Terra ai giovani: c'è il decreto

Lo Stato ha sbloccato oltre 5.500 ettari di terreni agricoli del Demanio e del Corpo forestale, che verranno venduti o affittati a giovani che vogliono diventare imprenditori agricoli. Si tratta per lo più di terreni molto frazionati e spesso incolti: l’idea è quelli di dare una occasione di lavoro alle nuove generazioni. La legge, che risale al 2012, ha dovuto attendere fino al luglio 2014 per l’emanazione di un decreto attuativo firmato da Maurizio Martina, ministro delle politiche agricole.

Terra ai giovani: c'è il decreto

Da settembre, l’equivalente di 7 mila campi di calcio saranno venduti o affittati preferibilmente a giovani che hanno già un’impresa agricola (secondo Coldiretti sono almeno 50 mila) o che intendono crearla e mantenerla per i prossimi 20 anni. Gli under 40, infatti, potranno godere del diritto di prelazione (la precedenza a parità di prezzo) e la concessione di  maggiori agevolazioni, come mutui a tasso zero.

“E’ un’ottima notizia che i tanti giovani che vogliono investire in agricoltura attendevano ormai da diverso tempo e che Coldiretti ha fortemente voluto e sostenuto”. E’ quanto afferma la responsabile di Giovani Impresa Coldiretti Maria Letizia Gardoni. “L’accesso alla terra infatti è uno dei principali ostacoli alla voglia dei giovani di ritornare in campagna e questo decreto fa in modo di contribuire a rimuoverlo in una situazione in cui e in atto una vera svolta green con un aumento record del 12 % delle nuove  iscrizioni agli istituti agrari per il prossimo anno. Attendiamo quindi per settembre la messa a disposizione dei terreni per aiutare i tanti giovani che ogni giorno ci contattano a poterne avere accesso ma ci auguriamo che la norma sia estesa anche alle terre di proprietà degli altri enti pubblici a partire dalle regioni”. La cessione di questi terreni – rileva la Coldiretti - toglierà allo Stato il compito improprio di coltivare la terra, renderà disponibili risorse per lo sviluppo, ma soprattutto avrà il vantaggio di calmierare il prezzo dei terreni, stimolare la crescita, l’occupazione e la redditività delle imprese agricole che rappresentano una leva competitiva determinante per la crescita del Paese. E’ certo infatti -  precisato la Coldiretti - che nessuno meglio degli imprenditori agricoli è in grado di valorizzare lavorando la terra e generare nuova occupazione. Dal ritorno delle terre pubbliche agli agricoltori che le coltivano possono nascere nuove imprese o, in alternativa, essere ampliate quelle esistenti come testimonia il fatto che la disponibilità di terra è il principale vincolo alla nascita di nuove imprese agricole. Nell’agricoltura italiana il 6,9 per cento dei titolari di impresa ha meno di 35 anni ed è alla guida di 54.480 aziende secondo una analisi Coldiretti. Di queste circa il 70 per cento - conclude la Coldiretti - opera in attività multifunzionali: dall’agriturismo alle fattorie didattiche, dalla vendita diretta dei prodotti tipici e del vino alla trasformazione aziendale del latte in formaggio, dell’uva in vino, delle olive in olio, ma anche pane, birra, salumi, gelati e addirittura cosmetici.

Commenti

Ogni tanto uno naviga in internet e si imbatte in notizie come questa. Bellissime, edificanti. La domanda che sorge immediatamente però è: che ne sarà stato di questa iniziativa? Avrà avuto successo? Sono stati assegnati realmente questi terreni? Ne verranno assegnati altri? Insomma, c'è speranza per chi ha volontà ma poche risorse? Sono anni che vado in cerca di un terreno non impervio, non circondato da campi di mais o superstrade, non trasformatosi in un bosco non più coltivabile, raggiungibile anche senza il fuoristrada, ad una cifra ragionevole. Per carità, lo pretendo anche non troppo lontano da dove vivo (la provincia di Torino) però non è un capriccio, voglio vivere di agricoltura ma voglio anche un tetto sulla testa. E non sono milionario.
Luca, 09-09-2016 04:09

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