Il vademecum per un Natale sostenibile

Basta con i Natali all'insegna del consumismo sfrenato, dei lustrini fasulli che ammantano una triste realtà fatta di vuoto di valori e indigestione di sprechi. Cerchiamo di affrontare le feste con la giusta sobrietà, che non vuol dire privarsi della gioia di stare insieme e condividere la sacralità di questi momenti: anzi!

Il vademecum per un Natale sostenibile

Alberi finti di plastica nuovi di zecca o alberi veri tagliati, giocattoli usa-e-getta destinati a rompersi in quattro e quattr'otto, regali inutili, lustrini fasulli: basta, diciamo basta! C'è modo di vivere il Natale senza sprechi e a basso impatto. Il WWF, come ogni anno, dà qulalche dritta per orientarsi in proposito.

L’ALBERO SOSTENIBILE

Per avere un albero sostenibile (e anche “diverso”), la cosa migliore è addobbare ciò che già abbiamo, le piante che sono in casa o sul terrazzo o gli alberi in giardino o acquistare qualche sempreverde come il ginepro, il corbezzolo, l’arancio o il limone. Una volta passate le feste, se non si ha lo spazio sufficiente per tenerle in terrazzo, si possono ripiantare facilmente. Qualora si desideri rispettare la tradizione scegliendo un abete, è importante acquistare un albero coltivato da un produttore locale (così da avere tutti i vantaggi ambientali del consumo a km 0) secondo i principi dell'agricoltura biologica o in alternativa proveniente da una coltivazione che certifichi la gestione responsabile del bosco e della filiera del legno, scongiurando il rischio che il vostro acquisto possa contribuire alla distruzione di una foresta. Ovviamente il vostro abete sarà in possesso di un apparato radicale sano e sarà quindi importante prevedere da subito la sua destinazione futura. Nelle varie città d’Italia si organizzano ogni anno dopo le feste raccolte di abeti: quelli vivi vengono ripiantati in parchi, giardini o aree prescelte, quelli non in condizione di essere ripiantati, invece, sono destinati alla trasformazione in compost. Esistono però una miriade di soluzioni alternative all’albero “vero”, adatte anche all’esterno, che non prevedono la plastica, e in particolare il PVC (che ha un elevato impatto ambientale legato suo ciclo produttivo) ma realizzati con materiali di riciclo o di recupero (legno, vetro, metallo, cartone…) e che hanno dalla loro, oltre alla sostenibilità, l’originalità e la possibilità di riutilizzo. In questo ambito le soluzioni creative sono infinite! Secondo stime recenti negli ultimi anni sono stati oltre 3,5 milioni gli abeti veri acquistati per essere addobbati in occasione del Natale.

LUMINARIE “SALVA-CLIMA”

Illuminare case e strade 24 ore al giorno comporta un incredibile aumento dei consumi elettrici e quindi delle emissioni di CO2. Meglio utilizzare lampadine e luminarie a Led che consumano fino all’80% di energia in meno delle vecchie luci a incandescenza. È vero che le luci Led costano di più rispetto alle luminarie tradizionali, ma l’investimento iniziale viene facilmente compensato dai consistenti risparmi in bolletta. Le luci led hanno inoltre una maggiore longevità: possono durare fino a 30 volte di più rispetto a quelle a incandescenza, il che consente di utilizzarle per molti anni prima di doverle sostituire. Oltre a ottimizzare il consumo di energia, le luci Led sono più sicure in quanto generano poco calore, minimizzando il rischio di incendi dovuti al surriscaldamento delle decorazioni natalizie. Un altro accorgimento fondamentale è spegnere le luci quando non servono, un timer può aiutare ad impostare i tempi di illuminazione opportuni. Per l’esterno, esistono luminarie molto efficienti dotate di un piccolo pannello fotovoltaico: con un’ora di sole illuminano fino a 10 ore! Infine un piccolo stratagemma: posizionate degli specchi in casa in modo da far riflettere le luci già installate: non costa e non consuma niente ed è di sicuro effetto!

