Acido lattico per decontaminare carcasse bovine: sì dell'Ue

La Commissione europea con il benestare dell'Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) ha autorizzato l'importazione di carcasse di bovini trattati con una sostanza chimica naturale, l'acido lattico, per eliminare i germi patogeni. Questa pratica, che entrerà in vigore dal 25 febbraio, potrà essere usata, per estensione e a determinate condizioni, anche dal produttore europeo.

Acido lattico per decontaminare carcasse bovine: sì dell'Ue
Il Regolamento Ue è stato pubblicato il 4 febbraio sulla Gazzetta Ufficiale dell'Unione europea; esso riguarda l'impiego di acido lattico per ridurre la contaminazione microbiologica superficiale delle carcasse di bovini ed entrerà in vigore il prossimo 25 febbraio. Gli Stati Uniti, dove questa pratica è ampiamente diffusa, potranno aumentare così la quota di esportazioni di carne in Europa e i produttori europei, invece, potranno usarla rispettando le buone prassi igieniche “dal produttore al consumatore”. Fino al 4 febbraio la legislazione europea non permetteva di trattare le carcasse degli animali (bovini, pollame e suini) con delle sostanze chimiche per eliminare i germi patogeni; la situazione era diversa in altri paesi e soprattutto negli Stati Uniti. Il dibattito sulla possibilità di introdurre anche in Europa questa pratica è andato avanti per decenni. Il rispetto delle regole igienico-sanitarie previste lungo l'intera filiera produttiva, dall'allevamento alla distribuzione, avrebbe dovuto garantire l'assenza di pericoli per i consumatori. In verità, è molto difficile poter evitare che le carcasse di animali possano non essere contaminate da germi patogeni. I pericoli sono tanti e differenti: gli animali stabulati negli allevamenti possono avere malattie non facilmente diagnosticabili, le carcasse degli animali possono accidentalmente essere contaminate dal contenuto intestinale nella fase della macellazione, gli animali sani possono entrare in contatto con gli animali malati durante la fase di trasporto e infine, se ammalati, gli operai possono contaminare gli animali con microrganismi patogeni. La Commissione europea ha richiesto, dunque, prima di approvare il nuovo regolamento, una valutazione in merito all'impiego dell'acido lattico all' Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA), la quale ha espresso parere favorevole pubblicato il 26 luglio 2011. Nella valutazione, l'EFSA ha dichiarato che “i trattamenti con l'acido lattico per la decontaminazione non destano motivi di preoccupazione per la sicurezza, a condizione che la sostanza impiegata sia conforme alle specifiche dell'Unione europea per gli additivi alimentari. I trattamenti con questo composto chimico naturale determinano - dichiara ancora l'EFSA - una sensibile riduzione della contaminazione da agenti patogeni più importanti ampiamente presenti come l'infezione da Escherichia coli produttore di verocitotossina (VTEC) e la Salmonella; è improbabile - afferma infine l'EFSA - che tali trattamenti contribuiscano allo sviluppo di resistenza microbica”. Dopo qualche mese, il 13 ottobre 2011, a Bruxelles, si è tenuto un convegno a cui hanno partecipato ricercatori e tecnici del settore, rappresentanti della Commissione europea, del Parlamento europeo e anche un rappresentante dei consumatori; tutti i partecipanti si sono dichiarati concordi con il parere dell'EFSA e l'incontro ha portato alla stesura del suddetto Regomento. Il rappresentante dei consumatori, seppur favorevole alla pratica, ha espresso la necessità di assumere nei confronti dei consumatori una politica di trasparenza; coloro che consumano carne devono essere informati dei benefici di tali trattamenti, ma anche dell'assenza o meno di pericoli collaterali. Coloro che si sono opposti all'uso di tale pratica sostengono che i requisiti più generali di pulizia e igiene potrebbero essere disincentivati con l'uso dell'acido lattico e che la crescita della resistenza batterica agli antibiotici più diffusi potrebbe aumentare. Sentiremo, probabilmente, parlare degli effetti collaterali tra qualche decennio purtroppo...

Commenti

Capisco il punto di vista di chi lo vuole usare: profilassi più generale, certezza dovuta all'uso generalizzato, anche su carne "presunta sana", tranquillità per gli allevatori. Ma da consumatore mi sembra che propormi una carcassa decontaminata da infezione sia un bello scadimento della qualità dell'offerta
Marco, 06-02-2013 04:06
Felicemente vegetariano, no problema.
giuseppe, 06-02-2013 05:06
Sono 'convertito' da un anno alla dieta vegetariana. Semplicemente vivendo con 7 cani, galline, 2 oche. capra. A forza di capire loro, la loro vita, le loro esigenze...oop, siamo diventati vegetariani. Direi che vedere quella sfilata di povere carcasse.....Oltretutto una bistecca di manzo vuole un input di 10 per una resa (output energetico) 1. Apparteniamo alla piccola minoranza dei privilegiati e presto saremo 10 miliardi. Forse conviene farci un pensierino.
carlo carlucci, 07-02-2013 11:07
sono diventata vegetariana x obbligo pecunario , ma ,se penso x quanti anni ,mi sono avvelenata mangiando carne...ora sono felicissima di essere vegetariana.lo consiglio a tutti.
carla vallidia, 08-02-2013 10:08

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