La vita nasce oggi

"Un trauma ridimensionato è in grado di veicolare un enorme flusso di energia vitale. Il passato è passato e non deve occupare più di tanto i nostri pensieri. Futuro e progetti, al contrario, sì! Essi rappresentano il nostro 'spazio vitale'". Riflessioni sulla vita.

La vita nasce oggi
Vita professionale, vita privata. Vita dissoluta, vita da zingari, vita da cani… quante definizioni! Ma pochi sinonimi. Forse due, in tutto: essere, esistere. La teoria attualmente più diffusa sull’origine della vita ipotizza lo sviluppo di un metabolismo primitivo. Questa energia – derivante da una reazione a catena tra metano, ammoniaca e altri gas (il cosiddetto ‘brodo primordiale’) veniva sprigionata dal ventre dei vulcani presenti sulla Terra (v. gli esperimenti di Stanley Miller nel 1953, replicati 50 anni dopo dal ricercatore californiano Jeffrey Bada). Gli organismi viventi destinati a riprodursi, sono stati creati per organizzare in modo autonomo la propria esistenza. Fra tutte queste forme di vita vi è l’essere umano, diviso fra corpo, anima e mente. La Natura si 'incarna' in un corpo che diventa per noi un biglietto da visita. L’uomo che parla di se stesso in prima persona, che dice di se stesso 'Io'. L’anima che vive in un corpo e interpreta, sul palcoscenico della vita, ruoli diversi. Ha pure una vita privata e una professione. La vita esiste perché 'io do la vita'. Non è stato forse così fin dalle origini? La materia come 'pensiero condensato', come vita da noi 'respirata'. Il vulcano nel cui ventre saremmo stati creati, 'viveva' già prima di partorirci… “La nostra vita è il prodotto dei nostri pensieri”, affermava l’Imperatore romano Marco Aurelio (121 -180 d.C.). Stormi di uccelli formati da migliaia di volatili, che intrecciano danze nel cielo; banchi di pesci multicolori; un germoglio appena nato che cresce in un tronco abbattuto. Tutto questo è vita. “Non è la morte che dovremmo temere, ma il non aver mai vissuto”, affermavano i latini. Una pietra può 'vivere'? E morire? Un artista di mia conoscenza, che ha vissuto per 30 anni prendendosi cura di un giardino di rocce, mi ha spiegato che le pietre vivono, comunicano e invita noi tutti a restare in ascolto, per 'sentire' le pietre, la vita che è in loro. La mia macchina, una tazza di caffè, il computer e gli altri oggetti che ci circondano, non sono forse 'pensieri condensati'? Particelle di vita – potremmo dire - un po’ 'frustrate', forse perché da noi considerate 'morte', 'prive di vita'. Chi meglio di ogni altro ha saputo illustrare la differenza tra ciò che ha vita e ciò che non ne ha? La grande scienziata polacca Marie Curie si poneva molti interrogativi sulla vita, sostenendo che gli uomini del nostro tempo non hanno alcun motivo di temere la vita. Bisogna solo cercare di capire. E si può capire solo osservando, interrogandosi, ascoltando. Vivere. Chi di noi non ha provato almeno una volta la sensazione di avere davanti a sé una giornata piena di gioie e di colori, tutta da 'vivere' – appunto - così come abbiamo provato a dipingerla al nostro risveglio? Lo sguardo perplesso e diffidente del nostro antipatico compagno di studi o di lavoro è un ottimo feed-back! È morto tutto quello che non si muove. Ogni volta che ci è possibile dare impulso o slancio a qualcosa, quel 'qualcosa' comincia a vivere. “Non voglio più vedere quella persona. È morta per me!”. Quante volte ci siamo espressi così, nei riguardi di un amico o di un conoscente che ci ha deluso? La rabbia può paralizzare la vita. Un trauma può rappresentare come un 'blocco' nella nostra memoria. Riusciamo, talvolta, a pensare e a vivere solo girando continuamente intorno allo stesso problema. Una parte morta abita in noi. Come pietra senza vita. Un trauma ridimensionato, in realtà, è in grado di veicolare un enorme flusso di energia vitale. Il passato è passato e non deve occupare più di tanto i nostri pensieri. Futuro e progetti, al contrario, sì! Essi rappresentano il nostro 'spazio vitale'. Una situazione definita in modo insolito ma appropriato dalla saggezza di Einstein: “Si fa una vita da cani – sosteneva con la consueta ironia – da quando esistono i diritti umani”. E ancora, a proposito della crisi: “Non possiamo pretendere che le cose cambino, se continuiamo a fare le stesse cose”. Crisi. Non sappiamo dove ci porterà. Ma possiamo – in una prospettiva decisamente più costruttiva - cercare sul dizionario attributi da associare al termine 'vita'. Forse, però, sulle prime resteremo delusi: vita felice, vita tranquilla, 'dolce vita', la vita intera. Tutte queste definizioni non bastano. Sono troppo poche!

Commenti

"Il passato è passato e non deve occupare più di tanto i nostri pensieri.", d'accordo. "Futuro e progetti, al contrario, sì!", qui lo sono un po' meno. E' giusto avere progetti ma occorre rimanere ancorati al presente, è l'unica realtà esistente. Il passato è già stato, il futuro non è detto che arrivi....
Michele, 21-02-2012 01:21

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.