Presentata alla Camera la Campagna popolare per l'agricoltura contadina

La campagna popolare per l'agricoltura contadina è stata presentata ai Gruppi Parlamentari a partire dalle Linee guida per una legge quadro sulle agricolture contadine. L'obiettivo è quello di avviare un lavoro congiunto che porti all'approvazione di una legge di riferimento ed a norme collegate in materia.

Presentata alla Camera la Campagna popolare per l'agricoltura contadina
Giovedì scorso, presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati, è stata presentata - dalle 11,30 alle 13,30 - la Campagna popolare per l'agricoltura contadina. Il fine era presentare ai Gruppi Parlamentari le Linee guida per una legge quadro sulle agricolture contadine, per far sì che si avviasse un lavoro congiunto che portasse all'approvazione di una legge di riferimento ed a norme collegate in materia. “Il percorso di questa Campagna popolare per l'agricoltura contadina”, spiegano gli organizzatori ripercorrendo i vari passaggi, “nasce nel 2009 in forma di petizione con l'intento di lavorare per il riconoscimento istituzionale delle agricolture contadine. Sono state così iniziate azioni di sensibilizzazione verso i referenti istituzionali e sociali. Nel marzo 2010 era stato avviato un primo confronto con il Ministero per le Politiche Agricole, interrotto in seguito ai successivi cambiamenti e non ancora ripreso. Nel novembre 2010 questo nostro primo lavoro è stato presentato in Commissione agricoltura della Camera, dove sono state raccolte indicazioni in merito. Dal 2011 è stato sviluppato un lavoro su quei temi la cui applicazione normativa finale è di competenza regionale”. Centrale la sovranità alimentare dei popoli, il diritto alla produzione, il controllo e la gestione del proprio cibo da parte dei contadini e dei cittadini. Il tutto “ripreso in chiave contemporanea per identificare pratiche agronomiche e strutture economiche ancora oggi presenti e preziosa risorsa per il futuro. Riteniamo che i modelli contadini siano strutturalmente più adeguati per fermare il continuo spopolamento agricolo delle aree interne, riportandovi lavoro ed occupazione, riutilizzando le risorse territoriali e riducendo di conseguenza i costi ambientali (assetto idrogeologico, manutenzione dei suoli, tutela della biodiversità) e ricostruendo paesaggi sociali rurali. Nelle aree ad agricoltura intensiva, possono essere invece alternativa concreta di riconversione e di ricostruzione di agrobiodiversità”. La politica agricola italiana attuale, viene vista dai promotori unicamente con la funzione di “sostenere un modello agroindustriale di agricoltura specializzata e sempre più capitalizzata nell'ambito della competitività del mercato globale. Questo porta ad intervenire in termini di comparti produttivi con un corpus normativo dimensionato a questi fini. Orientando in modo sostanzialmente unidirezionale la distribuzione delle risorse della Pac”. Il programma della mattinata è stato suddiviso in due parti: Introduzione e presentazione dei contenuti delle Linee Guida a cura di esponenti della Campagna popolare; Interventi a sostegno. Numerosa la platea degli invitati: Nicolino di Giano, Gruppo lavoro Nuova agricoltura - Rete Economia Solidale Italia; Andrea Ferrante, Comitato di coordinamento Via Campesina Europa; Vandana Shiva, Navdanya International. Molti interventi ci sono stati anche da parte dei parlamentari coinvolti sull'argomento. Tra questi: Leana Pignedoli, Vice Presidente Commissione Agricoltura Senato; Adriano Zaccagnini, Vice Presidente Commissione Agricoltura Camera; Susanna Cenni, Commissione Agricoltura Camera; Paolo Parentela, Commissione Agricoltura Camera; Mino Taricco, Commissione Agricoltura Camera. Leggi anche: Una proposta per l’agricoltura di piccola scala

Commenti

RENDITE DEL DIECIMILA PER CENTO Carissimi, questo articolo mi da' l'occasione per condividere una breve riflessione. L'attuale teoria economica è adatta al commercio e è completamente dannosa se applicata in agricoltura. La Natura infatti ragiona su una scala dei rendimenti che sarebbe abnorme per gli attuali calcoli. Il capitale investito in agricoltura è naturalmente il seme (che invece con gli economisti del commercio si trasforma in commodity). E la resa è 30-50-100 volte tanto !!! Il commercio se lo sogna di comprare a 1 e vendere a 30 (forse lo sfiora nei vari traffici illegali ...). Inoltre il lavoro necessario è fortemente variabile, ed aumenta a dismisura quando si va CONTRO il normale equilibrio eco-sistemico, mentre risulta ridottissimo se si adottano metodi sinergici e di permacultura. Senza parlare dell'energia che in natura proviene fondamentalmente dal sole, mentre in quella attuale meccanizzata proviene da un fiume di petrolio che ricopre i nostri campi. La riflessione non è finita, ma vi risparmio le formule che potrebbero essere impiegate per descriverla.
Claudio, 16-10-2013 10:16

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