Allenarsi per il cambiamento

"Nella nostra complessa epoca, occorre inventare nuove strade. Occorre essere focalizzati, concentrarci, impegnarsi su una cosa, massimo due, inventando su di esse micro sistemi in grado di funzionare per la realizzazione dei nostri sogni, ma lavorandoci, ogni giorno, almeno mezz'ora".

Allenarsi per il cambiamento
Quando sognamo siamo poco focalizzati e poco concentrati. Parliamoci chiaro, se sognare è solo un pour-parler, se ci piace solo discorrere al bar dei nostri sogni di cambiamento, tutto va bene. Ma se davvero siamo intenzionati a cambiare, a modificare la nostra vita per vivere in modo più vicino a ciò che sentiamo di essere, allora bisogna cambiare metodo. Perché andiamo in palestra tre volte a settimana per avere i muscoli tonici e poi non dedichiamo mai un minuto alle attività che servono per prepararci a cambiare vita? Abbiamo già spiegato negli articoli precedenti che alcune di queste facoltà sono irrinunciabili e necessarie: capacità di stare da soli (se usciamo dai ranghi ci ritroviamo soli in un lampo); capacità di essere felici con poco, senza dover spendere inutili denari; equilibrio interiore; coraggio. Tutte queste caratteristiche sono muscoli esistenziali, dunque si gonfiano se ci alleniamo o si atrofizzano se non li facciamo mai funzionare. Ma c’è dell’altro, qualcosa che dovremmo tenere in seria considerazione. Negli anni di preparazione al cambiamento di vita (che io stimo mediamente essere dieci), dobbiamo risparmiare. Tuttavia, dobbiamo anche prepararci bene a saper vivere di lavori saltuari, lavori di vario genere, quello che capita. E allora facciamo un’ipotesi: se provassimo a diventare bravi in qualcosa, se ci focalizzassimo per crescere su alcune capacità che già abbiamo, non coglieremmo forse l’obiettivo di risparmiare, di addestrarci e perfino di guadagnarne? Impossibile? Vediamo… Quando mi preparavo a una nuova vita (cioè quella che vivo adesso), mi rendevo conto che gran parte di essa sarebbe stata spesa sul mare. Volevo scrivere romanzi, questo era il mio primo obiettivo, ma volevo anche stare sul mare, a bordo, navigare. In più, intravedevo che questa sarebbe potuta essere anche una risorsa economica. Che altro potevo sperare, volere, tentare, io che ero appassionato di vela fin da ragazzo? Badate però che il discorso vale anche per qualunque altra passione, come il golf, la pittura, la falegnameria, la matematica, l’economia e via così. Il punto è focalizzare energie e risorse per diventare bravi, formarsi, saper formare, annullare il costo dei nostri divertimenti, e addirittura iniziare a farli rendere. È avvilente avere una passione e non tentare di diventare bravissimi in quello. Io navigavo già da molti anni quando compresi che sapevo fare più o meno tutto, a bordo, ma non avrei saputo spiegarlo. Intendo dire che portavo da solo barche di 60 piedi, ma avevo imparato navigando, non studiando. Prendere la patente nautica non era stato certo un problema con l’assurda normativa in vigore in Italia. Però io non avevo studiato veramente, non avevo partecipato a corsi seri che mi facessero comprendere le ragioni fisiche, dinamiche, tecnologiche, meccaniche della navigazione a vela. Tanto meno avevo un metodo di insegnamento o capacità didattiche. Decisi allora di investire dei soldi nei corsi di vela organizzati a Caprera, partendo dal primo livello cabinati. Nonostante la repulsione per certi modi bruschi e autoritari tipici della scuola (non ero più un ragazzino, dovetti fare grande opera di autocontrollo per evitare di filare in acqua qualche istruttore un po’ burbero), imparai molto. Compresi meglio terminologie, sequenze, movimenti, calcoli, e mi arricchii di concetti come la previsione, la pre-parazione, l’anticipo, la sicurezza. Accanto a questo, come avevo fatto sempre, mi misi a navigare il più possibile, gratis anche dove avrei potuto chiedere soldi, o addirittura pagando. Capivo che dovevo studiare, fare esperienza. Volevo diventare più bravo, colmare le lacune, imparare a insegnare la vela. Ho investito in questo gran parte del mio tempo e dei miei denari. Sentivo che un giorno avrei potuto vivere guadagnando quel che serve da trasferimenti, manutenzioni, servizi a bordo, lezioni di vela, attività come comandante, organizzazione di charter nautico. Preparavo in questo modo un’opportunità professionale per quando avrei cambiato vita. Stavo già cambiando. Forse, anni prima di decidermi a lasciare il lavoro e cambiare vita per mettermi unicamente a scrivere, prima dunque di dire adesso basta, potevo addirittura comprare una barca e avviare un’attività. Comprare una barca? Con quello che costano? Ma se dovevo risparmiare per mettere da parte un po’ di soldi! Pareva paradossale… Invece no. È possibile avere la barca senza pagarla, facendo esperienza. Una barca di 11 metri nuova, nel 2004, costava 130.000 euro. Cioè una rata iniziale e 2.000 euro al mese di leasing per 5 anni. Non solo, tra posto barca, assicurazioni, manutenzione