CENONE ‘LEGGERO’, ALMENO PER LA “TERRA”

Per il cenone scegliamo ricette a base di ingredienti locali e di stagione, ridurremo l’impatto di ciò che mangiamo e guadagneremo in gusto e freschezza dei prodotti. Mangiando prodotti delle nostre terre eviteremo inoltre di contribuire a promuovere prodotti esotici il cui viaggio fin sulle nostre tavole alimenta le già elevate emissioni di CO2. Fatte salve le tradizioni italiane, cerchiamo anche nei giorni di festa di ridurre i consumi di carne, soprattutto quella bovina, questo farà bene alla nostra salute e al clima del Pianeta. I protagonisti indiscussi delle festività natalizie sono il pesce, i crostacei e i frutti di mare. Per scegliere il pesce sostenibile il WWF mette a disposizione una guida  con una serie di consigli per gli acquisti generali e specifici per alcune specie, per iniziare a comprendere la complessità legata alla sostenibilità del consumo di pesce. In particolare quando scegliamo i prodotti ittici provenienti dall’estero proposti dalla grande distribuzione organizzata, è importante acquistare quelli certificati MSC o ASC, cioè con i marchi più attendibili che attestano la sostenibilità della pesca. Mentre nel contesto Mediterraneo, non è solo questa la strada per un consumo responsabile, ma è importante scegliere prodotti della pesca locale e artigianale a “miglio zero”. A parità di apporto calorico, la produzione di carne bovina richiede 28 volte più terra, 11 volte più acqua e 6 volte più fertilizzanti - e libera 5 volte più gas serra - rispetto alla produzione di altre carni, uova e prodotti caseari. Questi alimenti, a loro volta, richiedono da 2 a 6 volte le risorse necessarie a produrre grano, riso o patate per un valore calorico equivalente

‘LISTA ROSSA’ A TAVOLA? NO GRAZIE

A Natale non siamo forse tutti più buoni? Proviamoci, cominciando dalla tavola ed evitando prodotti come il patè de foie gras (il patè di fegato d’oca) che comporta enormi sofferenze agli animali, i datteri di mare, la cui pesca è vietata dal 1988 in Italia e dal 2006 in tutta la Comunità Europea visto che questi molluschi vivono all'interno delle rocce e la loro pesca distrugge interi escosistemi marini. Evitiamo anche aragoste, astici e granchi che vengono cucinati con metodi che causano grande sofferenza agli animali. Il caviale è ricavato dalle uova di diverse specie di storioni, molte delle quali sono già commercialmente estinte in molte aree del pianeta. Fondamentale scegliere caviale certificato MSC o da acquacoltura anch’essa certificata. L'anguilla, in particolare la femmina detta capitone, e sue larve, le cieche, costituiscono piatti tradizionali del centro sud dell’Italia. L’anguilla è oggi classificata come "In pericolo critico" dalla Lista Rossa IUCN, che è il gradino immediatamente precedente l'estinzione, quindi lasciamo da parte le superstizioni (è un piatto natalizio perché evocava la sconfitta del male) e pensiamo alla conservazione di questa specie.

SEPARATELI… IN CASA

Il Natale, ogni anno, porta con sé tanti rifiuti da smaltire. Per fare un regalo all’ambiente e vivere questa ricorrenza in modo più ‘green’ occorre essere informati sul corretto conferimento di tutti i materiali, così da avviare il maggior numero possibile degli scarti ad un corretto recupero. I rifiuti organici rappresentano una frazione importante quando si cucina molto: è fondamentale smaltirli nella frazione organica dei rifiuti o nella compostiera di casa. La carta da regalo dorata, argentata o lucida deve essere buttata nell’indifferenziato così come i nastri e i fiocchi colorati che decorano i pacchi dono. Il packaging rappresenta il 60% dei rifiuti che produciamo e i giocattoli e gli apparecchi elettronici ne hanno moltissimo: separiamo i componenti in carta e cartone, plastica e polistirolo..quando ciò non è possibile l’involucro andrà gettato nell’indifferenziato. Ma soprattutto cerchiamo di ridurre i rifiuti a monte! esistono regali che minimizzano i rifiuti, come abbonamenti, spettacoli, corsi, concerti, mostre. Anche se abbiamo tanti ospiti evitiamo le stoviglie in plastica usa e getta, optando in caso di assoluta necessità per quelle in bioplastica che possono essere smaltite (anche sporche) con gli scarti alimentari.

MENO TEMPO NEL TRAFFICO, PIÙ TEMPO PER SCEGLIERE

Il traffico è così connaturato al periodo natalizio da indurci a pensare che sia un male necessario ….e invece no! Esiste un modo per fare shopping in modo sostenibile alternando passeggiate a piedi, bici e servizi pubblici. Portiamo con noi una bella sporta riutilizzabile per trasportare i nostri acquisti e per poi impacchettarli nel modo più green possibile.

