Giappone, riapre la centrale nucleare più grande del mondo

A poco più di due anni dal disastro di Fukushima, il Giappone apre la strada al ritorno del nucleare. La Tepco, gestore della centrale colpita dal sisma/tsunami dell'11 marzo 2011, intende infatti far ripartire entro fine luglio la mega centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, la più grande al mondo.

Giappone, riapre la centrale nucleare più grande del mondo
A poco più di due anni dal disastro di Fukushima, il Giappone apre la strada al ritorno del nucleare. La Tepco, gestore della centrale colpita dal sisma/tsunami dell'11 marzo 2011, intende infatti far ripartire entro fine luglio la mega centrale nucleare di Kashiwazaki-Kariwa, la più grande al mondo. L'utility ha infatti deciso di presentare alla Nra, la nuova Authority nipponica sulla sicurezza, la richiesta per riavviare due reattori dell'impianto della prefettura centro-occidentale di Niigata, al termine del completamento dei lavori sulla “sicurezza rafforzata”. La centrale di Kashiwazaki-Kariwa, capace di produrre ben 8.210.000 kilowatt, è stata inaugurata nel 1985 ed è stata ampliata fino ad avere oggi sette reattori. L'intenzione della Tepco non costituisce una mossa isolata: altre utility si avvierebbero a fare lo stesso, anche in considerazione del rischio di blackout durante il periodo estivo. Hokkaido Electric Power, continua lo Yomiuri, vorrebbe riattivare l'impianto di Toimari (in Hokkaido); Kansai Electric Power quello di Takahama (prefettura di Fukui); Shikoku Electric Power quello di Ikata (prefettura di Ehime); infine, Kyushu Electric Power punterebbe a due centrali, Satsuma-Sendai (prefettura di Kagoshima) e Genkai (prefettura di Saga). Intanto uno dei due reattori nucleari, situati a Tsuruga nel Giappone meridionale, é stato fermato in via precauzionale in quanto si trova sopra una faglia attiva. La commissione,Japan Atomic Power Company, sta valutando i rischi reali prima di effettuare un eventuale smantellamento. Attualmente in Giappone sono attivi solo due reattori su cinquanta, chiusi in via precauzionale dopo il disastro di Fukushima.

Commenti

ma allora in giappone se le vanno a cercare le disgrazie.la notizia mi pare incredibile,assurda,pazzesca.
luigi, 21-05-2013 06:21
Ma allora sti giapponesi cercano l'erba che non è nata. Fuor di metafora vanno cercando guai ,come se fosse poco l'apocalisse che hanno vissuto qualche anno fa. Mah chi è causa del proprio male pianga se stesso. Cosa si può dire?Contenti loro contenti tutti.
turiddu, 23-05-2013 10:23
purtroppo quando si intraprende una strada come quella della produzione di energia elettrica da fissione, la via del ritorno è insostenibile. Per un paese altamente industrializzato come il giappone, la cui tecnologia necessita di enormi quantitativi di energia a basso costo, riconvertire a fonti fossili avrebbe costi stratosferici e darebbe più svantaggi che benefici, ovvero le esalazioni del carbone aumenterebbero l'incidenza di tumori di svariati ordini di grandezza, se non i costi ovviamente. l'unica strada è investire in sicurezza, ovvero realizzare o ristrutturare le centrali con standard più elevati. Solo le centrali nucleari possono garantire energia pulita a costi ridottissimi, senza produrre anidride carbonica. Con le nuove tecnologie a disposizione anche le scorie possono venire riutilizzate per generare energia. tenendo conto che la fissione è ciò che potrà garantire l'accensione dei reattori a fusione, totalmente puliti, fornirebbero energia abbondante oltre le necessità. Ma abbandonare la strada intrapresa vuol dire perdere decenni di studi e di sforzi conpiuti verso il progresso, la produzione e distribuzione di energia disponibile per tutti i popoli della terra. Aumentare la produzione di energia da nucleare darebbe benefici in tutti i settori, dall'agricoltura, l'industria, i trasporti, l'edilizia.
lorenzo, 21-05-2015 08:21
Dobbiamo riformare il nostro sistema economico, non abbiamo scelta. Se il Giappone ha bisogno delle centrali nucleari per sopravvivere deve rivedere le sue politiche, ridurre i consumi, convertirsi a economie locali meno energivore, avere un impatto sulla natura non distruttivo. Sembra incredibile ma non abbiamo scelta. Sperare nelle scoperte scientifiche per perpetrare un'economia della crescita così distruttiva porterà alla catastrofe.
elisabetta, 22-05-2015 01:22

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