Agricoltura: a chi finiranno le terre pubbliche?

In un contesto internazionale che ha visto crescere a ritmo costante il fenomeno del Land Grabbing, anche la politica italiana sembra intenzionata a seguire la strada del profitto vendendo le terre agricole pubbliche.

Agricoltura: a chi finiranno le terre pubbliche?
In un contesto internazionale che ha visto crescere a ritmo costante il fenomeno del Land Grabbing (l'accaparramento di terreni agricoli da parte di soggetti economicamente forti, quali paesi in forte crescita e multinazionali), anche la politica italiana sembra intenzionata a seguire la strada del profitto vendendo le terre agricole pubbliche. Come spiega Sergio Cabras nel suo articolo pubblicato da MDF, infatti, l'art.7 della legge del 12 novembre 2011 programma in tempi rapidi la vendita dei terreni agricoli demaniali. Gli emendamenti apportati dal più recente Decreto Monti estendono addirittura il provvedimento ai terreni “a vocazione agricola”. Secondo il comma 5 dell'articolo: “Le risorse nette derivanti dalle operazioni di dismissioni di cui ai commi precedenti sono destinate alla riduzione del debito pubblico”. Eppure tali risorse nette derivanti equivarrebbero a circa 6 miliardi di euro, spiega Cabras . Si tratterebbe dunque di un'operazione pressoché vana considerando che il debito ammonta a circa 1800 miliardi. Si vuole insomma sacrificare la sovranità alimentare dell'Italia nel tentativo, inutile, di far fronte alle necessità di cassa. Eppure, come si legge sul sito della Campagna per l'agricoltura contadina (lanciata nel 2009 con l'obiettivo di far rinascere la campagna a partire dai suoi contadini), “esiste un numero imprecisato di persone che praticano un’agricoltura di piccola scala, dimensionata sul lavoro contadino e sull’economia familiare, orientata all’autoconsumo e alla vendita diretta”. Si tratta di un’agricoltura di basso o nessun impatto ambientale, basata sui valori di benessere, ecologia, giustizia o solidarietà più che votata al profitto e all'arricchimento. Per i grandi numeri dell'economia è questa un’agricoltura quasi invisibile eppure irrinunciabile “per mantenere fertile e curata la terra, per mantenere ricca la diversità di paesaggi, piante e animali, per mantenere vivi i saperi, le tecniche e i prodotti locali, per mantenere popolate le campagne e la montagna”.

Commenti

Bisogna stare molto attenti e ricordarsi che la politica della "vendita dei gioielli di famiglia" per risanare il bilancio dello stato è un "Cavallo di Troia" lasciato alle porte della CIVIS dal passato governo e introdotto più o meno incautamente dall'attuale sulla spinta della maggior constatata urgenza di riequilibrio. Allora si parlava di ENI, ENEL con in prima linea cioè società partecipate e controllate dal Tesoro (Tremonti)ma in seconda linea demanio, etc: ma già allora qualche...attento mise in guardia acchè per pagare i debiti non si svendessero i beni per metterli nelle mani degli stessi responsabili dei debiti. Tutti sanno infatti che se non si hanno i soldi per pagare il riscatto dei beni di famiglia portati al Monte Pegni, Monti o Tremonti che siano, quei beni non li vedranno più e la famiglia resterà solo un ricordo di tradimento che la coscienza cercherà di seppelire nel buco nero del cervello. Per quanto riguarda ora i terreni agricoli o "a vocazione agricola" bisogna pensare che anche se fossero messe severissime disposizioni per il mantenimento della funzione alimentare degli stessi, queste non freneranno l'attacco dei profittatori a compromissione della resilienza e del sistema agricolo-alimentare e dello stesso sistema ambientale del Paese. Se la base necessaria (il terreno)al profitto per l'alimentazione passa ai privati, il costo dell'alimentazione di tutti dipenderà da quelli (gli esempi attuali dell'affamamento del Nord Africa -vedi "primavera araba"-non dicono nulla?). Ma se c'è ancora qualche illuso che spera che dopo la vendita della "falce" (lavoro per trarre dalle spighe dei campi il grano), la crisi si fermerà, sappia che si punta alla successiva vendita del "martello" (lavoro per trarre dalle energie depositate in natura i mezzi di produzione, di abitazione, di protezione e conservazione dell'umanità). I privati (non è il participio passato plurale del verbo privare) venderanno il pane e l'operaio...legalmente cioè, come merci e secondo le leggi del mercato! Buon schopping, Italiani!
Franco, 12-01-2012 08:12

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