Agrovoltaico: pannelli solari e colture sullo stesso terreno

Sacrificare terreni fertili per la produzione di energia da solare fotovoltaico o riservarli sempre e comunque all’agricoltura? Questo interrogativo, più volte sollevato, trova oggi una risposta alternativa: se si installano griglie di pannelli a cinque metri di altezza, si può produrre energia e coltivare sul medesimo terreno. Questa l’idea alla base dell'agrovoltaico, tecnologia che ha appena visto luce in pianura padana.

Agrovoltaico: pannelli solari e colture sullo stesso terreno
Nell’aprile 2010 Carlo Petrini, fondatore di Slow Food, in un articolo sul quotidiano La Repubblica esprimeva i suoi timori per l'aumento di pannelli fotovoltaici nei terreni agricoli: “Con distese enormi di pannelli fotovoltaici i suoli sottostanti perdono permeabilità, l'attività biologica tende a morire dando luogo a fenomeni di desertificazione che ne decreterebbero l'infertilità e aumenterebbero il pericolo di alluvioni”. Ne seguiva dunque l’invito a installare pannelli solo sui tetti e riservare il suolo fertile all’agricoltura. Alcuni imprenditori italiani hanno però pensato che le due cose potessero essere conciliate: se si installano i pannelli fotovoltaici ad un’altezza sufficiente rispetto al suolo e si fa in modo di ombreggiare solo parzialmente il terreno così che esso riceva comunque luce diretta, si può coltivare sotto i pannelli. Di conseguenza aree fertili potrebbero essere sfruttate per la produzione di energia da solare fotovoltaico senza sottrarle all’agricoltura. È nato così l’'agrovoltaico': la prima azienda agricola a fare uso di questa soluzione innovativa è stata da poco inaugurata nei pressi di Mantova (a Cappelletta, frazione del comune di Virgilio). A seguire, altri tre impianti pilota (installati nelle provincie di Piacenza e Mantova) sono entrati in funzione o stanno per farlo. Nel complesso essi coprono una superficie di circa 55 ettari e la potenza di picco installata totale è circa 10 MW. Gruppi di pannelli fotovoltaici sono sostenuti a circa 5 metri da terra da robusti pali, che costituiscono i cosiddetti “inseguitori solari biassiali”, i quali comunicano tra di essi e con il sistema di controllo tramite wireless, ossia connessione senza fili. Grazie a tali inseguitori (chiamati anche trackers, ossia tracciatori), i pannelli cambiano orientazione nell’arco della giornata in modo da seguire la posizione del sole e massimizzare la propria resa. Per garantire illuminazione diretta al terreno sottostante, i pali sono posti ad una distanza di dodici metri l’uno dall’altro e i pannelli sono posti in modo che ombreggiano solo al 15%. L’altezza dei sostegni consente ai mezzi agricoli di passare senza alcun problema, se necessario comunque i pannelli possono essere disposti parallelamente al suolo in modo da agevolare la circolazione e l’attività. I pannelli possono anche ruotare in modo da porsi completamente perpendicolari al terreno quando opportuno, in caso di pioggia e – soprattutto - di neve. La prima azienda 'agrovoltaica', la Vostok di Cappelletta, impiega 750 inseguitori solari e 8 mila pannelli, distribuiti su una superficie di 15 ettari. La potenza totale installata è di 2,15 MW. “L’impianto è stato realizzato nel maggio scorso ed il primo raccolto, in giugno, è stato una coltura semplice, ossia miglio per foraggio - dichiara Sara Belladelli, architetto che con un socio ingegnere, Roberto Prati, ha deciso di dare vita a questa nuova attività e darsi all’agricoltura -. Il terreno