motore, circa 13.000 euro l’anno. Dunque un budget di circa 37.000 euro l’anno. Troppo denaro. Io dovevo prepararmi al downshifting, dovevo semmai risparmiare, non certo spendere. Però aggiungendo 3.500 € a quel budget, potevo costituire e gestire una piccola società, fare locazione e noleggio, avrei potuto manutenerla da me, avrei potuto fare scuola vela. Avrei potuto guadagnare come istruttore e come skipper. Avrei avuto una barca a vela, avrei risparmiato (5.000 euro l’anno che comunque spendevo affittando barche), avrei fatto esperienza di una società di charter, ulteriore pratica, minimizzare quei costi, annullare almeno in parte quel budget, creando un valore, addirittura guadagnare qualcosa. Era possibile? Ho fatto e rifatto il business-plan di questa attività cento volte. Mi pareva che stesse in piedi. Ho coinvolto in questa operazione altri due amici, minimizzando il costo per ognuno. Anche volendo, nessuno di noi poteva utilizzare sempre la barca, dunque per usarla un terzo del tempo, tanto valeva dividere per tre i costi! Dopo sei anni, posso dire che il piano ha funzionato perfettamente. La nostra società di charter (Spray srl) è viva e vegeta, ha terminato di pagare il leasing, per tre anni e mezzo (su cinque) si è mantenuta lavorando e oggi è proprietaria di una barca a vela (un First 36.7, scelta azzeccatissima), ha ormai un marchio conosciuto a La Spezia, fa da broker per altre imbarcazioni, organizza viaggi a vela d’estate (ormai ritrovo galleggiante di downshifters). In sintesi: abbiamo avuto una barca a vela senza pagarla e oggi abbiamo una società di charter e scuola vela che si finanzia, zero debito con le banche. Nella nostra complessa epoca, occorre inventare nuove strade. Occorre essere focalizzati, concentrarci, impegnarsi su una cosa, massimo due, inventando su di esse micro sistemi in grado di funzionare per la realizzazione dei nostri sogni, ma lavorandoci, ogni giorno, ogni giorno, almeno mezz'ora. La vela non è una cosa da ricchi. Con un po’ di intraprendenza, voglia di fare, impegno, sostenuti da sogni concreti, è possibile vivere la vela con piacere, senza essere gravati da costi eccessivi e da sensi di colpa fulminanti. A volte penso a chi ha la barca a vela. Penso alla sua angoscia, al pensiero di quel guscio di noci che barcamena avanti e indietro nel posto barca senza mai uscire. La chiglia si riempie di alghe e denti di cane, le guarnizioni di crepano, le vele ammuffiscono. I denari che è costata diventano altri denari di manutenzione. Perché? La vita passa e quella barca, nata per rendere felici, è motivo di preoccupazione e pentimento. La vita passa e, vela a parte, tanti sogni fanno la stessa fine. Chi si pone il problema dell’equilibrio e del cambiamento deve essere concreto e chiaro su ciò che vuole, che sia una barca o qualunque altra cosa, e poi deve operare, quotidianamente, traendo il massimo beneficio da ciò che è e che vuole fare. Un’alternativa a questo mondo frustrato, schiavizzante e impazzito c’è. O almeno, io la vedo. Piccolo questionario per i sognatori a vela: - Sono davvero capace a navigare, quante lacune ho, teoriche o pratiche che siano? - So manutenere una barca, so aggiustare un guasto, so fare manutenzione da solo? - So insegnare la vela a qualcun altro, ho fatto corsi a sufficienza, conosco la pratica o anche la teoria? Saprei spiegare bene, ora, le ragioni fisiche e dinamiche del funzionamento di una vela nel vento o del concetto di equilibrio tra gravità e spinta del vento su una barca a vela? - Posso costruire un programma focalizzato per impiegare il mio tempo a imparare, fare pratica, aumentare conoscenze, familiarità, esperienze nella navigazione? - So navigare da solo, anche in altura? - Potrei già oggi avere una barca con cui fare esperienza, ma senza togliere risorse economiche al mio programma di preparazione al cambiamento di vita?

Commenti

articolo veramente molto entusiasmante e pieno di belle idee !! Ma vorrei fare a Simone una piccola domanda: tu parli di almeno 10 anni di allenamento e capacità a stare soli. Ma io, data la mia età (52 anni), non mi posso permettere di 10 anni per cambiare vita e poi ho anche una moglie e figlio. Allora per me è ormai troppo tardi ?? Comunque ... sei veramente un grande !
andrea, 10-03-2012 11:10
........Sognando si raggiungono grandi traguardi : anche se on ti conosco ti stimo moltissimo : sei un riferimento non solo di vità ma anche professionale: complimenti! un caro saluto Omar Milano
Omar, 10-09-2013 09:10
Grazie Omar. Sei gentile. Io cerco solo di progettare e fare. abbiamo solo questa vita. pure breve, tra l'altro... ciao!
simone perotti, 10-09-2013 02:10
andrea, fai prima allora, velocizza i tempi. lavoraci di più. morirai anche tu a 87 anni come me e come tutti (se ci va bene). non accadrà dunque nulla di grave tentando. forza e coraggio. ciao e grazie!
simone perotti, 10-09-2013 02:10

Lascia un commento


Per lasciare un commento, registrati o effettua il login.