Energie rinnovabili e inquinamento del paesaggio

Puntare sulle energie rinnovabili rappresenta sicuramente una soluzione valida per la salute del pianeta e dei suoi abitanti, a condizione però, ci ricorda Antoine Fratini nell'articolo che segue, "che alle forme classiche di inquinamento dell’aria e dell’acqua non si sostituisca l’inquinamento dei paesaggi e dell’anima".

Energie rinnovabili e inquinamento del paesaggio
La richiesta di energia oggi in forte aumento è strettamente legata alle esigenze di un sistema economico irrazionale basato ancora sulla logica della produttività e del consumo. Eppure appare ormai chiara l’impossibilità di continuare a riempire le nostre vite di cose la cui inutilità incide negativamente, oltre che sull’ambiente, persino sui nostri stati d’animo, rendendoci a lungo andare sempre più superficiali e insoddisfatti. Non si può continuare a produrre automobili, nemmeno con l’attenuante di creare occupazione, altrimenti a questo ritmo finiremo presto per dovere cambiare automobile ogni anno o per averne due a testa! Mai come oggi la logica della produttività ha mostrato i propri limiti e l’industria è ora chiamata a confrontarsi con nuovi valori etici. L’imperativo oggi dovrebbe essere: produrre di meno per inquinare di meno e per vivere meglio. Occorre ripartire da una visione globale che rimetta seriamente in questione l’attuale sistema economico collegandolo all’ecologia, alla sistemica e alla psicoanalisi. La globalizzazione, vera e propria crociata condotta in nome del dio Economia, non consiste solo in transazioni, ma anche in un campo di battaglia smisurato la cui estensione è pari all’intera superficie del pianeta. In questa battaglia senza esclusione di colpi i lavoratori rappresentano i soldati, mentre i generali, posseduti come moderni berserker [1] dalla furia combattiva, sono incarnati dai potenti dell’economia e della politica. E come tutte le guerre, anche quella economica miete vittime umane e devasta interi territori. Basti guardare l’imponente strage di terreni e paesaggi che si sta verificando in Australia, dove spuntano come funghi le miniere di carbone destinato alla produzione di energia elettrica in Cina e in India, per rendersi conto della dimensione del problema [2]. E in Italia? Mentre la propaganda moltiplica le teletrasmissioni strutturate sul modello delle cartoline che offrono squarci di paesaggi accuratamente ripuliti da scorie impertinenti, l’ormai ex Bel Paese, già martoriato dalle piaghe croniche del cemento e dell’asfalto, si sta letteralmente riempiendo di pannelli solari e di enormi pale eoliche. Persino i crinali delle nostre montagne sono ad altissimo rischio in questo senso. A legittimare questa politica è il precetto religioso secondo cui a fronte di un prossimo esaurimento delle riserve di energie fossili bisogna comunque mantenere, se non addirittura aumentare, gli stessi standard produttivi incentivando la produzione di energia rinnovabile. Una delle conseguenze di questo trend frenetico e fanatico è la distruzione di paesaggi che da sempre hanno ispirato l’animo di illustri scrittori per i quali il cosiddetto 'viaggio in Italia' rappresentava una sorta di educazione alla bellezza. In epoche ancora non del tutto dominate dall'Economia, si riteneva che le bellezze naturalistiche costituissero una sorta di portale per accedere alle vette più sublimi dell’animo umano. Ma la contemplazione dei paesaggi è un bisogno tuttora radicato nella psicologia umana, anche se è talmente represso dalle esigenze economiche da risultare per molti irriconoscibile. Lo studio incrociato dell’antropologia moderna e della psicoanalisi permette di superare i nostri pregiudizi su questo tipo di vissuto a lungo ignorato o snobbato dallo spirito moderno. Questi studi mostrano che Natura e Psiche sono indissolubilmente legate, tanto che agendo sulla prima si agisce automaticamente anche sulla seconda [3]. Questo dipende dal fatto che sin dall’origine la Natura ha fatto da specchio e da supporto alla parte inconscia dell’uomo. Un po’ come se la Natura fosse diventata una sorta di memoria esterna dell’uomo... Un Hillman ispirato afferma che è nella Natura “… che l’anima dell’uomo ha avuto da sempre la sua dimora” [4] e che “… noi oggi tendiamo a dimenticare che l'anima non è solo dentro di noi, ma anche fuori di noi. E quando siamo in un giardino, che si tratti di un giardino asiatico o di un giardino alla francese o di qualunque altro tipo di