Luminarie di Natale, spreco imprescindibile per enti pubblici senza soldi

Quanti sono gli enti pubblici che affermano di non avere risorse né mezzi economici? Un numero incalcolabile ormai. Eppure, quando è il momento di spendere per le luminarie di Natale nessuno si tira indietro...

Luminarie di Natale, spreco imprescindibile per enti pubblici senza soldi

Sono tantissimi gli amministratori pubblici in Italia che dicono di essere senza soldi. La lagna è sempre la stessa, non ci sono mai soldi, soprattutto per fare le cose più utili e assennate. Poi come per magia, come per incanto ecco apparire delle spese inconcepibili, inqualificabili, incredibili. Le liste degli sprechi delle amministrazioni pubbliche sono infinite, quindi niente di nuovo sotto il sole ma ogni volta ci si chiede come si possa giustificare tali comportamenti. 

Il Natale è poi  l’apoteosi dello spreco da ogni punto di vista, tanto che, qualora fosse festeggiato senza spesa alcuna, ci farebbe risparmiare una quantità enorme di denaro sia dal punto di vista pubblico che privato. Prendiamo come esempio le luminarie di Natale, dove ogni comune spende cifre pazzesche che possono arrivare a oltre centomila euro per Comuni di medie dimensioni.  Ogni anno le luminarie sono più complesse e ci sono addirittura Comuni che fanno a gara fra di loro per chi ha le luminarie più spettacolari.

Non oso immaginare quanto costino per le metropoli. Poi ci sono le città che fanno pure intervenire dei professionisti del settore e allora non sono più luminarie normali ma “luci d’artista”, con ulteriore esborso di soldi.  

Quindi nell’ordine abbiamo: le spese per pagare le luminarie, il personale che le installa e le smonta e l’energia elettrica per alimentarle, con tanto di conseguente inquinamento dovuto alla produzione dell’elettricità. Ci sarebbe poi l’inquinamento luminoso di cui purtroppo non interessa granché a nessuno.

Ma non basta, per essere un Comune che si rispetti, bisogna avere anche un (più o meno) gigantesco albero di Natale nella piazza o nelle piazze principali, addobbato e illuminato come alla festa del santo patrono, con ovviamente ulteriore spreco energetico e monetario. E per favore non si dica che si utilizzano luci a led che consumano poco, perché anche il poco moltiplicato per tanto, è troppo.

Tutto questo in periodo di crisi, con i cambiamenti climatici che imperversano e con gli italiani che “fanno fatica ad arrivare alla fine del mese”. Se ci fossero italiani alla disperazione, vedendo che il Comune, invece di spendere assennatamente i soldi, li butta nelle luminarie di Natale, protesterebbero sonoramente. Invece nulla, niente, lo spreco unisce tutti insieme appassionatamente, ricchi e presunti poveri.

Ci si chiede: ma prima dell’avvento delle luminarie, il Natale non si festeggiava? Ed è poi per caso prescritto dal medico che per festeggiare qualcosa bisogna per forza spendere soldi? A quanto pare sì, perché la modernità è sempre più sinonimo di assurdità.

Non sarebbe possibile invece investire quei soldi diversamente? Per esempio facendo della seria formazione per cittadini, studenti, tecnici e dipendenti comunali sul risparmio energetico? Così a Natale si festeggerebbe un altrettanto bel risparmio di soldi per il Comune, che potrebbe finalmente dimostrare ai cittadini che amministrare virtuosamente e a favore della collettività è possibile. Ma sono pensieri da sogno; quale amministratore rischierebbe l’elezione per non aver festeggiato il Natale nella maniera solita, cioè sprecando?

Eppure come sarebbe bello trovare modi diversi e originali di festeggiare senza sprecare. Basterebbe ritornare alla saggezza popolare dove con poco ma con molta inventiva, fantasia, capacità e vera tradizione si festeggiava allegramente senza dover spendere fiumi di soldi o illuminando a giorno le strade cittadine. Ma allora eravamo arretrati, oggi siamo modernissimi e quindi ci possiamo permettere ogni spreco fino all’ultimo watt, dopo di ché, si salvi chi può.

 

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