Rifiuti Lazio: dai piani del Comune scompare il 'porta a porta'

La Rete Regionale Rifiuti del Lazio denuncia con forza la scomparsa del servizio di raccolta differenziata 'porta a porta' nel Comune di Roma. Chiesta, al ritorno dalle vacanze estive, un'audizione con le Istituzioni per discutere la questione.

Rifiuti Lazio: dai piani del Comune scompare il 'porta a porta'
Molte le associazioni volontarie del Lazio che esprimono forti preoccupazioni per l’indirizzo che l’AMA e il Comune di Roma stanno prendendo in materia di raccolta differenziata e, più in generale, di gestione del ciclo dei rifiuti nella Capitale. La Rete Regionale Rifiuti del Lazio, alcuni mesi fa, ha lanciato pubblicamente e in più occasioni l’allarme sulle modalità di raccolta applicate dall’AMA per conto del Comune di Roma. Appelli inascoltati dato che alcune settimane fa è stata diffusa la notizia dell’estensione della raccolta differenziata dei RSU (rifiuti solidi urbani, ndr) secondo un metodo definito 'misto', per le zone del Laurentino, Tuscolano, Prati Fiscali, Aurelio e Marconi. Si tratta di quartieri che pochi mesi dopo l’introduzione del porta a porta hanno raggiunto ottimi risultati con il 60% di differenziazione dei rifiuti (contro una media nazionale di circa 20% di raccolta con le metodologie tradizionali). La Rete esprime un parere estremamente positivo su questa pratica; la raccolta domiciliare con separazione secco/umido rappresenta infatti il metodo più funzionale perché - oltre a produrre una limitata quantità di rifiuti con le più alte rese di raccolta differenziata e il minore costo del servizio di igiene urbana - stimola nel cittadino la coscienza civica ed aumenta il grado di responsabilizzazione. Allora perché, si chiedono i portavoce delle associazioni, dai piani sembra scomparsa totalmente la componente domiciliare nel ritiro delle frazioni, la cui applicazione estesa era uno dei punti programmatici del Patto per Roma, diffusa durante la campagna elettorale dal Sindaco Gianni Alemanno? La novità allarmante di questo sistema misto risiede nell’introduzione della raccolta degli scarti organici e il loro conferimento presso punti mobili che stazionano su strada ogni mattina. Tali punti mobili sono predisposti per la frazione indifferenziata, ma non per la carta e gli altri materiali riciclabili (plastica, vetro, e metallo) che continuano ad essere ritirati con il sistema stradale, il quale, secondo la Rete Rifiuti Lazio, non è in grado di garantire percentuali accettabili di differenziazione dei rifiuti. Il timore è che la gestione di un sistema così organizzato porti all'inefficienza tipica delle raccolte su strada e ad una dissipazione delle risorse. Queste ultime, piuttosto, dovrebbero essere impiegate per la realizzazione di un sistema domiciliare e partecipato, l’unico in grado di garantire il rispetto delle normative e di far crescere la consapevolezza dei cittadini sul tema della differenziata, armonicamente all’incremento di politiche ambientali tese alla sostenibilità. Le associazioni denunciano dunque l'avviamento di un sistema che appare fortemente diseducativo per i cittadini romani e che peggiora un metodo di gestione dei rifiuti indirizzato inesorabilmente verso le discariche. Si avrebbe così una vanificazione delle lotte attuate dal Comitato Malagrotta che, assieme alla Rete Regionale Rifiuti e a molte altre associazioni volontarie del territorio, ha portato allo stanziamento di notevoli capitali da parte della Regione Lazio (10 milioni di euro l’anno per tre anni) da erogare al Comune di Roma per favorire la raccolta differenziata 'Porta a Porta' nella Capitale. Inoltre, secondo il Movimento Consumatori, l’utilizzo dei finanziamenti della Regione Lazio destinati al porta a porta avrebbe richiesto l’avvio di un percorso partecipato e trasparente che, partendo dall’adozione di nuove linee guida per il contratto di servizio con AMA, stabilisse obiettivi congrui alla situazione della Capitale. Per questo motivo la Rete Regionale Rifiuti ha da tempo messo in mora il Comune di Roma, sollecitandolo a implementare un ciclo dei rifiuti finalmente conforme agli obiettivi della Comunità Europea: riduzione, recupero, riciclo e riutilizzo dei materiali post-consumo. Le risorse pubbliche che dovrebbero essere destinate allo sviluppo di modalità domiciliari di raccolta degli RSU sono invece impiegate, con enorme spreco, nella realizzazione di iniziative che secondo la Rete promuoverebbero l’immagine dell’AMA, piuttosto che informare e sensibilizzare i cittadini romani. Campagne mediatiche che sembrano un’operazione di make-up e che dicono poco circa i veri obiettivi perseguiti dalle Istituzioni. Un’inversione di tendenza rispetto al passato, segnalata anche dall'Associazione di protezione ambientale Fare Verde, quando venivano attuate campagne educative nelle scuole ed eventi pubblici in collaborazione con le associazioni di volontariato. Per supplire a questa mancanza le associazioni aderenti alla RRRLazio portano avanti da mesi progetti che invitano la cittadinanza ad essere parte attiva nel processo di diffusione della raccolta differenziata porta a porta nel proprio territorio. Tra questi, la campagna Roma differente, lanciata dall’Occhio del riciclone, che vede gli operatori dell’associazione costantemente in dialogo con i cittadini dei quartieri oggetto del nuovo sistema di raccolta. Ad oggi i programmi dell’Amministrazione comunale non si possono definire chiari. Il Movimento Consumatori di Roma pone l’attenzione sulle linee guida che si intendono perseguire nel delicatissimo settore del ciclo dei rifiuti. Il contratto di servizio tra Comune di Rome e AMA, scaduto ormai da tempo, viene prorogato di anno in anno, sintomo dell’assenza di una strategia programmatica. La Rete ha chiesto un incontro alla fine del periodo estivo, nella speranza che un confronto possa portare ad una riflessione da parte delle Istituzioni circa l’opportunità di recuperare il contatto con il territorio e di studiare soluzioni tecniche più funzionali di quelle programmate nel sistema misto di raccolta.

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