I piani Usa per le emergenze, come si uccide una democrazia

Un Ordine esecutivo di Obama prepara il campo ad eventuali emergenze e affida poteri straordinari per il presidente ed i suoi ministri. In molti leggono nell'iniziativa il segnale di un'imminente guerra con l'Iran, ma potrebbe anche trattarsi - ipotesi che non esclude comunque la prima - del compimento del "capitalismo dei disastri" teorizzato da Naomi Klein.

I piani Usa per le emergenze, come si uccide una democrazia
C'è una notizia preoccupante che è passata del tutto inosservata sui media internazionali e che riguarda gli Stati Uniti d'America. Lo scorso 16 marzo il presidente Barak Obama ha firmato il "National Defense Resources Preparedness", un ordine esecutivo che gli consente di assumere il controllo assoluto delle risorse nazionali in caso di emergenza. L'Ordine Esecutivo si basa sulla legge Defense Production del 1950, come modificato (50 USC App. 2061 e segg.). In molti, fra le voci più indipendenti della stampa americana, vedono in questo atto del presidente il chiaro segnale di una guerra imminente. Decisioni del genere infatti, sono già state prese nel passato dai presidenti americani, ma solo nell'occasione di una guerra. Bastino i due esempi riportati da Kenneth Schortgen Jr in un articolo dell'Examiner: “Durante la Guerra Civile americana, l'allora presidente Abraham Lincoln sospese le libertà di parola e di stampa, revocò l’habeas corpus e il diritto a un processo giusto tutelato dal Sesto Emendamento. In occasione della Prima Guerra Mondiale il Congresso si rifiutò di dare al presidente Woodrow Wilson nuovi e più estesi poteri su risorse di vario tipo per collaborare con gli sforzi della guerra. Wilson, in risposta, emise un Ordine esecutivo che gli permise l’accesso a un controllo completo sugli affari, l’industria, il trasporto, l’alimentazione così come pure facoltà discrezionali per progettare e attuare politiche economiche”. Nel dettaglio la legge varata da Obama assegna a lui ed ai suoi ministri un potere enorme nei campi di tutte le forniture di energia civili, tra cui petrolio e gas naturale, dei trasporti, basati quasi per il 97 per cento sul petrolio, dell'alimentazione, della sanità. La legge regola la distribuzione delle le competenze in caso di disastro. Al Ministro dell'Agricoltura spetta la distribuzione e il razionamento delle risorse alimentari; al Segretario per l'Energia l'ottimizzazione di tutte le fonti energetiche; il Segretario per la Salute e i Servizi Umani si occuperà delle risorse sanitarie mentre il Ministero dei Trasporti di tutte le forme di trasporto civile; il Segretario della Difesa avrà il controllo delle risorse idriche e il segretario al Commercio rispetto a di tutti gli altri materiali, servizi e strutture, compresi i materiali da costruzione. Si tratta di un controllo capillare che il governo americano sarà in grado di attuare sull'intero paese e sui suoi abitanti. Ciascuno di questi segretari, secondo la sezione 201, dal titolo "Priorità e degli Enti assegnazioni," sarà abilitato ad analizzare fin d'ora “i potenziali effetti di emergenze nazionali sulla capacità di produzione, tenendo conto di tutto il ciclo produttivo, compresa l'eventuale scarsità delle risorse, e sviluppare le misure di preparazione consigliate per rafforzare e aumentare le capacità di produzione in caso di emergenze nazionali”. Il loro potere si può estendere, se necessario, fino a "controllare la distribuzione generale di qualsiasi materiale (compresi i servizi applicabili) nel mercato civile". Nella sottosezione D, l'Ordine dispone che, "Se un accordo non può essere raggiunto tra due segretari, allora la questione è deferita al Presidente”. Nel suo complesso, la legge si basa sul principio che “gli Stati Uniti devono avere una base industriale e tecnologica in grado di soddisfare le esigenze di difesa nazionale e in grado di contribuire alla superiorità tecnologica del suo equipaggiamento di difesa nazionale in tempo di pace e in tempi di emergenza nazionale”. “In caso di una potenziale minaccia alla sicurezza degli Stati Uniti” dovrebbero mettere in grado il governo di “intraprendere le azioni necessarie per garantire la disponibilità di risorse adeguate e capacità di produzione, compresi i servizi e la tecnologia critica, per esigenze della difesa nazionale”. Molte voci autorevoli del giornalismo statunitense collegano l'approvazione dell'ordine esecutivo con l'eventualità, ritenuta sempre più probabile, di una guerra contro l'Iran, che scatenerebbe dure reazioni in Medio Oriente e complicherebbe molti rapporti diplomatici internazionali. In un articolo sull'Huffington Post, Edwin Black, saggista e giornalista investigativo del New York Times, collega il provvedimento ad un prossimo inasprimento dei rapporti con Teheran e alla probabile chiusura dello stretto di Hormutz, che taglierebbe gran parte delle forniture di petrolio al mondo occidentale. Secondo il precedentemente citato articolo dell'Examiner, addirittura, la decisione sarebbe stata precipitata dalla certezza che i piani israeliani per attaccare l’Iran sarebbero entrati in una fase di conto alla rovescia che Washington si è dimostrato incapace di arrestare. C'è però, a mio avviso, una seconda ipotesi, che pure non esclude categoricamente la prima. La legge potrebbe essere il definitivo compimento di quel capitalismo dei disastri teorizzato da Naomi Klein nel libro “Shock Ecomomy”. Dare il pieno potere di azione al governo in caso di guerra o disastri significa consentirgli di soffiare ancor più denaro in quel circuito di aziende e multinazionali che si occupano di sicurezza e ricostruzioni che da un po' di anni a questa parte rappresentano il cuore dell'economia Usa. Immaginiamo che accada un disastro naturale, o scoppi la guerra. È difficile immaginare che l'amministrazione americana, svuotata di funzioni e personale e ridotta a mero guscio rappresentativo dalla gestione Bush, sia in grado di prendere in mano la situazione e gestirla in prima persona, così a fondo come previsto dalla nuova legge. Ciò che con ogni probabilità farà, sarà appaltare alle aziende private ogni singolo aspetto della vita dei propri cittadini, dalla spesa, alla sicurezza, all'energia, all'acqua. Un paragrafo della legge sembra confermare in parte questa teoria. In caso di emergenza, l'Ordine dovrebbe autorizzare "il capo di ogni agenzia impegnata negli appalti per la difesa nazionale" a procurarsi "e installare ulteriori attrezzature, impianti [...]." L'amministrazione Obama sembra voler portare a compimento il cammino intrapreso dalla precedente. L'emergenza potrebbe tradursi in pratica in uno “shopping della sicurezza” da parte del governo, che potrebbe appaltare alle industrie private ancora più funzioni di quelle attuali. Che ci sia una guerra oppure no, si prepara un periodo buoi per la democrazia americana e, di conseguenza, per quelle di tutto il mondo occidentale.