era sconnesso a causa dell’installazione, pertanto con questo primo raccolto abbiamo rigenerato la terra; dalla prossima stagione coltiveremo biologico, in particolare insalate, frutti rossi, erbe curative ed aromatiche”. L’impianto è stato progettato e realizzato dalla REM (Revolution Energy Maker), holding industriale che ha sede in provincia di Brescia fondata nel 2008 da un gruppo di sei storiche aziende italiane, interessate a inserirsi sul piano internazionale come produttrici di sistemi per la generazione di energia, che facessero uso di tecnologie sostenibili e zero-emissive. “Quando abbiamo unito le nostre forze in REM - dichiara il presidente Roberto Angoli - avevamo un’idea chiara: investire nelle migliori tecnologie rinnovabili, a patto che fossero eco-compatibili e non emettessero gas serra”. Un gruppo di studio multidisciplinare ha lavorato per 18 mesi esaminando varie opzioni, scegliendo infine di puntare su questa originale simbiosi di agricoltura e fotovoltaico, che ottimizza l’uso del territorio, garantendo produzione di colture e di energia per il sostentamento stesso dell’azienda. REM ha già depositato la richiesta di brevetto internazionale e, forte dell’esperienza maturata nei quattro impianti pilota, la società punta alla realizzazione di progetti più ambiziosi, come ad esempio un impianto da ben 100MW. Sebbene l’idea sia ingegnosa e la sua realizzazione di successo, le perplessità a riguardo non sono poche. In primo luogo viene la questione estetica: in molti sostengono che distese di pannelli solari a cinque metri di altezza sui campi non siano un bello spettacolo e che rovinino il panorama rurale. Segue l’interrogativo riguardo alla qualità dei prodotti cresciuti sotto metri quadrati di impianti fotovoltaici. “Personalmente non vi coltiverei mai prodotti orticoli o altre colture commestibili, bensì solo fiori - afferma Daniele Toniolo, presidente della sezione veneta della Confederazione Italiana Agricoltori (CIA) - le verdure hanno bisogno di luce diretta, il rischio è che si coltivi come in una serra”. In realtà, a tal proposito, i realizzatori affermano che il livello di ombreggiamento sia estremamente ridotto (circa il 15%) e che le strutture di sostegno occupino ben poco spazio. A dar vita ad ulteriori perplessità contribuisce la questione dei campi elettromagnetici che si generano intorno ai pannelli. Certo, i dispositivi sono collocati abbastanza in alto, ma quale il rischio che tali campi interferiscano con il processo produttivo? “Tecnologicamente tutto si può fare: in Olanda da anni coltivano i pomodori con l’acquacoltura nelle vasche da bagno, ma a livello nutritivo come sono quei pomodori?”, questo il paragone apportato da Maurizio Gritta, presidente della cooperativa agricola biologica Iris, che opera su 40 ettari di terreno nel Parco naturale Oglio sud, vicino Cremona. “I campi magnetici non vanno d’accordo con i prodotti biologici e le coltivazioni in genere - continua Gritta - nel nostro pastificio abbiamo dislocato assorbitori di campi magnetici per non danneggiare i cereali, perché le rivelazioni hanno dimostrato che le macchine ne producono”. Come sempre, difficilmente una tecnologia riesce a risolvere un problema senza crearne altri. La soluzione appare comunque meritevole di considerazione e ha già destato interesse anche a livello internazionale, tanto che EcoDelta, importante operatore fotovoltaico francese dal 2008, ha stretto una partnership con REM per diffondere in esclusiva l’agrovoltaico in Francia.

