Detrazione del 55%: in arrivo una proroga, ma con qualche restrizione

Secondo il decreto in vigore, quanti vorranno effettuare interventi per accrescere l’efficienza energetica di edifici dopo il 31 dicembre 2010 non potranno più usufruire di agevolazioni fiscali. Imprese, associazioni ambientaliste e la Commissione Ambiente della Camera chiedono una proroga, che secondo quanto dichiarato dal Ministero per lo Sviluppo Economico potrebbe arrivare, ma con qualche modifica all’attuale normativa.

Detrazione del 55%: in arrivo una proroga, ma con qualche restrizione
Si avvicina il termine ultimo per dare il via a lavori di riqualifica energetica su edifici che potranno usufruire della detrazione IRPEF del 55%: secondo il decreto in vigore, infatti, dopo il 31 dicembre 2010 non saranno più messi a disposizione sconti e agevolazioni, a parte quella del 36% sulle ristrutturazioni edilizie in genere (valida per due anni in più). Mentre, quindi, aumenta la corsa al bonus degli ultimi due mesi, tutti si interrogano sul futuro di questa normativa, che ha portato tanto giovamento ai cittadini come agli imprenditori di settore. Per fortuna, sebbene sia ancora tutto da decidere, i segnali provenienti dalle istituzioni sono incoraggianti. "Come Ministero puntiamo alla proroga - dichiara Stefano Saglia, sottosegretario allo Sviluppo Economico incaricato di occuparsi della questione - essa si inquadra nelle politiche per l’efficienza energetica: non possiamo dimenticare gli obblighi europei, che prevedono la riduzione dei consumi del 20% entro il 2020. Cerchiamo di farlo attraverso tre politiche: i certificati bianchi, gli standard per la certificazione energetica degli edifici e, appunto, il 55%". Anche la Commissione Ambiente della Camera si esprime a favore della detrazione, ipotizzando addirittura una sua stabilizzazione. Si tratta infatti di una normativa che, durante i tre anni di esercizio, ha portato "evidenti benefici in termini di sviluppo economico, sostegno alla piccola e media impresa ed emersione del lavoro non regolare", oltre che, ovviamente, una riduzione degli sprechi energetici e delle connesse emissioni di gas serra. La proroga viene chiesta anche da vari rappresentanti del settore industriale connesso, in particolare da ANCE (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili) e FINCO (Federazione Industrie, Prodotti, Impianti e Servizi per la Costruzione). Allora perché c’è bisogno di discutere? Perché la detrazione IRPEF del 55% non viene trasformata in normativa stabile (senza limiti di tempo)? Evidentemente la controindicazione è la riduzione del gettito nelle casse dello Stato che, in un momento di crisi e di tagli, viene presa altamente in considerazione dal Governo. Però - secondo quanto sostengono vari analisti - gli elementi a favore di un rinnovo sono numerosi e non è così ovvio che ci siano reali rimesse in termini economici. Secondo i dati pubblicati dall’ENEA, tra il 2007 e il 2009 l’investimento da parte di soggetti privati in interventi di riqualificazione energetica soggetti a detrazione è ammontato a 7,9 miliardi di euro (messa in posa di infissi isolanti, caldaie a condensazione, pannelli solari, coibentazioni). Si stima che entro la fine del 2010 tale somma raggiungerà 11,1 miliardi di euro. Facendo un conto delle detrazioni, nelle casse dello stato saranno entrati, nell’arco di tre anni, 6,1 miliardi in meno di quanto previsto senza agevolazione. Una somma notevole, senza dubbio, ma bisogna analizzare con attenzione questo dato. Prima di tutto va chiarito che buona parte di questi interventi sarebbe comunque rientrato tra quelli di ristrutturazione che possono usufruire della detrazione del 36%, quindi una buona percentuale di quei sei miliardi non sarebbe stata comunque versata. Inoltre, non pochi fra tali interventi di riqualifica sono stati stimolati proprio dalla possibilità di accedere all’agevolazione fiscale. Un sondaggio del CRESME (Centro Ricerche Economiche, Sociologiche e di Mercato) riporta che il 