Il peperone di Sygenta, un altro passo verso la schiavitù alimentare

L’ufficio brevetti dell’Unione Europea ha concesso alla multinazionale Sygenta il brevetto su un peperone senza semi. Voi direte: è ogm, si sa che questo accade! Invece no: questo peperone non è modificato geneticamente. E’ un peperone e basta, ma diventa proprietà di Sygenta. La situazione è già sfuggita di mano...

Il peperone di Sygenta, un altro passo verso la schiavitù alimentare

L’ufficio brevetti dell’Unione Europea ha concesso al gigante sementiero Sygenta il brevetto su un peperone che potrà essere venduto come prodotto fresco, tagliato o lavorato, per esempio in scatola (EP 2 166 833 B1). Il brevetto copre la pianta, la coltivazione, il raccolto e le sementi. Il peperone è pensato per non contenere semi all’interno e non vengono utilizzate tecniche di ingegneria genetica. La legge europea sui brevetti proibisce però che sulle tecniche di coltura convenzionali vengono apposti brevetti. Quindi? Quindi nulla: l’ufficio brevetti europeo continua a concederli! La ragione? L’ufficio trae il proprio sostentamento e il proprio guadagno dai compensi per i servizi resi quando esamina richieste di brevetti e autorizza pratiche.

“Passo dopo passo, brevetto dopo brevetto, i giganti sementieri stanno prendendo il controllo del nostro cibo. Non passerà molto tempo e dovremo chiedere il permesso di tagliare un peperone” ha detto Christoph Then della coalizione No Patents on Seeds!.Syngenta può così impedire a chiunque di coltivare e raccogliere quel peperone, di venderlo come cibo o usarlo per ulteriori coltivazioni. Se la privatizzazione dell’acqua sta sollevando grandissima preoccupazione, ricordiamoci che anche la privatizzazione del cibo può renderci schiavi. C’è bisogno di una chiara risposta politica”.

Attualmente la Commissione Europea ha attivo un gruppo di lavoro che sta discutendo proprio dei brevetti sulle tecniche colturali convenzionali; ma è oltre un anno che il gruppo discute e intanto i brevetti aumentano. In tanti sono scettici sull’impegno reale della UE a frenare il fenomeno. I governi degli Stati membri potrebbero agire direttamente attraverso quello che si chiama Administrative Council dell’EPO, l’ufficio brevetti europeo, in quanto agisce come ente supervisore.

“Dobbiamo rafforzare i divieti esistenti, la legge che vieta i brevetti sulle piante e sui metodi di coltivazione convenzionali va rispettata” ha detto François Meienberg del The Berne Declaration. “Ma i governi degli Stati non dovrebbero aspettare oltre per intervenire, poichè l’EPO sta concedendo brevetti ogni giorno”.

L’appello a frenare il frnomeno, lanciato da No Patents on Seeds!, è sostenuto da centinaia di organizzazioni in Europa, tra cui Bionext (Olanda), The Berne Declaration (Svizzera), GeneWatch (Inghilterra), Greenpeace, Misereor (Germania), Development Fund (Norvegia), No Patents on Life (Germania), Red de Semillas (Spagna), Rete Semi Rurali (Italia), Reseau Semences Paysannes (Francia) and Swissaid (Svizzera).

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Commenti

Perché parlare di schiavitu? Nessuno ti obbliga a coltivarlo! Se lo coltivi è perché ti conviene.Altrimenti puoi continuare col peperone classico. Parlare di schiavitu alimentare mi sembra decisamente fuori luogo
GLMezza, 17-12-2015 08:17
Ma tu hai letto bene l'articolo? perchè il punto è che l'Ufficio brevetti li concede in barba a ogni normativa, solo per fare cash. Dobbiamo aspettare che tutti i frutti della terra siano coperti da brevetto, pagare delle royalties per ogni foglia che spunta nel nostro orto? non sarebbe ora che questi avvoltoi la piantassero di sfuttare a proprio esclusivo vantaggio un patrimonio che appartiene a tutti noi? quando ci avranno brevettato il pane, mangeremo brioches? strana idea della libertà...
carla, 18-12-2015 08:18

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