PACCHETTO GREEN

Un foglio di giornale, una pagina di un libro o un vecchio spartito possono diventare una bellissima carta regalo, dall’effetto assicurato. Per completare il pacco regalo potete usare lo spago da cucina, aggiungendo delle bacche rosse. Un pezzo di stoffa, un foulard possono sostituire la carta ed essere molto eleganti. Se invece cercate soluzioni più semplici e veloci, un rotolo di carta da regalo certificata FSC farà al caso vostro!

NO AL NATALE ‘SPRECONE’

Vista l’abbondanza che caratterizza le feste natalizie, cerchiamo di ridurre al massimo gli sprechi di risorse (come energia, acqua, materie prime) in primis a tavola: stiamo attenti a conservare bene quello che abbiamo acquistato e a non buttare quello che avanza! Lo spreco alimentare rappresenta oggi non solo un’emergenza etica ed economica, ma anche ambientale. E i 4/5 del totale dello spreco di cibo nel nostro paese avviene a livello domestico: ogni famiglia spreca, solo di cibo,360 euro l’anno. Questo enorme spreco di cibo ha pesanti ripercussioni ambientali: è infatti un enorme spreco di risorse naturali preziose, come l’acqua, il suolo che sono servite a produrre un cibo che non ha nutrito nessuno. Su oneplanetfood.info, nella sezione Ricette verdi, anche tante idee per riciclare gli avanzi e imparare ad utilizzare ogni parte degli ingredienti, cercando di limitare al minimo gli scarti: un atteggiamento vantaggioso e insieme responsabile per noi e per l’ambiente.

REGALI CHIC? SALVIAMO LE SPECIE PROTETTE

Ogni volta che regaliamo indumenti, souvenir, prodotti che potrebbero derivare dal commercio illegale di animali e piante abbiamo una grande responsabilità. Potremmo essere attratti da regali molto ‘chic, come scialli di shahtoosh, una delle lane più soffici e pregiate del mondo che si ricava però uccidendo le antilopi tibetane (Pantholops hodgsonii), oggi ridotte sull’orlo dell’estinzione. L’antilope ha sul petto e sulla gola un sottopelo finissimo, il 30% più sottile della seta e il 50% più sottile della lana di pecora, e per ottenere la lana sufficiente per uno scialle devono essere uccise fino a 5 antilopi. Sempre in tema di lane pregiate, la vigogna (Vicugna vicugna), animale sacro per gli Inca, è stata portata sull’orlo dell’estinzione per averne il vello. Dei 2 milioni di esemplari, nel 1960 le vigogne rimaste erano appena 5mila. Nel 1976 il commercio della sua lana venne vietato, riducendo notevolmente il rischio di estinzione, molto alto fino a pochi anni prima. A ancora, le pellicce, dopo l’opportuno ostracismo negli anni Novanta, stanno oggi tornando di moda. Acquistare una pelliccia di animali in estinzione come leopardi, ocelot e tigri alimenta il mercato nero internazionale e mette in serio pericolo la sopravvivenza di queste specie, già fortemente a ridotte. Di fronte agli incalcolabili danni per l’ambiente, le sofferenze atroci per gli animali (il che vale anche per gli animali allevati ad hoc) e l’esistenza di alternative etiche soddisfacenti, non è ora che siano le pellicce ad andare verso l’estinzione? La lista è ancora lunga e annovera ossa di cetacei intarsiate, prodotti ricavati da zanne e pelle di elefante, alcuni coralli e conchiglie, articoli in tartaruga e carapaci di testuggine. Attenzione perché si tratta di prodotti che in natura hanno un costo altissimo: oltre a minacciare molte specie in via di estinzione, rafforzano le reti criminali, minano la sicurezza nazionale, impoveriscono le comunità locali e comportano rischi crescenti per la salute globale.

REGALI CON L’”ETICHETTA” GIUSTA

Se per Natale hai deciso di regalare un nuovo apparecchio elettronico o un elettrodomestico scegli il modello a più alta efficienza, controllando i consumi riportati sull’etichetta energetica. Anche se costerà un po’ di più, i consumi sono talmente più bassi di quelli dei modelli meno efficienti che l’investimento rientrerà dopo poco tempo di utilizzo. Considera che rispetto ad un elettrodomestico acquistato 10 anni fa, uno nuovo di classe A+++ fa ridurre i consumi elettrici del 50%, con quindi un grande risparmio per le emissioni di CO2 e per il portafoglio. Il sito web TopTen , un progetto finanziato dall’Unione Europea, mostra e compara oltre 1000 prodotti a basso impatto ambientale.

 

 

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