giardino, si manifesta qualcosa dell'anima mundi. L'Anima del Mondo si rende visibile e, anzi, si mette in mostra” [5]. Al di là delle considerazioni filosofiche, il legame tra Psiche e Natura si manifesta concretamente nei grandi simboli dell’inconscio, quelli che ancora oggi ricorrono nei nostri sogni, come la Pietra, il Fiume, l’Animale, l’Uroboros, l’Albero, il Mare, la Grotta ecc., i quali non a caso appartengono tutti al regno naturale. Inoltre, il legame tra stati d’animo e paesaggi è piuttosto costante nei sogni. L’ambiente incide fortemente sulla Psiche e se teniamo alla nostra salute psicologica occorre riconsiderare al più presto il ruolo della Natura e il nostro rapporto con essa. Se l’Io nasce all’incirca tra il sesto e il diciottesimo mese di vita quando il bambino è in grado di riconoscere la propria immagine in una superficie riflettente [6] l’emergere del Sé sembra invece dipendere da un certa modalità di rapporto con la Natura. Per esempio, durante il rito del pejote l’indiano huichol percepisce la sua identità profonda quando ad un certo punto del suo pellegrinaggio scorge il proprio volto riflesso nello specchio delle montagne della Sierra. Sarebbe sbagliato ritenere che queste dinamiche valgono solo per culture lontane. Anche per noi moderni la contemplazione dei paesaggi naturali tende ad operare a favore di un ripristino dell’equilibrio interiore. Quando si fanno sedute in ambiente naturale anziché in studio [7] gli analizzandi tendono spontaneamente a diventare più contemplativi e non di rado giungono a sperimentare vissuti animistici. Quel che Jung chiama “realizzazione del Sé” presuppone un tipo di rapporto partecipativo con l’ambiente naturale e un profondo rispetto dei luoghi e delle altre entità naturali legati all’anima. È ora di rendersi conto che le esigenze psicologiche sono altrettanto concrete e importanti di quelle materiali. Non si può più fingere di non vederle. Psiche ha le sue esigenze profonde: scissa dalla Natura il rischio è di non poterle più soddisfare. In linea di massima il puntare sulle energie rinnovabili potrebbe rivelarsi un tornante molto positivo per la salute del pianeta, a condizione però che alle forme classiche di inquinamento dell’aria e dell’acqua non si sostituisca l’inquinamento dei paesaggi e dell’anima. Non mi stupirei se queste semplici considerazioni potessero avere per qualcuno il sapore di una autentica rivelazione. Esse squarciano per un attimo il velo illusorio steso dall'Economia. L’uomo è arrivato oggi ad un bivio: o accetta di guardare dentro di sé, di frenare i suoi appetiti, di rimettere in questione il sistema e di riscoprire il sacro legame che lo lega alla Natura, oppure perderà del tutto il contatto con l’anima e verrà travolto da quel daimon economico che già in parte lo possiede. [1] Gli antichi guerrieri nordici devoti al culto di Odino [2] Il video Eve of destruction [3] Vedi il mio La religione del dio Economia, CSA Editrice, Crotone 2009 [4] James Hillman, Politica della bellezza, Moretti e Vitali, Milano 2002 [5] James Hillman, Il piacere di pensare, Rizzoli 2004 [6] Jacques Lacan, Le stade du mirroir comme formateur de la fonction du je, in Ecrits, Seuil, Paris 1966 [7] Così avviene nell’approccio psicoanimistico

Commenti

Interessante questo articolo. Per cui se le energie rinnovabili fossero inquinanti per i paesaggi e per l'anima cosa facciamo? Continuiamo con le classiche forme di inquinamento? Come se l'inquinamento dell'aria, dell'acqua e della terra fosse paragonabile al terribile inquinamento dei paesaggi e dell'anima!
Bosca, 22-02-2011 02:22
è online il forum "Rinnovabili & Paesaggio" www.rinnovabiliepaesaggio.it, promosso dal Centro studi Solarexpo. Siete tutti invitati a partecipare.
Cecilia Bergamasco, 23-03-2011 12:23
"Per cui se le energie rinnovabili fossero inquinanti per i paesaggi e per l'anima cosa facciamo?" Semplice : impariamo a consumare meno . Prima riempiamo i tetti dei capannoni di pannelli . saluti Tao Ps: prima che qualcuno eccepisca , io in campagna , anzi montagna , ci vivo .
TaO, 24-03-2011 05:24
Anche io. Cosa c'entra?
Bosca, 25-03-2011 09:25
Ah oltre al fatto che anche io abito in montagna(e quindi posso eccepire) che continuo a preferire l'inquinamento del paesaggio a quello di acqua, aria e terra. Vorrei da aggiungere che la soluzione proposta da TaO non è semplice è semplicistica, visto che che non tiene conto della realtà dei consumi energetici italiani e mondiali.
