Lampedusa: il premio nobel per la pace e l'emergenza CIE

Giornata concitata quella del 30 marzo sull’isola di Lampedusa, crocevia delle richieste di sgombro avanzate dagli abitanti per un ripristino della normalità, dei migranti di essere spostati e non espulsi e delle resistenze di alcune autorità locali italiane ad approntare tendopoli per i trasferimenti.

Lampedusa: il premio nobel per la pace e l'emergenza CIE
Poco dopo l’alba di ieri l’Excelsior, la prima delle sei navi giunte mercoledì, ha lasciato Lampedusa con a bordo circa 1.500 tunisini da trasferire a Taranto. L’isola ha accolto finora il peso più gravoso dell’ondata migratoria le cui ripercussioni investono, con il nuovo centro di Mineo, la chiusura dell’aeroporto di Trapani e l’attività del FOB Nato (unico per il rilevamento di qualsiasi movimento aereo) a Birgi, tutta la Sicilia. Ad arrivare per prime, mercoledì, le navi annunciate tre giorni fa per liberare l’isola. L’imbarcazione militare San Marco si fermava in rada alle ore 6:30 per far salire a bordo circa 550 passeggeri, quando ancora non era stato deciso lo smistamento degli immigrati. Qualche ora dopo, la Catania (capienza, 1800 passeggeri) della Grimaldi attraccava a Cala Pisana. Altre 4 navi analoghe sono via via arrivate per eseguire i 10.000 trasferimenti del piano che a fine mattinata il premier Berlusconi, giunto in aereo alle 13.25, avrebbe esposto alla cittadinanza alla presenza dal governatore Lombardo. Nell’arco temporale di 48-60 ore a partire da ieri, Lampedusa dovrebbe essere – a detta del Capo del Governo – svuotata dai migranti per essere restituita ai lampedusani. Per citare l’affermazione alla lettera, "abitata soltanto dai lampedusani". A tale assicurazione il premier ha aggiunto l’incessante presenza di una nave attraccata per trasferire gli sbarcati, a mano a mano che arriveranno. Inoltre, l’esercito ripulirà l’isola, fondi straordinari risarciranno gli abitanti per il sacrificio cui sono stati sottoposti. Fin qui, è stata data una positiva risposta alle rimostranze espresse nel mese in corso sull’isola dai cittadini, esplosi solo due giorni fa in una ribellione guidata dalle donne. È arrivata, tuttavia, anche una promessa non richiesta, secondo cui, una promozione turistica eccezionale farà di Lampedusa la nuova Sardegna e la candiderà, per iniziativa di Berlusconi, al premio Nobel per la Pace. A chiusura del programma, il premier ha annunciato di avere comprato la notte precedente una casa nell’isola... A Lampedusa, "potrebbe tra l’altro sorgere anche un campo da golf" ha detto. Dove andranno a finire i circa 6.200 tunisini trasferiti dall’isola in attesa che riprendano le intese con Tunisi? L’ultimo piano del Viminale per sgomberare Lampedusa crea una nuova rete di Cie (centri d’identificazione ed espulsione) straordinari. Per lo più tendopoli da approntare o implementare nelle 48-60 ore in cui i clandestini-rifugiati (tra cui dovrebbe persistere una differenza) saliranno a bordo e navigheranno. Il Ministro degli Esteri Frattini insiste per il rimpatrio forzoso dei Tunisini. Quanto ai siti, l’ex Centro radar di Coltano (Pisa) ne dovrebbe ospitare circa 500 in una tendopoli gestita dalla Croce Rossa Italiana. Altri 500 a Potenza. A Kinisia (Trapani) sono pronte 88 tende per 700 immigrati. La tendopoli nella caserma Andolfatto (Caserta) ospiterà almeno 800 persone. Pian del lago (Caltanissetta) dovrebbe predisporre entro domenica altri 500 posti in un accampamento vicino all’attuale Centro di accoglienza, dove ci sono già 456 persone. La Sardegna si è detta disponibile ad accogliere 1400 immigrati. Nella tendopoli di Manduria (Taranto) da cui circa 500 migranti si sono dati alla fuga, agli 800 rimasti si sommeranno 1400 tunisini. Qui, si sta issando una seconda recinzione di quattro metri, resasi necessaria insieme ad altri servizi di prima necessità. Il sindaco e il sottosegretario Alfredo Mantovano, alla notizia, hanno dato le dimissioni. Intanto, mercoledì sera, la Guardia costiera portava a Lampedusa sei migranti salvati da un gommone partito dalla Libia sette giorni fa e naufragato. Secondo le prime dichiarazioni dei sopravvissuti ancora sotto choc, erano partiti in 17 e tra i morti ci sarebbe anche un bambino. Sono stati salvati – sempre secondo le dichiarazioni dei sopravvissuti – da un peschereccio egiziano, passati poi su una corvetta della marina militare italiana impegnata in operazioni Nato, che ha infine chiamato la Guardia Costiera.

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