Commenti

Quanto è stato speso in questa azienda? Potete dare informazioni dettagliate. Da quello che ho capito solo di pannelli solari tre milioni di euro, e queste strutture così alte che seguono il sole quanto costano. Quanto costa lo smaltimento dei pannelli solari a fine ciclo? Senza i soldi nostri queste aziende farebbero questi impianti?
Gio, 22-11-2011 03:22
veramente una bellissima novità....peccato che: - le serre fotovoltaiche ad oggi sono solo state un pretesto economico per avere maggiori incentivi ma il terreno in ombra non produce assolutamente nulla. Se i pannelli volano per aria non fanno ombra? - piantare pali alti 5 mt fuori terra richiede un'invasione del terreno di almeno 3 mt e probabilmente fondazioni con apporto di materiale - l'utilizzo di materiali accessori in acciaio richiedono un costo energetico di produzione ulteriormente elevato - lo smaltimento, fra 20 anni, interesserà deciamente più materiale. - l'impatto ambientale non interessa più visto che abbiamo un governo tecnico? Dove è la soluzione altamente innovativa? Chi la racconta meglio vince.... La politica è quella scienza che fa passare per buone le soluzioni tecnicamente impossibili
inGM, 23-11-2011 09:23
Io c'ero e cii sono quindi chi vuole più info su questo progetto mi contatti e ne sentirà delle belle
Rob, 14-05-2012 10:14
buongiorno Rob, ha assistito all'installazione dell'impianto? mi potrebbe dare un po di informazioni?
dave, 26-11-2012 11:26
Ciao Rob, forse sarebbe interessante per tutti avere la tua testimonianza. Ti va di scivermi una nota e magari la incorporo in un nuovo articolo, se è interessante? Grazie, Virginia (Puoi scrivermi scegliendo l'opzione: Scrivi all'autore")
Virginia, 26-11-2012 12:26
Sono il titolare della vostok e in piu ho collaborato con rem quindi credo che pochi siano piu qualificati di me x parlare dell interazione agricoltura impianto fotovoltaico.un libbro intero non basterebbe per analizzare tutti gli aspetti ma chiedete pure e saro ben contento di dare delucidazioni
Rob, 27-11-2012 11:27
Fantastico quindi lei è il proprietario del campo su cui è stato installato l'impianto! Chi meglio di lei a cui chiedere informazioni! A un anno dall'installazione si ritiene soddisfatto? Il suo impianto è efficiente come prospettato? Ritiene che l'investimento la stia ripagando? Se possibile chiederglielo i costi dell'impianto sono molto più alti di un normale impianto solare a pari rendimento (tralasciando gli introiti derivanti dalla coltivazione che nel caso convenzionale non ci sarebbero)? E' necessaria una supervisione da parte della Rem per quanto attiene la manutenzione dell'impianto? Lei è proprietario dell'impianto ho la Rem le da in comodato d'uso gli impianti?
dave, 27-11-2012 01:27
leggendo questo articolo su questo brutto episodio che le è capitato spero sia guarito pienamente, ma posso chiederle di chiarire la frase a lei attribuitole che definisce l'impianto "una bufala"? Grazie e complimenti per il sangue freddo dimostrato
dave, 27-11-2012 03:27
scusate dimenticato di postare articolo a cui mi riferivo http://gazzettadimantova.gelocal.it/cronaca/2012/07/16/news/l-ingegnere-affronta-i-ladri-li-ho-picchiati-a-sangue-1.5417249
dave, 28-11-2012 11:28
Peccato che il lunghissimo commento non sia stato pubblicato
Rob, 01-12-2012 10:01
ciao Rob, rimandalo, a meno che non ci siano stati problemi tecnici o volgarità o offese non eliminiamo commenti. la redazione
redazione, 03-12-2012 10:03
Immagino un problema tecnico perche assolutamente non conteneva ne insulti ne volgarita era semplicemente un dettaglioto resoconto storico e tecnologico della vicenda relativa all impianto in oggetto francamente non so come recuperare il testo e riscriverlo ..... Be aspetto il mood giusto
Rob, 05-12-2012 01:05
oh ma noooo! cercate di recuperarla, visto che il buon ing. Rob ha speso del tempo prezzioso per descriverci alcuni aspetti del suo progetto, e per chi spedisce è impossibile recuperare il proprio messaggio. Una risposta diretta da chi è coinvolto direttamente nel progetto non è da sprecare! eventualmente ringrazio e prego, se non ci sarà maniera per loro di recuperarla, che l'ing Rob abbia la voglia e il tempo di potterci riscrivere. Grazie
dave, 06-12-2012 11:06
buongiorno Ing. Rob Lei ha di certo capito chi sono. Ho appreso due sere fa da un comune conoscente, Umbi, di quanto accaduto qualche mese fa e stamattina ho cercato e letto gli articoli relativi. C'è da tempo nei miei progetti di tornare a rivedere l'impianto. Buon lavoro intanto e non avevo dubbi, o in quel momento si facevano trovare o li avrebbe trovati ovunque.
daniela saltarin, 29-03-2013 06:29
Non ho capito chi sei geo dan ma sompre pronto a far visitare l impianto e parlarne come pronto a fornire a chiunque sia interessato alla vicenda agrofotovoltaico i dettagli potete contattarmi direttamente vanillarob@gmail.com
Rob, 29-03-2013 02:29

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