Bosca, 25-03-2011 12:25
Bene ragazzi, anch'io ho scelto di vivere in montagna e anche sui nostri crinali, nell'appennino tosco-romagnolo, ci sono diversi progetti per la realizzazione di parchi eolici. Uno di questi è già in esercizio a due km in linea d'aria da casa nostra. Non è affatto bello ma ragazzi, cerchiamo di essere realisti. Per quanto apprezzi lo slancio di molti intellettuali come il suddetto, condivida la decrescita ed il "lato selvatico" della vita, non penseremo per davvero di risolvere la situazione con una conversione "mistica" delle nostre comunità. E se non lo pensiamo, allora, oltre che egoisti (il bello ce lo vogliamo godere noi e chi verrà dopo si arrangi) siamo anche ipocriti! Cordialmente, Luca
Luca Bartolucci, 27-03-2011 12:27
Allora quando vedrò un po' meno luci accese e un po' meno sprechi allora potrò prendere in considerazione la proposta di chi vorrebbe mettere nei prati i pannelli solari . Sono contrario a ettari ed ettari di pannelli solari per tenere accesi , che ne so , gli alberi di Natale ( o le insegne o i televisori ) . Posso esprimere una opinione senza essere tacciato di semplicismo ..... o no ? Visto che ci siamo : pure la soluzione delle rinnovabili è semplicistica ( molto ; però ad oggi fa tendenza e dunque .... :D ) , da sole non riusciranno mai a soddisfare i bisogni di energia, senza contare che le erogazioni saranno molto discontinue ecc ecc.... . Per molti versi è solo ...... lasciamo perdere . Facciamo così : io tengo la luce spenta e Bosca , davanti a casa , si fa mettere un bel parco fotovoltaico . E siamo tutti semplicistici e contenti ;-) Comunque continuo ad essere d'accordo con l'articolo :D . saluti TaO Ps: il riferimento alla montagna era dovuto al fatto che altrove si sosteneva che ad essere contrari (ad un uso indiscriminato , ci aggiungo io. Un uso intelligente si può anche valutare ) delle rinnovabili fossero solo persone di città .
TaO, 28-03-2011 12:28
Secondo me continui a sottostimare immensamente il tuo consumo energetico. Gli ettari di pannelli solari, le torri eoliche industriali, gli impianti idroelettrici e le centrali geotermiche non servono a tenere accese non solo luci degli alberi di natale o i televisori, ma anche i frigoriferi, le pompe dell'acqua, i depuratori, i macchinari medici, i treni e gli autobus elettrici, internet. Prova a farti un giorno senza usare niente che sia stato prodotto usando l'elettricità. Anche se riducessi i tuoi consumi elettrici del 50% continueresti a produrre metà dell'energia elettrica che consumi da fonte fossile. Per questo è necessario installare impianti di generazione di energia elettrica da tutte le fonti rinnovabili che abbiamo, investire in sistemi avanzati di accumulo e nel miglioramento delle tecnologie per migliorarne l'efficienza. La soluzione al problema del riscaldamento globale è complessa, non è semplice, e più non facciamo niente più diventa complicata. p.s. intanto il mio parco mi tiene acceso il figo e mi fa arrivare acqua potabile nel rubinetto la tua luce spenta lo sa fare?
Bosca, 28-03-2011 01:28
Bosca avevo scritto un lungo commento in risposta ma l'area commenti se l'è mangiato :-) e non ho più voglia di riscriverlo , almeno per oggi . :D Comunque il mio pensiero è diverso da quello che mi attribuisci tu . Le energie rinnovabili , purtroppo , non sono la soluzione definitiva . Dunque o ci diamo una mossa a modificare il nostro stile di vita o neppure se i pannelli ( senza contare i problemi di smaltimento del silicio ) ce li mettiamo anche sulla schiena riusciremo a risolvere la nostra "fame " energetica . Questo un po' il senso . Ah.... il mio commento precedente finiva con io che mi accingevo ad andare a tirare su l'acqua dal pozzo :D TaO Ps: per i gestori del sito . Se il commento mio precedente lo ritrovate da qualche parte , per favore , pubblicatelo . grazie e saluti . PPS : e comunque continuo ad essere d'accordo con l'autore dell'articolo :-)
TaO, 28-03-2011 02:28
Allora spiega meglio il tuo pensiero, visto che "cambiare il nostro stile di vita" è un esempio classico di Gattopardismo. Concordo anche io che la produzione/smaltimento dei pannelli fotovoltaici sia problematica. Ma il fotovoltaico è molto più importante nella tua strategia che nella mia. Le energia più efficienti ed ecologiche, nel senso che presentano meno problemi di smaltimento/produzione sono l'eolico e il solare termodinamico, che hanno un impatto paesaggistico notevole, a oggi. Inoltre la frase "purtroppo le rinnovabili non sono la soluzione definitiva", sa tanto di nucleare. Se sei di quella parrocchia allora possiamo discuterne. p.s. e per il frigorifero hai la ghiacciaia?
