Un piccolo torrente, un grande disastro

Un torrente devastato dall'intervento dell'uomo, un emblema e uno specchio di ciò che è accaduto e sta continuano ad accadere nel nostro paese. Nella totale mancanza di rispetto per l'ambiente.

Un piccolo torrente, un grande disastro

Ancora una volta è necessario tornare a parlare di fiumi. Ancora una volta per denunciare un disastro ambientale. Non parliamo di fiumi importanti come il Po o il Tevere, ma non per questo il disastro può essere considerato irrilevante. Parliamo di un piccolo fiume, anzi un torrente, ma questo cambia poco lo stato delle cose, perché indica una mentalità priva di scrupoli e di attenzione per l'ambiente, che è poi quella che provoca il disastro generale nel nostro paese e sul nostro pianeta.

Siamo in provincia di Siena, alla fine di luglio 2018, lungo il torrente Sorra, che scorre nelle campagne imbiondite dal grano maturo o dalla paglia del grano già mietuto. Le colline sono dolci e il torrente scorre su sedimenti sabbiosi ricchi di argilla; serpeggia placido data la scarsa pendenza e la poca acqua che vi scorre in questo periodo. Ma tutto ciò non è bastato a scoraggiare l'intervento del Consorzio di Bonifica; anzi, il secondo intervento, perché il Consorzio, nel 2017 aveva già fatto tagliare in modo distruttivo e indiscriminato gli alberi e la vegetazione riparia. Da allora i ributti di pioppi, salici e robinie (queste ultime, non essendo autoctone, sono le uniche che dovrebbero essere tagliate e invece spesso sono lasciate) avevano ripopolato almeno in parte le sponde del torrente e, assieme ad arbusti e rovi, avevano creato una fitta siepe nella quale trovavano rifugio uccelli, mammiferi, roditori e rettili: la fauna abituale delle campagne in cui resta qualcosa di naturale. Poi, un bel giorno di luglio, sono arrivati i grossi macchinari delle ditte alle quali il Consorzio ha dato l'appalto per "ripulire" il torrente, e in poche ore tutto è stato distrutto. Abbattuti alberi; trinciati cespugli, canne e rovi. Gran parte di tutto ciò finisce nell'alveo del torrente e la già scarsa acqua, da quel momento completamente esposta all'impietoso sole di luglio, si riempie di detriti. Che cominciano a decomporsi e fermentare, consumando tutto l'ossigeno. Risultato: centinaia di pesci morti, a pancia all'aria sulla superficie, e sicuramente altri morti invisibili: tutta la popolazione acquatica in putrefazione, come testimonia il video realizzato dal WWF Siena. Le sponde squallide e morte, l'odore nauseabondo invade l'aria, qualche povera gallinella d'acqua rimasta senza rifugio annaspa nel pantano.

Per quale motivo è stato fatto tutto ciò? Con quale criterio e per quali obiettivi? Ce lo chiediamo e lo chiediamo alle autorità "competenti". Perché il presidente della Regione Toscana, che si dà da fare con entusiasmo per cementificare fiumi e torrenti dalla portata inesistente, adducendo un inesistente pericolo idraulico , quando si tratta di rispettare l'ambiente e persino di rispettare in questo le direttive europee, sparisce dietro le quinte? Chi pagherà le conseguenze di questi ed altri interventi scellerati sui nostri fiumi? A chi il compito di rimediare agli scempi?

Non resta che attendere le risposte, senza dimenticare o sottovalutare il ruolo che ognuno di noi può avere nella difesa dei nostri fiumi.  

 

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.