Commenti

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GocciadiNeve, 16-04-2012 02:16
Ora il link funziona.
La redazione, 16-04-2012 03:16
In USA c'è stato un gran parlare di questo passo di Obama. E c'è un bel po'di gente che ritiene che, di fatto, con questo atto l'America non sia più una democrazia. Molti americani stanno espatriando, non solo, stanno dismettendo la cittadinanza statunitense. E' un fenomeno che il governo non ammette, ma è così diffuso che hanno creato una serie di leggi ad hoc per impedire di abbandonare la cittadinanza americana. Viviamo in un momento storico veramente orribile. E' solo nel piccolo (decrescita felice, bio architettura ecc. che si vede un barlume di speranza)
niki, 17-04-2012 03:17
Gli USA come epigoni della scelta economica per il capitalismo, scelta in conformità alla quale selezionano i paesi indipendentemente dal loro regime civile, continuano a nutrirsi della convinzione, classista e oligarchica, che solo dai ceti potenti e ricchi possa derivare lavoro e benessere per l'intera popolazione. Che tale convinzione sia sostenuta dalla introiettazione di una formazione religiosa calvinista può anche essere. Fatto stà però che tanti storici insuccessi di loro alleanze politiche e militari, insuccessi dovuti tutti all'arricchimento sproporzionato dei governi alleati, che da loro stessi sono stati fatti cadere con i più vari pretesti ( difesa dei diritti umani, pulizie etniche e via...bestemmiando) depongono invee per una precisa cinica strategia di supremazia economica e non hanno nulla a che fare con valori religiosi o spirituali nè tanto meno con la democrazia. Ecco perchè davanti alla dimostrata falsità della sbandierata convinzione socio-economica gli USA hanno cavalcato e continuano a cavalcare il problema della sicurezza ( del capitalismo )come difesa dell'individuo e della sua proprietà contro sempre nuovi pericoli, la cui paventata e propagandata sussistenza, permette, con la stupida accondiscendenza della popolazione manipolata, di richiamare sempre nuovo potere nelle mani del sempre più ristretto manipolo di oligarchi. Questo nemico pericoloso, che di volta in volta ha preso il nome di totalitarismo, comunismo, terrorismo adesso è diventato il pericolo di una guerra di aggressione. Stanno quindi cercando di fare il possibile per far credere che dopo la storia delle torri gemelle ci può essere ancora qualcuno o qualche paese talmente forte, ricco, armato e determinato da poter mettere in discussione la loro sicurezza.
Franco, 17-04-2012 11:17
per condividere son dovuto andare su google
Ermanno MASCIULLI, 25-07-2012 11:25
L'autoritarismo vive di eccezioni, di diritti messi fra parentesi e di paternalismo stile "caro cittadino ci penso io" ed è così in tanti paesi e in molti campi.
Marco, 07-11-2012 03:07

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