"La cultura non si sgombera", Macao occupa la piazza

Dopo essere stati costretti ieri mattina ad abbandonare i locali della torre Galfa di Milano, i lavoratori dell'arte e della cultura di Macao hanno trasferito le sue attività all'esterno del grattacielo, occupando la piazza davanti alla torre anche durante la notte. Previsti anche per oggi incontri e assemblee al grido di "Macao non si arresta, la cultura non si sgombera"!

La cultura non si sgombera. Lo hanno dimostrato gli attivisti di Macao che, dopo essere stati costretti ieri mattina ad abbandonare i locali della torre Galfa di Milano, hanno trasferito le attività all'esterno del grattacielo abbandonato da anni e che i lavoratori dell'arte e della cultura avevano eletto luogo dell'arte aperto a tutti. Da quando ieri mattina ha iniziato a circolare la notizia dello sgombero della torre Galfa è partita immediatamente una grande mobilitazione e in tantissimi hanno risposto all'appello del collettivo Macao di recarsi davanti al palazzo di 31 piani nei pressi della stazione Centrale. “Non è una questione di spazi, è una questione di democrazia”, “Se chiediamo il permesso di essere liberi... non ce lo daranno mai”: questi alcuni dei messaggi che i Lavoratori dell'Arte hanno diffuso ieri attraverso il loro sito internet. Tanti gli slogan circolati in rete e finalizzati a ribadire con forza che "la cultura non si sgombera" e "Macao non si arresta". Dalla rabbia all'azione, dalla delusione all'entusiasmo. Dopo lo sgombero dell'immobile, la giornata di ieri è proseguita tra musica, danze e assemblee all'esterno della torre Galfa. “Ma chi si muove? C'è pure il sole”, hanno scritto i lavoratori dell'arte e dello spettacolo. Ma neanche il buio li ha fermati: in tanti hanno trascorso all'aperto anche la notte, muniti di coperte e sacchi a pelo, per occupare con i corpi la piazza davanti alla torre. Ieri sera dopo la cena si è tenuta un'assemblea, alla quale ha fatto seguito il concerto degli artisti che hanno deciso di portare solidarietà al collettivo Macao: dagli Afterhours ai Punkreas al cantautore Dente. "Chiudere Macao è l’espressione del disordine mentale che c’è in Italia - ha dichiarato Dario Fo intervenendo nuovamente sulla vicenda - la classe dirigente è isolata, guarda questi ragazzi come sono civili, come sono armoniosi, guardali. La classe politica è alle corde, lo capisce ed ha paura perché sanno che domani potranno non esserci più. Questi ragazzi sono straordinari, ai miei tempi si cercava anche la rissa. Questi ragazzi non la cercano la rissa, vogliono solo esprimersi". Nel tardo pomeriggio di ieri sotto la torre Galfa si è recato il sindaco Giuliano Pisapia il quale ha comunicato che in tempi brevi verrà messo a disposizione degli artisti lo spazio ex Ansaldo, “uno spazio molto bello per tutti i soggetti che vogliono ricreare un progetto di cultura”. “Voi siete una ricchezza per me e per noi, Macao ha un programma per dare cultura alla città di Milano e al Paese”, ha detto Pisapia ai manifestanti. Il sindaco è stato applaudito dai presenti dopo l'annuncio della messa a disposizione da parte del Comune di uno spazio dell'ex Ansaldo in zona Tortona. La proposta di Giuliano Pisapia, fortemente criticato dalla cittadinanza per aver autorizzato lo sgombero, è stata quindi discussa dai lavoratori dell'arte e della cultura nel corso delle assemblee che si sono tenute ieri e, probabilmente, sarà in discussione anche durante gli incontri previsti per oggi. Tanti, infatti, gli appuntamenti in programma anche per questa giornata: "Macao non si arresta, Macao diventa dippiù!". GUARDA LE FOTO LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI SU MACAO

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