Costruire un 'tetto verde', l'esperienza del cantiere aperto di Fortunago

Un week end sotto il sole di luglio, un gruppo di "incoscienti avventurieri", muscoli e cervelli impastati con l'argilla e tanti sorrisi. L'esperienza del 'cantiere aperto' per la costruzione di un tetto verde a Fortunago, sulle colline pavesi. Un'esperienza collettiva, che ha lasciato la bella sensazione che si prova 'facendo insieme' e si è rivelata, più che una sfida per spiriti anticonformisti, una vera e propria palestra dell'ingegno.

Costruire un 'tetto verde', l'esperienza del cantiere aperto di Fortunago
Un viaggio nell'Oltrepò Pavese per colmare la sete di 'mettere le mani in pasta' partecipando alla costruzione di un tetto verde mi ha regalato la solita bella sensazione che si prova 'facendo insieme'. È un misto di emozioni e sentimenti che rievocano il passato con un gusto forte, intenso, dato probabilmente dal fatto che tutto ciò avviene perché lo si desidera e non lo si deve fare per forza, per dovere o per estrema necessità. Questo mi ricorda che avere il coraggio di non subire gli avvenimenti come se ci capitassero per caso o seguissero una loro routine esistenziale, ma sceglierli, ha una forza che ti accompagna nell'interpretarli e viverli, che a fianco di un'inevitabile stanchezza, ti lasciano quel gusto molto saporito della felicità. Ho chiesto a Viviana Vignandel di raccontare qualcosa dell'esperienza di autocostruzione della casetta di paglia che lei e suo marito Alain [1] stanno realizzando sulla loro terra, con l'aiuto di tante persone desiderose di quel dare e ricevere che colma il calice della relazione. Un week end sul tetto
di Viviana Vignandel Metti un week end sotto il sole di luglio, shakera un gruppo di incoscienti avventurieri, mescola con un po' d’argilla, impasta col sorriso, un giro di valzer in betoniera e…voilà, è tutto pronto! Cos’è? È il 'cantiere aperto' che si è tenuto a Fortunago tra le splendide colline pavesi, organizzato per l’avanzamento lavori della casetta di paglia. Una costruzione ottagonale di 45 mq realizzata in stile Nebraska (quindi autoportante) con tetto reciproco, pavimentazione in terra battuta, intonacatura in argilla dentro e fuori, tetto verde… ce n’era per tutti i gusti. Lo Chef non poteva essere che Saviana Parodi [2] (SuperSavi per gli amici) che come un abile pasticcere, anche ad occhi chiusi, sa riconoscere il buon impasto (di sabbia e argilla ovviamente) da come volteggia in betoniera o da come si spiaccica lanciato a terra o sul muro. Saviana è di una specie rara, fata quando serve, strega quanto basta… si destreggia a suo agio tra mescole e serpenti, sollevando secchi stracolmi di terra come fossero piume. L’abbiamo vista fare l’equilibrista tra le geometrie del tetto e impartire ordini a destra e a manca, tesa come una corda di violino per ultimare in fretta i lavori prima che arrivasse la pioggia. Le persone che, sotto la sua guida, decidono di intraprendere questo tipo di esperienze sono molto eterogenee, spinte da grandi ideali o da semplice curiosità, veri intellettuali o generosi contadini: dall’architetto con le sue certezze allo studente con i suoi quesiti. C’è chi filma, chi curiosa, chi chiacchiera all’infinito, chi controlla e soprattutto… chi lavora e lavora duro. Un insieme 'variegato' di cervelli e muscoli per un’attività in cui non devono esistere problemi, ma solo nuove opportunità e soluzioni (e in genere le più ingegnose arrivano proprio dai non addetti ai lavori). La costruzione del tetto verde a Fortunago (Video di Stefano Nazzani) Di parole come bioedilizia ormai si fa grand’uso, soprattutto un grande business, ma questo tipo di avventure tendono invece a rimettere le cose nell’ordine, dando un senso profondo e quasi ancestrale anche al più piccolo gesto. Uno sperimentare impiastricciandosi d’argilla, riprendendo il vero contatto con gli elementi della natura e le loro potenzialità dando vita a nuove tecniche, nuove logiche che prendono forma in una sorta di danza al ritmo dei chiodi e del martello, dei colpi di sega e di cazzuola, tra perle di sudore e granelli di saggezza in un’armonia imprevedibile e sorprendente che intreccia energie, fatiche, animi e destini. In cantieri come questo di Fortunago che non hanno pretese architettonico-edilizie alla fine non sai più se ciò che stai esplorando sono le molteplici risorse del cervello o l’infinita potenza creatrice della Natura, se l’importante sia il perfezionamento di una tecnica o la conoscenza profonda del materiale, e non sai mai quello che puoi portare a casa, sia esso la realizzazione di una costruzione o semplicemente l’inizio di un’amicizia. Il tetto vegetale è sicuramente una valida soluzione ecologica seppur con grandi limiti, realizzato con un ottimo mix di elementi la cui posa però necessita di un grande impiego di energia e tempo. Ma l’intonacatura in argilla, le case di paglia, i tetti verdi non sono solo sfide per spiriti anticonformisti e alternativi, sono utili palestre d’ingegno, sono pezzi di storie e di sperimentazioni che come in un collage, se uniti e condivisi, prendono forma divenendo opere d’arte, arte di vita. Note [1] Alain Lanot è presidente dell’Associazione culturale LA CASA DI PAGLIA che da anni sperimenta pratiche ecosostenibili. Contatti: www.lacasadipaglia.org Tel. 347.9339432 [2] Saviana Parodi Delfino: biologa, interessata alla permacultura (progettazione sostenibile) dal 93. Si occupa di agricoltura sinergica, raccolta e conservazione dei semi, architettura spontanea con materiali naturali, non tossici, pedagogia con buon senso, malattia come soluzione, alimentazione per modificare con immaginazione il nostro corpo, produzione di ossitocina per connettersi con l'anima divertendosi! Presidente dell’Accademia italiana di Permacultura. Vive tra l'Umbria e la provincia di Cordoba (Argentina). A Zebrafarm, vicino ad Orvieto, terrà il suo prossimo corso di Permacultura: 14/26 agosto 2011 - Corso teorico/pratico di progettazione in permacultura, modulo 72 +20 ore. Costi:400 euro in tenda, 600 euro con posto letto. Per informazioni: zebrafarm.blogspot.com

Commenti

Che bello fare qualcosa per sè e per gli altri, di duraturo. E' qualcosa con un'anima e che rimmarrà come punto fermo di un gruppo e come orgoglio di chi ci andrà a vivere. I soldi da soli questo valore non lo danno.
Marco B., 03-08-2011 08:03

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