Consumo di suolo e sicurezza del territorio: sottoscritta Carta di intenti

In occasione della Giornata mondiale del Suolo che si celebra oggi, le associazioni ambientaliste Club Alpino Italiano, Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, Touring Club Italiano e WWF hanno sottoscritto una Carta di intenti per la messa in sicurezza del territorio. Da anni, infatti, l'Italia vive in uno stato permamente di ordinaria emergenza.

Consumo di suolo e sicurezza del territorio: sottoscritta Carta di intenti
Dal disastro di Giampilieri e Scaletta Zanclea del 2009 all'allagamento della Maremma nel novembre di questo anno. Da anni il nostro Paese vive in uno stato permamente di ordinaria emergenza. Ecco perché ieri, alla vigilia della Giornata mondiale del Suolo che si celebra oggi, Club Alpino Italiano, Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, Touring Club Italiano e WWF hanno sottoscritto una Carta di intenti per la messa in sicurezza del territorio. Le associazioni chiedeno che venga istituito un tavolo di confronto permanente, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri, tra amministrazioni competenti, organizzazioni della società civile e associazioni scientifiche e professionali perché siano garantiti fondi adeguati per le attività di prevenzione e di intervento sull'emergenza, il coinvolgimento delle popolazioni e il coordinamento degli interventi. In questi giorni le sei maggiori associazioni ambientaliste hanno chiesto un incontro con il ministro dell'Ambiente Corrado Clini, a seguito della lettera che il Ministro ha inviato il 19 novembre scorso al Commissario europeo sul Clima, Connie Hedegaard, e al Commissario Europeo per l'Ambiente, Janez Potocnik, per chiedere di portare fuori del Patto di Stabilità i 40 miliardi di euro che dovrebbero servire per attuare la Strategia Nazionale per l'Adattamento ai Cambiamenti Climatici e la Sicurezza del Territorio, che dovrebbe essere approvata in Cipe entro il dicembre 2012. Le associazioni hanno infatti rilevato che a fronte di un impegno di 2,6 miliardi di euro l’anno per raggiungere in 15 anni i 40 miliardi di euro previsti per finanziare la Strategia di largo respiro annunciata dal Ministro Clini, nella Legge di Stabilità 2013, non ci sono neanche i soldi sufficienti per gestire le emergenze: al Fondo per la Protezione Civile il prossimo anno vengono destinati 79 milioni di euro, con un taglio di 100 milioni di euro rispetto a quanto stanziato nel 2009 (anno di inizio dell’emergenza permanente). Si tratta di una cifra che rappresenta solo il 2,6% dei 2,6 miliardi di euro l’anno che si ritengono necessari per fare interventi urgenti preventivi di manutenzione del territorio e di adattamento ai fenomeni estremi, sempre più frequenti. Nella Carta d’intenti le sei maggiori associazioni ambientaliste italiane chiedono che: “la messa in sicurezza, sia considerata la vera, più grande opera pubblica a garanzia del futuro del Paese. (…) La migliore risposta alla necessità di un rilancio economico e occupazionale dell’Italia. Solo così si avrebbe sicuramente un intervento diffuso sul territorio, ad alta intensità occupazionale, oltre che ad elevata qualificazione professionale”. Secondo le associazioni sono dunque necessari interventi che sappiano coniugare prevenzione, informazione e coordinamento. Il rischio idrogeologico riguarda infatti l’82% (6.633) dei Comuni italiani, come documentato nell’indagine “Ecosistema a rischio 2011” di Legambiente e della Protezione Civile, che raccoglie le risposte di 1500 Comuni sulle attività di prevenzione: l’82% ha risposto di avere Piani di emergenza, ma solo il 33% svolge attività di informazione e il 29% esercitazioni di protezione civile che coinvolgano la popolazione. Prevenzione significa poi porre un limite al consumo del suolo - che, ai ritmi attuali, fagociterà 75 ettari al giorno nei prossimi 20 anni – e contrastare severamente ogni forma di abusivismo edilizio, viste le cifre impressionanti che emergono dai 3 condoni del 1984, 1994 e 2003 che hanno fatto emergere dal 1948 ad oggi 4,6 milioni di abusi edilizi e registrare la costruzione di ben 450mila edifici abusivi, per un totale di 1,7 milioni di alloggi abusivi abitati da circa 6 milioni di abitanti. Fonti: Club Alpino Italiano, Fondo Ambiente Italiano, Italia Nostra, Legambiente, Touring Club Italiano e WWF

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