Smog, la vera soluzione dei nostri amministratori è sperare nel vento e nella pioggia...

Sono decenni che ci si dibatte con il problema dello smog nelle città, si sarebbero potute pianificare per tempo soluzioni efficaci; invece è il nulla più totale, siamo sempre più sommersi da automobili che ci soffocano.

Smog, la vera soluzione dei nostri amministratori è sperare nel vento e nella pioggia...

Sono decenni che ci si dibatte con il problema dello smog nelle città, si sarebbero potute pianificare per tempo soluzioni efficaci; invece è il nulla più totale, siamo sempre più sommersi da automobili che ci soffocano. Politici, tecnici, amministratori, funzionari, esperti, con i loro studi, le loro qualifiche, con i loro curriculum prestigiosi coadiuvati da tecnologie sofisticatissime, dalle migliori intelligenze artificiali, gli ultimi ritrovati della scienza, di fronte al problema, hanno ben chiaro come agire: pregano che arrivi la pioggia e il vento. Ecco come ragionano il progresso e i suoi sacerdoti di fronte a 90 mila morti l’anno per l’inquinamento in Italia dove abbiamo il triste primato in Europa.

Semplicemente si spera che il problema vada altrove, come se poi vento e pioggia  fossero una vera soluzione, perché spostano solo il problema ma di certo non lo risolvono. Però è chiaro, 90 mila morti non sono nulla di fronte a problemi molto più gravi come quello di obbligare chiunque a vaccinarsi. Vaccinarsi contro l’inquinamento? No di certo; sia l’inquinamento che le vaccinazioni fanno ricche multinazionali varie e quindi non devono essere certo messi in discussione.

E così mentre le città soffocano e la gente muore di inquinamento e incidenti stradali, si continuano a vedere ovunque pubblicità di automobili potentissime che sfrecciano nei deserti.  Del resto non si può mica agire come a Friburgo in Germania nel quartiere Vauban, a Copenaghen, a Oslo e in altri esempi simili, dove l’auto è sempre più ostacolata e in progressiva diminuzione... Da noi di soluzioni vere non se ne vede nemmeno l’ombra, si riduce temporaneamente la circolazione di questa o quella categoria di veicoli a motore fino all’arrivo della pioggia e vento e poi proseguirà tutto come prima fino alla prossima crisi. Zero soluzioni, zero idee, zero capacità di affrontare veramente il problema, sempre con l’occhio ai sondaggi e a non urtare la sensibilità elettorale dei cittadini, non sia mai. Anche perché toccare la macchina ad un italiano è come mettergli in discussione la mamma.

Ma c’è anche chi dice che bisogna fare scelte impopolari, altra miopia. Le scelte sono impopolari se non si sanno comunicare le alternative, se non si fanno capire bene i vantaggi che ci sono, se non si formano e informano le persone alle scelte e non le si fanno condividere. Quindi non capendole, non conoscendole, non partecipandole, le scelte, le persone le percepiscono giustamente sempre calate dall’alto senza un minima logica, pianificazione, lungimiranza e senso. E poi come fa ad avere lungimiranza un politico che è abituato a fare calare tutto dall’alto, che non si confronta con i cittadini, con le associazioni, con chi ha soluzioni? E che tutt'al più fa proclami strumentalmente qualche settimana prima delle elezioni per fare le solite promesse da marinaio. 

Così asserragliati nei loro municipi, conquistati a prezzo di insulti e colpi bassi, con i loro tecnici di riferimento che purtroppo troppo spesso non hanno altro obiettivo che mantenersi il posto di lavoro facendo il meno possibile, gli amministratori non producono vere soluzioni e il problema si trascina costantemente.

C’è anche la possibilità, in occasione di queste crisi cicliche, di ascoltare vere chicche come quelle proferite addirittura da prestigiosi istituti di ricerca che ci dicono che oltre al traffico  dei veicoli a motore, in città anche i riscaldamenti a biomassa sono il problema. E quindi l’alternativa quale sarebbe? Il ritorno al carbone? Il gas, il gasolio? Mai che a questi luminari, senz’altro laureati, venga in mente che il miglior modo per eliminare le emissioni dei riscaldamenti in edilizia è costruire o ristrutturare edifici che consumino praticamente zero per quello che riguarda il riscaldamento e il raffrescamento. Questa è la vera unica, intelligente e fattibilissima politica ambientale: ridurre i consumi al minimo o a zero. Ma se riduci i consumi  poi il PIL non cresce e allora cosa facciamo? Niente, esattamente come si fa sempre, dove ognuno rimpalla colpe e alla fine la situazione rimane la stessa.

Soluzioni vere come la riqualificazione energetica del patrimonio edilizio darebbero da lavorare a centinaia di migliaia di persone affrontando finalmente il problema della disoccupazione ma anche quello ambientale, economico e sanitario. Ma figuriamoci se la politica va contro i colossi fossili e quelli automobilistici, non scherziamo per favore... quindi piangiamo i morti, teniamoci l’inquinamento e aspettiamo la pioggia e il vento. Magari avere politici come Sirin Stav, assessore ai trasporti del comune di Oslo in Norvegia che commentando la eccezionale serie di provvedimenti che renderanno in pochi anni la città a zero emissioni dice: “Sono questi gli investimenti da fare e ce li ripaghiamo tutti, risparmiando sulla spesa sanitaria, tornando tutti a respirare aria pulita. Non c’è un problema economico, è solo una questione di volontà politica.”  Parole santissime, quando c’è la volontà politica tutto è possibile, anche l’impossibile.

 

 

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