Filosofie per uscire dalla crisi: Marx o Latouche?

Sabato 28 aprile alle 17.30 presso la Libreria 'Il Mattone' di Roma - Via Bresadola, 12 - si terrà il secondo incontro del Corso sulla Decrescita Felice, organizzato in collaborazione con COOPI e intitolato 'Filosofie per uscire dalla crisi: Marx o Latouche?' Partecipa Daniel Tarozzi, direttore responsabile del giornale online Il Cambiamento.

Filosofie per uscire dalla crisi: Marx o Latouche?
Sabato 28 aprile alle 17.30 presso la Libreria 'Il Mattone' di Roma - Via Bresadola, 12 - si terrà il secondo incontro del Corso sulla Decrescita Felice, organizzato in collaborazione con COOPI. L'incontro, intitolato Filosofie per uscire dalla crisi: Marx o Latouche? si avvarrà della partecipazione di Daniel Tarozzi, giornalista e direttore responsabile del giornale online Il Cambiamento, e di Paolo Forestieri, ricercatore ISTAT. "Non esiste sviluppo sostenibile. E una crescita infinita non è possibile in un pianeta che è 'finito'. Dunque la decrescita è ineluttabile: l'alternativa è tra un processo improvviso, che avvenga in modo drammatico, e uno consapevole, graduale e, perché no, felice" spiegano gli organizzatori del corso, partiti proprio dai concetti portati avanti da economisti quali Serge Latouche in Francia e Maurizio Pallante in Italia. Un viaggio lento in quattro tappe, spiegano sempre gli organizzatori, partito il 14 aprile e che si concluderà il 26 maggio, che include dibattiti di riflessione e laboratori pratici. Il prezzo dell'ingresso è di 6 euro, per gli studenti è prevista una riduzione a 4 euro. VAI AL CALENDARIO DEGLI INCONTRI

Commenti

Niente filosofie ma atti, atteggiamenti che rispecchino la scelta fondamentale della 'decrescita', la scelta - conditio sine qua non - per la vita che deve continuare. Sine qua non.
carlo carlucci, 26-04-2012 02:26
Se mi sembra inconfutabile che lungo il corso dei secoli l'umanità sia stata vittima di riupetute cadute in carestie, conflitti bellici, epidemie, disastri naturali e umani, ideologie totalitarie, crisi produttive e altre disgrazie di portata generale, il fatto che la popolazione sia stata in continuo aumento deporrebbe a favore della tesi che comunque la speranza o fiducia di e nelle risorse è finora maggiore allo sconforto o allarme per il loro venir meno. Su queste due proiezioni della volontà si basano in fondo i variegati atteggiamenti socio economici e politici assunti nel tempo dalle due direttrici politiche antagoniste delle cosiddette DESTRA e SINISTRA. Pensare che le risorse siano oggettivamente destinate ad esaurirsi comporta inevitabilmente la scelta di una scala di comportamenti, individuali e poi collettivi e politici, che va dall'accaparramento accumulatorio per sè all'accaparramento forzoso ( pressioni belliche e condizionamenti economici ) per i propri nuclei di potere di sopravvivenza : si pensi all'attuale tendenza dell'acquisto a prezzi ricattatori di terreni agricoli nelle terre di popolazioni non industrializzate, accaparramenti effettuati per i bisogni agro-alimentari futuri delle proprie popolazioni che hanno metallizzato e cementificato il proprio spazio agricolo. La crudeltà e l'ottusità di questa direttrice accumulatoria viene mascherata e assistita dalla propaganda che la progressiva riduzione dei livelli di tenore di vita delle popolazionii dei paesi più ricchi creerebbe maggiore redistribuzione di sopravvivenza per tutti ! Ma ve lo immaginate il "palestrato" e la " sempre giovane" nostrani rinunciare ai piacere della sicurezza e dell'esibizione in nome del rispetto dovuto ai...poveracci ...fatti immigrare davanti ai suoi cancelli e fortilizzi per fare i lavori necessari che però loro non sanno o non vogliono più fare? Per il momento mi fermo qui, prima cioè di passare ad esaminare la seconda direttrice. E mi fermo per pensare e riflettere sulle sulle strategie storicamente attuate e sulle conseguenze attualmente rilevabili, strategie e conseguenze di questa direttrice accumulatoria. Hanno due soli nomi: sanzioni economiche e guerre all'esterno e restrizioni di potere d'acquisto e asservaggio della forza lavoro all'interno. Guerra esterna e guerra interna, il micidiale mix in mano e in mente agli accumulatori, che sanno bene quali sono i paletti invalicabili perchè la strategia possa continuare e rinnovarsi al riparo dell'insorgenza popolare.
Franco, 26-04-2012 06:26

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