28% di coloro che hanno effettuato lavori per accrescere l’efficienza energetica di edifici non avrebbero operato alcun intervento in assenza di benefici, mentre il 19% avrebbe speso il minimo indispensabile. In definitiva, tenendo conto della permanenza della detrazione del 36% e della percentuale di lavori 'indotti' dall’esistenza delle agevolazioni, la 'perdita' effettiva di gettito tra il 2007 e il 2009 dovuta alla detrazione del 55% si riduce da 6,1 a 2,9 miliardi di euro. Vanno poi prese in considerazione le ricadute (positive) non fiscali di tale normativa. Lo stesso ENEA ha pubblicato un rapporto in cui mette in evidenza gli effetti benefici della riduzione del 55% su tutta la filiera produttiva, sui prezzi, la qualità dei prodotti e sulle assunzioni. Nel corso degli ultimi tre anni, infatti, si è avuta la crescita di tutta una serie di piccole e medio-piccole imprese operanti nel settore, ossia un movimento virtuoso dell’economia e l’aumento di posti di lavoro. Al contrario, la cancellazione dell’agevolazione provocherebbe senza dubbio un drammatico calo delle commesse per le aziende produttrici di pannelli solari, caldaie, infissi isolanti, ecc., con conseguente messa in crisi del settore e calo dell’impiego. Si aggiunga a ciò che, secondo un calcolo condotto sempre dal CRESME, il bilancio complessivo dal 2007 al 2015 per il sistema-paese, in relazione alla detrazione del 55%, sarà positivo, in quanto i risparmi sulla bolletta energetica nazionale diventano via via più sensibili, i proprietari degli edifici beneficiano di un aumento del reddito immobiliare ricavabile dall’affitto o dalla vendita delle abitazioni riqualificate, il denaro risparmiato dai proprietari potrà essere da questi reinvestito in altri settori, determinando in tal modo comunque un ritorno allo Stato in termini di tasse. Al margine di tutte le valutazioni economiche, che purtroppo restano sempre in primo piano anche di fronte a pressanti esigenze di convenienza ecologica, non va trascurato per l’appunto il grande beneficio che ne trae l’ambiente, in virtù della riduzione dei consumi energetici e dell’immissione di gas serra nell’atmosfera. Il Dipartimento Energia del Ministero per lo Sviluppo Economico sta redigendo in questi giorni un documento in cui sarà presentata una proposta di proroga per la detrazione fiscale del 55% con alcune modifiche, che permettano di accentuare gli effetti positivi della normativa, riducendo ove possibile le perdite per l’erario statale. Si prevede, infatti, di ricalibrare la distribuzione del beneficio, privilegiando gli interventi più efficaci in termini di risparmio energetico, ossia in particolare quelli che prevedono una revisione complessiva del sistema di riscaldamento o dell’involucro dell’edificio. In questo modo, però, potrebbero essere penalizzati quanti si limiteranno a sostituire gli infissi (intervento al momento più comune): "Questa è una forzatura - risponde Pietro Gimelli, direttore generale di Uncsaal (Unione Nazionale Costruttori Serramenti Alluminio Acciaio e Leghe) - il serramento porta un risparmio energetico minore ma è una spesa fattibile per tutti. In quanti potranno decidere di investire per un cappotto termico?". In attesa di sapere se il Governo accetterà la proroga della detrazione del 55%, l’ENEA tranquillizza gli utenti che abbiano avviato i lavori ma non credono di poterli concludere entro il 31 dicembre di quest’anno. In accordo con l’agenzia delle Entrate, infatti, si è stabilito che gli interventi possano essere proseguiti nel 2011, ma le spese detraibili saranno comunque solo quelle sostenute entro il 2010. In pratica, i proprietari devono saldare i conti con le imprese esecutrici entro il 31 dicembre, facendo però attenzione di prevedere nel contratto specifiche garanzie per la corretta conclusione dei lavori entro i mesi successivi (onde evitare truffe da parte delle imprese o la mancata applicazione della detrazione, se pur già approvata).

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