Immigrazione: i nuovi schiavi servono per la crescita

All’epoca degli schiavi d’America, si portavano via le persone con la forza; adesso gli stessi schiavi vengono in Europa attirati dall’Eldorado o perchè scappano da guerre e miseria alimentate direttamente da noi occidentali.

Immigrazione: i nuovi schiavi servono per la crescita

Fare arrivare in Italia migliaia di persone ha come unico e solo obiettivo quello di favorire la crescita del paese in ogni senso, economico e demografico, dato che da noi i figli non si fanno praticamente più. Schiavi disposti a fare qualsiasi lavoro per pochi spiccioli e quindi ingrassare industriali senza scrupoli, caporali e schiavisti di ogni sorta. Anche il paventato pericolo della prostituzione e dello spaccio di droga dovrebbe essere salutato con favore da chi crede nella crescita, dato che entrambi questi aspetti contribuiscono ufficialmente all’innalzamento del PIL.

Con la Merkel in testa, i paesi ariani che non fanno figli sono sempre più popolati da anziani e c’è disperato bisogno di gente che lavori e paghi loro le pensioni. Ai governi italiani o tedeschi non interessa nulla degli aspetti umanitari, sempre ultimi in ogni agenda di intervento e molto dopo la crescita che viene prima di tutto. Se interessano gli aspetti umanitari perché non si cessa l’appoggio e gli accordi commerciali ed economici a regimi autoritari che reprimono nel sangue le popolazioni? Perché non si cessa la vendita di armi ovunque anche attraverso le tante banche armate italiane? Perché l’ENI a partecipazione statale è sempre in prima fila a fare affari con qualsiasi governo a scapito dell’ambiente e di ogni popolazione? La stessa politica dello Ius Soli da parte del PD non ha niente a che vedere con i riconoscimenti di diritti, visto che in ogni campo i diritti vengono costantemente calpestati: diritti dei lavoratori, diritto alla casa, diritto ad ambiente, cibo, acqua, aria sana, diritto alla salute, diritto ad un lavoro dignitoso. Ogni dato economico parla chiaro: gli schiavi fanno bene all’economia mafiosa e ufficiale, che si sostengono a vicenda e che supportano i vari governi ormai tutti di destra, dove per destra nel caso italiano si intende dal PD e suoi partitini transfughi in poi, visto che anche la cosiddetta sinistra è solo un patetico scimmiottamento delle politiche di destra.  A causa di questo perverso disegno di crescita economica, masse di disperati vengono sfruttati in ogni modo e con questa strategia si ricattano anche gli altri lavoratori che non accettano di essere sfruttati e da qui ne consegue lo sgretolamento di ogni diritto di tutela del lavoratore. C’è però da dire che la concorrenza da questo punto di vista con i bianchi ariani, non è poi così forte dato che sono ben pochi gli italiani che fanno o farebbero lavori simili a quelli degli schiavi ma non solo per il conseguente sfruttamento ma anche perché lavori manuali o faticosi, gli ariani non ne vogliono più fare. Tanti lavori come muratori, manovali, elettricisti, idraulici, falegnami o tuttofare, sono appannaggio soprattutto di ex schiavi dell’est europeo delle precedenti ondate migratorie, perché l’italiano che vuole avere un posto fisso a vita, non importa quale e riempie interi palasport per un concorso,  inorridisce di fronte ad un cacciavite. E così oltre che avere una massa di disoccupati che aspetta il posto fisso, si perde una parte eccezionale delle capacità italiane che era proprio quella manuale dato che siamo un paese che ha realizzato opere di spettacolare bellezza e maestria. Le manine adesso digitano sui cellulari e ci si illude che la bellezza si costruisca attraverso qualche click mentre gli schiavi nel nostro paese e in altre parti del mondo, lavorano per noi.

Gli schiavi sono poi la fortuna dei partiti razzisti che hanno facile gioco a fare montare la rabbia contro i disperati e il risultato non può che essere una lotta fra poveri che è sempre propedeutica a chi comanda (dividi et impera) e aumenta il consenso di governi autoritari. E con la falsa promessa di sicurezza, tacendo di tutti i crimini che l’occidente compie e che determinano anche l’arrivo di rifugiati, salgono al potere persone che sulla paura costruiscono politiche altrimenti inesistenti. La politica della paura del diverso, dell’altro, tacendo però che senza il diverso, senza l’altro, ad esempio, avremmo il caos a livello sociale, basti pensare anche solo  alle badanti che se scioperassero per una settimana il paese sarebbe nel panico.

