirata, svilita, resa inefficace). Occorrerebbe capire quali e quante opportunità di vita stiamo togliendo a chi verrà dopo di noi. Bisognerebbe in effetti calcolare esattamente quanto inquinamento verrà prodotto, di che tipo, con quali conseguenze, quante risorse verranno distrutte e non più recuperabili, quali opere verranno costruite e quanto servirebbe per eliminarle qualora non servissero più, quale è il loro impatto su natura e territorio e cosa significa nelle specifico per almeno i prossimi cento anni. Che senso ha ad esempio realizzare una qualsiasi opera se poi si inquinano le falde acquifere irrimediabilmente o le si rende non più accessibili? Senza un'autostrada o una ferrovia viviamo tutti tranquillamente, senza acqua no.

Quindi se le suddette grandi opere non superano il vaglio del rapporto costi-benefici per le prossime generazioni, non si fanno, anche dovessero essere convenienti economicamente, perché mica è detto che qualcosa che conviene economicamente poi conviene anche a livello ambientale. Basti pensare all’esempio della plastica: è conveniente, versatile, eccezionale ma guarda caso sta soffocando terre e mari. Forse un grosso affare non lo è stato.   

E’ quindi doveroso per una società che vuole veramente avere un futuro, iniziare a dire che il rapporto costi-benefici da calcolare deve vertere su aspetti economici, ambientali e di vantaggio per le generazione a venire, e i secondi due aspetti devono essere dominanti sul primo. Quindi se un'opera non rispetta rigidi parametri ambientali e di rispetto delle prossime generazioni, non si fa. Con buona pace dei progressisti il cui mondo è una landa desolata e morta piena di rifiuti in cui non sfrecciano più nemmeno i loro sfavillanti treni perché non c’è rimasta più vita alcuna.

 

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