Bosca, 28-03-2011 03:28
Credo di averlo già spiegato il mio pensiero . NON sono a favore del nucleare , comunque e mi scoccia anche un po' doverlo dichiarare ( ricordi ? ero quello della lampadina spenta ? ) perchè vuol dire che non si è letto quel che ho scritto, ma si è partiti alla carica per partito preso. Comunque sono responsabile di ciò che scrivo non di ciò che tu capisci . Le energie rinnovabili non riusciranno mai a coprire il fabbisogno energetico . Mai . Dunque o ripensiamo al nostro stile di vita o la ghiacciaia ce la sogniamo ( e comunque preferisco godermi il panorama che vedo dalla finestra che la birra ghiacciata . Sempre non considerando che posso andarla a mettere nel torrente )tutti . E non solo quella . E comunque ( smaltimento silicio a parte ) non sarebbe meglio metterli sui tetti dei capannoni i pannelli fotovoltaici ( e sempre che non servano a illuminare qualche insegna ecc ecc ) che su un prato ( esempio , ce ne sarebbero altri ) ? A questo mi piacerebbe fosse data risposta ..... Ho la netta sensazione che più che Il Cambiamento ( che comunque , volenti o nolenti , arriverà ) si voglia un generico cambiamento , solo esteriore , per continuare ad usufruire di questo tipo di "sviluppo" ( anche se, credo, non sarà più possibile ) e annessi benefici , costi quel che costi . Ma potrebbe essere solo una mia impressione ....... speriamo ..... speriamo che si vogliano i pannelli per far funzionare gli apparecchi medicali e non anche e solo per avere la birretta fresca in estate .... saluti TaO
TaO, 28-03-2011 05:28
Dimenticavo : faccio parte di un gruppo che non rigetta per principio l'utilizzo delle fonti rinnovabili ,solo che non le considera come parte eventuale di un progetto diverso , Altro .
TaO, 28-03-2011 06:28
Innanzi tutto vi ringrazio per questo sincero confronto. Personalmente apprezzo le ragioni di entrambi ma c'è un fattore che deve essere considerato: il tempo. Sono con te, caro TaO, quando affermi che senza una evoluzione culturale, senza una rivoluzione dei costumi, nessuna tecnica risolverà il problema. Ma quanto tempo è necessario per l'affermazione di un nuovo pensiero? Dagli inizi della rivoluzione industriale sono passati 150 anni... qui invece il tempo stringe perchè i danni che stiamo infliggendo all'equilibrio biologico del "sistema terra" sono enormi. Capisco il tuo sentimento, quando ci si guarda attorno, nelle città, è avvilente. Tuttavia qualcuno in buona fede c'è, non vale la pena provarci anche solo per quei pochi? Cordialmente, Luca
Luca Bartolucci, 28-03-2011 10:28
Il frigo non serve a tenere fredda la birra, impedisce agli alimenti di marcire. Il problema è che è seguendo la tua teoria di un generico e non definito cambiamento di stile di vita, che siamo sicuri di mantenere l'attuale sistema. Inoltre il problema, anche se a te piace molto, non è il fotovoltaico, che può giustamente essere installato su edifici, anche se questo ne riduce l'efficienza, che già non è eccelsa. Il problema è che l'eolico e il solare termodinamico per essere efficienti hanno bisogno di impianti di grossa taglia e localizzati nelle aree dove al risorsa vento e la risorsa sole sono più forti. Spegnere la lampadina non serve a niente da solo. Come le rinnovabili non servono da sole. Rinnovabili e risparmio vanno di pari passo, solo che noi oggi consumiamo tantissimo e anche se risparmiamo tantissimo, come dicevo il 50% della nostra energia (che non è una diminuzione pensabile da raggiungere), continuiamo ad avere un sistema di vita che si basa sulle energia fossili, che sono esauribili e alterano il clima. Per cui non dobbiamo risparmiare un pò e fare un pò di pannelli solari. Dobbiamo risparmiare tantissimo e produrre tantissima energia da fonte rinnovabile.
Bosca, 29-03-2011 09:29

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