Contadini del mondo in lotta contro il land grabbing. 250 le iniziative

Gli agricoltori del mondo si uniscono nella lotta al land grabbing. 250 iniziative mondiali per combattere il fenomeno dilagante dell’accaparramento di terra che priva i contadini e le popolazioni rurali del loro unico bene, la terra. Dal 2007 ad oggi sono stati svenduti 50.000 ettari di superficie agricola a Governi e multinazionali, per una superficie pari a quella della Spagna.

Contadini del mondo in lotta contro il land grabbing. 250 le iniziative
Insieme alla Giornata della Terra che si è svolta ieri in tutto il mondo, vogliamo ricordare anche la Giornata Internazionale delle lotte contadine che, indetta dal movimento Via Campesina, si è svolta alcuni giorni fa in tutto il mondo ed è stata dedicata alla lotta contro l’accaparramento dei terreni agricoli. Dal Canada all'Australia, passando per Stati Uniti, Messico, Bolivia, da Bruxelles - dove il parco cittadino del Cinquantenaire è stato preso d’assalto per un grande pic-nic a base di prodotti locali - fino a Washington - dove è stato svolto un grande dibattito pubblico sulla crisi alimentare - sono state oltre 250 le azioni di mobilitazione promosse dal Movimento di Via Campesina in tutto il mondo. Ogni anno centinaia di iniziative, singole e associate, sono promosse per rivendicare l’importanza dell’agricoltura familiare, di piccola scala rispetto ai crescenti bisogni alimentari del pianeta. La data che quest’anno è stata scelta è stata quella del 17 aprile in ricordo di un evento drammatico che, pochi anni fa, ha provocato la morte di 19 contadini del movimento dei Sin Tierra, uccisi in Brasile dalla polizia mentre partecipavano a una manifestazione pacifica. Il tema centrale di quest’anno è stato il fenomeno del land grabbing, l’accaparramento dei terreni agricoli che sta continuando a dilagare, calpestando i diritti delle popolazioni rurali che sono drammaticamente private del loro unico bene, la terra. Dal 2007 ad oggi sono stati svenduti oltre 50.000 ettari di terre fertili dai governi locali, in Africa, America Latina, Australia, Asia e nell’Europa orientale. Una superficie pari a quella della Spagna. “Il land grabbing concentra la proprietà delle terre e delle risorse nelle mani di pochi grandi investitori”, si legge nell’ appello diffuso da Via Campesina. “Questo ha portato all’espulsione e al trasferimento forzato di intere popolazioni, spesso contadini, a diversi casi di violazione dei diritti umani, a un aumento della povertà, delle fratture sociali e dell’inquinamento.” Secondo Via Campesina, gli appezzamenti sono venduti a prezzi irrisori o più spesso affittati a investitori pubblici o privati (multinazionali, banche e fondi pensione) che sperano di ottenere rapidi profitti speculando sul valore della terra e delle coltivazioni che si possono impiantare.

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