L’obiettivo dell’arrivo di schiavi da parte del sistema della crescita è anche creare dei perfetti consumatori che a prezzo di enormi sacrifici e sfruttamento possano diventare come noi, macchine per acquisto compulsivo. Noi ci siamo comprati già tutto e un motivo per cui il PIL non cresce sufficientemente è anche questo, cosa altro vogliamo comprare se la casa è già strapiena di roba per la maggior parte superflua? C’è bisogno di nuovi consumatori che partano da zero esattamente come chi arriva qui senza nulla. E proprio perché le persone fanno sacrifici enormi, acquisteranno qualsiasi cosa li possa allontanare dalla miseria e privazione da cui provengono. Saranno i migliori e più feroci difensori del consumo cioè dello spreco,  perchè ottenuto a prezzi altissimi. Esattamente come quello che hanno fatto i nostri migranti in giro per il mondo e nel nord Italia allargando le fila degli iper consumatori ed esportando tra l’altro un fenomeno tipicamente italiano che non è solo la pizza ma la mafia in tutte le sue declinazioni. E da parte degli italiani che hanno esportato criminalità ovunque, dire che chi arriva qui è un criminale, è davvero singolare, avendo vinto noi il premio Oscar mondiale della specialità ormai innumerevoli volte.

In merito alla questione dell’accoglienza, a differenza della Germania che per la sua organizzazione e ricchezza economica potrebbe ospitare tranquillamente tutta l’Africa, noi siamo un paese che non riesce a organizzare decentemente nemmeno i suoi bianchi ariani abitanti sul sacro suolo italico, figuriamoci qualcuno che arriva da fuori che non sia un miliardario o già ricco di suo. Nella più totale disorganizzazione e assenza di qualsiasi pianificazione, è chiaro che fare arrivare qui ondate di disperati significa creare le basi per inevitabili conflitti pur di fare crescere il PIL.  Episodi come quello recente di Roma con scontri tra forze dell’ordine e migranti, sembrano frutto della solita regia per esasperare ulteriormente gli animi e per mettere ancora più in difficoltà l’attuale sindaca Raggi a cui si imputa qualsiasi nefandezza nonostante si ritrovi a gestire una città fra le più ingestibili al mondo e ha ereditato decenni di malaffare e clientelismo ai massimi livelli.  Ma a prescindere dai fatti di Roma, pensare che persone dalle culture diversissime in situazioni di precarietà assoluta, possano convivere pacificamente come per incanto, come in una favoletta, significa non conoscere nemmeno le basi di quello che è la gestione delle differenze e dei conflitti. In Italia ci si prende a sprangate fra vicini ariani, si può facilmente immaginare cosa possa succedere con gente che parla un'altra lingua, ha altre usanze, cultura e altra religione, nonostante in Italia ormai la religione la seguano davvero in pochi essendo passati a religioni più convenienti come quella del denaro. Per la gestione delle problematiche attuali e future con i migranti, più che polizia si dovrebbero mandare mediatori, gestori di conflitti, facilitatori e i palasport si dovrebbero riempiere di persone che vogliono fare questi lavori e formarsi in questi campi, non fare il bancario o il passacarte di qualche ufficio.

Abbiamo detto già in passato  quali possono essere le soluzioni reali del problema ed esempi pratici di un vero aiuto “a casa loro” sono progetti come quelli della creazione di migliaia orti in Africa da parte di slow food.

Occorre quindi cambiare completamene politica e approccio nei confronti del cosiddetto terzo o quarto mondo finendola di servirsi degli schiavi e di esportare nei loro paesi armi, guerre e sfruttamento bestiale, in modo che le persone non siano spinte o costrette a riversarsi in massa da noi. Bisogna costruire poi una società di mediazione e convivenza senza pensare però che tutto ciò sia fattibile semplicemente con il volontariato o l’impegno civile ma attraverso una attenta e accorta politica di organizzazione e supporto che prenda in considerazione le problematiche e i diritti di tutti i disperati, che siano di razza ariana e con il pedigree giusto o di altre razze, componenti comunque dell’unica razza che esiste che è quella umana. 

 

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