Il decalogo dell'ottimismo

"Segnati ogni cosa che possa rammentarti la levità di certi momenti, il piacere di un’attesa, l’emozione di un progetto, l’onda ventresca che ti attraversa quando ricevi un’attenzione. C’è molto più dell’universo in questi spazi che nel vuoto della commiserazione e del pianto". Da Simone Perotti un decalogo dell'ottimismo, per prendere il meglio della vita.

Il decalogo dell'ottimismo
Seguendo con grande interesse il programma di Calabresi Hotel Patria, l’altra sera, pensavo che anche io sono un uomo positivo e ottimista. Il tentativo di Calabresi è meritorio: riprendersi la visione positiva del mondo, ripartire da sé credendoci e sorridendo al futuro. Per troppo tempo un uomo col sorriso di celluloide ci ha costretti al pessimismo, avocando lui solo, e solo su di sé, il copyright dell’ottimismo. Ma l’ottimismo di cui lui si è fatto icona non è il mio stesso ottimismo. Di ottimismo, evidentemente, non ce n’è soltanto una versione. Fatto sta che Calabresi è il primo (forse il secondo. Ricordate E se domani?, sempre su Rai3?) a tentare l’impresa di rivedere tutto, ma proprio tutto, con la leggerezza dell’ottimismo e della possibilità, raccontando storie di gente come noi, che ha tentato, che sta tentando, e che ce la fa, ce la farà. È stato ragionando su questo che ho ripensato a un piccolo decalogo, una sorta di appunto per me medesimo, scritto qualche tempo fa. Ha a che fare con l’ottimismo, credo. Certamente con la mia voglia di cambiare, costantemente, per prendere il più possibile il meglio della mia vita. “Devi ricordarti del buon umore. Devi affiggere dei biglietti nelle stanze, nei corridoi, dove c’è scritto 'ricordati dell’altro giorno, quando ti veniva da ridere per quel bicchiere che è caduto per terra' oppure 'pensa al 12 luglio 2006, quando fischiettavi passeggiando nel viale'. Devi fare in modo che la pre-visione non ti tocchi, che il pensiero del futuro non prenda il sopravvento, e soprattutto che le circostanze del momento non possano troppo sul tuo spirito. Essere d’aria e di mare, questo sei. Il tuo mondo è il pensiero, il sogno e la creazione. Sei fatto più di questo, in grande parte, e basta ricordartelo di frequente per scacciare i cattivi pensieri. Segnati ogni cosa che possa rammentarti la levità di certi momenti, il piacere di un’attesa, l’emozione di un progetto, l’onda ventresca che ti attraversa quando ricevi un’attenzione. C’è molto più dell’universo in questi spazi che nel vuoto della commiserazione e del pianto. Ricordati anche di dormire. Troppo spesso te ne dimentichi. Hai sempre considerato l’incoscienza del sonno come una privazione da evitare con ogni mezzo. La soddisfazione di non dormire è transitoria e menzognera. Del riposo hai bisogno perché l’umore viene dall’energia. Non desiderare nulla come necessario al tuo benessere. Appassionati, che un uomo senza passione è come una pelle scuoiata dalla carne, ma fallo col garbo di chi non forza nulla, sa accogliere, sa sorprendersi. Ogni cosa troppo attesa delude se manca e delude se viene. Dura l’istante tra la sua assenza e il suo avvento. Chiudi ogni partita aperta, perché anche le controversie tolgono energia al buon umore. Non dilungarti, prendi il coraggio che serve, vai, racconta la verità e descrivi gli avvenimenti. Poi, colpisci il filo con l’accetta e lascia in terra i brandelli della contesa a cercarsi l’un l’altro inutilmente. Parla sempre dei fatti. Riconduci ogni cosa a quel che accade. Il sogno è sovrano, ma non bisogna confonderlo con l’illusione. Quel che c’è veramente non manca mai di manifestarsi, e se non lo fa, vuol dire che esiste solo nell’utopia. Il buon umore viene in gran parte dalla concretezza. Occupati di costruire meccanismi e forme. Lega legni tra loro, fissa ardesia a rame, pietra a rovere. Nella ricerca di questi incastri spendiamo le ore migliori, e al termine abbiamo di fronte qualcosa che non c’era: una creazione. Scrivi, perché le storie che ti piacciono puoi viverle e scriverle, e questo vuol dire avere molte vite. Inoltre, ricordati che effetto ha su di te creare una storia: è come fare l’amore. Quando sei solo ripensa a chi ha detto quella frase, quel giorno, al suo volto ingenuo e sincero. È quanto di meglio tu abbia visto e non lo devi dimenticare. Ogni uomo o donna che incrocerai per la via sono una festa, accoglili con lo stupore che meritano. Chissà cosa porteranno alla tua vita! Poi ricordati che sei un ottimista, e tutti gli ottimisti sovrastimano gli incontri. Se ti guardi indietro capisci cosa voglio dire. Non cedere mai alla promiscuità. Un essere, per mantenere il buon umore, deve poter alternare solitudine e moltitudine, in modo da poterle desiderare ogni volta che non ci sono. Un uomo deve avere una casa, e deve poterci andare quando vuole. Fai gli esercizi per la schiena, tutti i giorni. E fai anche gli altri esercizi, come restare seduto il più possibile pensando solo cose positive. Non abbatterti se non riesci a superare che pochi secondi, all’inizio. Pensare alle cose positive è un percorso lungo. Non mollare. Il buon umore viene dai buoni pensieri. Nutriti bene. Ogni buon cibo è un’opera d’arte che dura un istante. Il buon umore viene anche dall’ingestione di opere d’arte. Non prestare denaro. Primo perché non ne hai abbastanza, e secondo perché chi te lo chiede, generalmente, potrebbe prendere molto di più da te, e ha scelto di chiederti solo del denaro. Chiediti perché lo frequenti, se contribuisce al tuo buon umore, e domandati cosa è andato storto nelle cose vere in cui credi. Vai a trovare gli amici. Anche viaggiare verso un amico contribuisce al buon umore. Chi non cerca il buon umore venendo a trovare te, è un bene che non giunga a casa tua. Il tuo amico, poi, sarà lieto della tua visita, e ti penserà con dolcezza. Il buon umore viene anche dalla dolcezza dei pensieri degli altri. Soprattutto, ricordati di appendere i biglietti nelle stanze e nei corridoi. Fai una bella lista di momenti in cui hai vinto il tedio e la tristezza e scrivili sui cartelli. Quello è il menù più semplice e concreto per il pranzo con la gioia. Cambiali spesso, scrivine altri o cambia loro posizione, che non ti vengano a noia. A chi ti chiede cosa siano, spiega che stai scrivendo un racconto, che sono solo appunti. Non è bene vantarsi di essere stati felici, anche per brevi istanti”.

Commenti

Appenderò un biglietto che possa farmi ricordare questo tuo articolo. :-) Grazie!
Simone, 23-06-2011 12:23
grazie Simone.
simone perotti, 29-06-2011 05:29
Grazie
Valentina, 20-11-2011 07:20

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