Acqua pubblica, da tutta Italia alla manifestazione di Reggio Emilia

Si è svolta sabato 15 dicembre a Reggio Emilia la manifestazione nazionale per l'Acqua e i Beni Comuni. Nel pomeriggio un corteo ha sfilato per le vie della città per riaffermare la richiesta di una gestione dell'acqua interamente pubblica e partecipata a Reggio Emilia e in tutta Italia.

Acqua pubblica, da tutta Italia alla manifestazione di Reggio Emilia
Si è svolta sabato 15 dicembre a Reggio Emilia la manifestazione nazionale per l'Acqua e i Beni Comuni. L'iniziativa si è aperta la mattina con il convegno “Ri_Pubblica - Percorsi di ripubbliciazzione in Italia e in Europa” a cui hanno partecipato amministratori locali, comitati, lavoratori, rappresentati di sindacati provenienti da tutta Italia. Nel pomeriggio un corteo organizzato dal Forum Italiano dei Movimenti per l'Acqua ha sfilato per le vie del centro per per ribadire l'esito del voto popolare del giugno 2011 e riaffermare così la richiesta di una gestione dell'acqua interamente pubblica e partecipata a Reggio Emilia e in tutta Italia. Il corteo composto da circa mille persone ha sfilato in città, fino al flash mob, la protesta lampo in piazza Prampolini: l'albero di Natale è stato riempito di strisce di stoffa di color azzurro. Il flash mob ha lasciato anche una lettera con la richiesta di un regalo di Natale: l’acqua pubblica a Reggio prima di Natale. A livello nazionale, malgrado la volontà espressa dai cittadini con il voto referendario del giugno 2011, l'esito del referendum è rimasto sinora lettera morta. Alla manifestazione di sabato scorso ha aderito anche Legambiente. “A un anno e mezzo dalla vittoria del referendum sull’acqua bene comune, nessun passo avanti è stato fatto per rispettare la volontà dei cittadini italiani e per la gestione sostenibile della risorsa”, ha affermato il presidente nazionale di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza. “È necessario mettere in pratica da subito il concetto di acqua bene comune, fondamentale per ogni forma di vita sul pianeta, con un utilizzo che risponda a criteri di pubblica utilità e di solidarietà e che non risponda in nessun modo a logiche di profitto”. “Il risultato referendario – prosegue Cogliati Dezza - ha dimostrato che sul tema dell’acqua e in particolare della gestione delle risorse idriche, esiste un vasto movimento popolare trasversale e una grande attenzione da parte dei singoli cittadini, di cui occorre tener conto nelle politiche di gestione a livello locale, oltre che nazionale”. “Inoltre, per avviare a soluzione i problemi del ciclo delle acque più rilevanti e ancora irrisolti occorre tener conto seriamente degli aspetti ambientali: il deficit di depurazione, le perdite delle reti di trasporto e distribuzione dell’acqua potabile, l’assenza di politiche di riduzione dei consumi, il mancato decollo del riutilizzo per scopi produttivi delle acque reflue depurate e il raggiungimento degli obiettivi di qualità previsti dalla direttiva comunitaria 2000/60”.

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