Bangladesh, ancora nessun risarcimento per le vittime del Rana Plaza

Sei mesi dopo il peggior disastro che abbia mai coinvolto una fabbrica al mondo, quello di Rana Plaza in Bangladesh, le vittime sono ancora in attesa di ricevere i risarcimenti. È quanto denuncia ActionAid che ha condotto una ricerca sul campo.

Bangladesh, ancora nessun risarcimento per le vittime del Rana Plaza
Sei mesi dopo il peggior disastro che abbia mai coinvolto una fabbrica al mondo, quello di Rana Plaza in Bangladesh, le vittime sono ancora in attesa di ricevere i risarcimenti. I sopravvissuti alla tragedia hanno riportato ferite fisiche e psicologiche così gravi che la maggior parte di loro non è stato in grado di tornare al lavoro. Questi sono i dati di una ricerca sul campo, condotta da ActionAid. L’indagine mostra come il governo del Bangladesh insieme alle alleanze dei sindacati stia ancora contrattando i risarcimenti da dare ai sopravvissuti e alle famiglie di coloro che hanno perso la vita. ActionAid ha intervistato 2297 persone, cioè circa i due terzi dei sopravvissuti e delle famiglie di coloro che sono morti tra le macerie della fabbrica di otto piani, il 24 aprile 2013. Lo studio rivela che: - Il 94% non ha ricevuto alcun tipo di risarcimento da parte dei propri datori di lavoro dall’ aprile 2013 - Il 92% dei sopravvissuti non è tornato a lavorare - Di questi, il 63% dichiara che i traumi fisici riportati quali amputazioni, paralisi, forti mal di testa e dolori agli arti hanno impedito loro di riprendere il lavoro - Il 92% dei sopravvissuti riferisce di essere rimasto fortemente traumatizzato: più della metà soffre di insonnia e di tremori a seguito di rumori forti e improvvisi. Alcuni hanno paura di camminare in edifici o in luoghi chiusi. Naznin Akhter Nazma ha 21 anni ed era patrizia.alberici@rai.it “Il giorno prima che la fabbrica crollasse abbiamo saputo che si era aperta una crepa al secondo piano ma i supervisori ci dissero che l’edificio era sicuro e che ci avrebbero trattenuto un mese di paga se non fossimo andati al lavoro”, ha dichiarato la ragazza. “Mio marito lavorava al secondo piano e io al settimo. Quando l’edificio è crollato sono rimasta incosciente per due ore. Al mio risveglio, ho scoperto che mio marito se ne era andato per sempre. Ho tirato un sospiro di sollievo quando ho saputo che il bambino che aspettavo stava bene ma adesso sono preoccupata perché non so come poter allevare mio figlio. Non ho ricevuto nessun tipo di risarcimento. Sono indietro con gli affitti di cinque mensilità e presto i negozianti non mi faranno più credito per il cibo”. Oltre ai traumi fisici e psicologici, il report evidenzia come le vittime stiano affrontando numerose difficoltà economiche. Cibo, cure e una casa erano stati identificati come bisogni immediati. Tuttavia, circa la metà degli intervistati dichiara di aver contratto dei debiti e oltre il 90% dice di non avere risparmi a causa degli scarsi compensi ricevuti prima che l’edificio crollasse. Ad oggi, solo una compagnia – la Primark – ha fornito sostegno ai sopravvissuti: tre mesi di paga di 15,000 Bangladesh taka (circa 190 dollari) a 3.300 persone. Il governo del Bangladesh ha dato 2,2 milioni di taka (28,000 dollari) a 777 persone, cioè a circa un terzo delle vittime e delle loro famiglie. Non è stato però concordato alcun tipo di risarcimento di lungo termine. Farah Kabir, Country Director di ActionAid in Bangladesh dichiara: “Il comportamento tenuto fino a oggi dalle compagnie multimilionarie è indifendibile: non si possono lasciare sole le vittime. Mentre le grandi corporation continuano a ignorare il problema, le vittime del disastro del Rana Plaza hanno urgente bisogno di supporto medico e psicologico e di aiuto economico per mangiare e prendersi cura delle proprie famiglie”. ActionAid chiede alle compagnie che stanno negoziando i risarcimenti di arrivare a un accordo giusto per i sopravvissuti e per le famiglie dei morti del Rana Plaza. ActionAid inoltre chiede alle compagnie di firmare il “Bangladesh Safety Accord”, un accordo vincolante quinquennale fra organizzazioni internazionali del lavoro, organizzazioni non governative e commercianti che mira a stabilire e mantenere dei livelli standard di sicurezza per i lavoratori del settore tessile in Bangladesh. Note - Il sondaggio è stato condotto da ActionAid con l’obiettivo di valutare complessivamente le necessità dei sopravvissuti e delle famiglie dei lavoratori deceduti. Sono state intervistate 2297 persone di cui 1509 sopravvissuti al crollo e 788 membri delle famiglie di coloro che sono morti sotto le macerie del Rana Plaza. Non è stato possibile contattare tutti i 2421 sopravvissuti e le famiglie dei 1133 deceduti a causa di numeri di telefono cambiati nel tempo o registrati erroneamente. Inoltre, alcune persone non erano disponibili perché il sondaggio è stato condotto durante il Ramadan e la stagione delle piogge. - Il 30 settembre l’Alta Corte del Bangladesh ha proposto di dare oltre 1,8 milioni di Bangladeshi taka (23,000 dollari) di risarcimento ad ogni famiglia dei deceduti nel crollo e 1-1,5 milioni di taka (12,900 – 19,000 dollari) per i sopravvissuti che hanno subito amputazioni. Per i lavoratori rimasti paralizzati, la commissione ha proposto 2 milioni di taka (25,700 dollari). - L’“IndustriALL Global Union” sta portando avanti i negoziati sui risarcimenti presieduti dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro. La proposta è quella di destinare 74.571,101 dollari come risarcimento complessivo da suddividere fra tutti i lavoratori coinvolti nel disastro. Di questi, 33.556,996 dollari dovranno provenire dalle casse dei brand che avevano i propri laboratori nel Rana Plaza. - ActionAid Bangladesh ha partecipato alle operazioni di soccorso predisposte subito dopo il crollo del Rana Plaza, mettendo a disposizione maschere d’ossigeno, torce e attrezzature necessarie a rimuovere le macerie; ha fornito cibo e acqua alle vittime e aiuti economici alle donne incinte e alle persone rimaste gravemente ferite, ritenute più bisognose. ActionAid sta inoltre facendo pressione affinché i negoziati sul risarcimento portino ad un accordo giusto per le vittime e le famiglie delle persone decedute nel crollo dell’edificio. Leggi la storia di Nazma e un estratto del rapporto http://www.ilcambiamento.it/files/rapporto_actionaid_bangladesh.pdf di ActionAid Bangladesh. È inoltre disponibile, su richiesta, materiale fotografico.

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