La Consulta boccia il ricorso del governo: sul nucleare si vota

Come preannunciato ieri dal neo-eletto presidente Alfonso Quaranta la Corte Costituzionale ha dichiarato inammissibile il ricorso del governo. Adesso è ufficiale: il 12 e 13 giugno si voterà anche sul nucleare con il quesito riformulato dalla Cassazione. Intanto si moltiplicano le iniziative della società civile a sostegno di referendum. La Rai, invece, continua a parlarne troppo poco.

La Consulta boccia il ricorso del governo: sul nucleare si vota
Possono finalmente esultare i comitati promotori. La Consulta ha respinto il ricorso del governo che chiedeva l'annullamento del quesito sul nucleare. Adesso è ufficiale: il referendum per fermare il ritorno all'atomo in Italia si farà. Già ieri il neo-eletto presidente della Corte Costituzionale Alfonso Quaranta aveva fatto presente che a suo avviso non rientrava nei poteri dell'organo l'annullamento dei referendum. Ad ogni modo, aveva precisato, la decisione sarebbe spettata alla Corte. Oggi, attorno alle 13 il responso previsto è arrivato: sul nucleare si vota. Intanto la campagna elettorale si sta per chiudere e si fanno sempre più numerose, sul territorio così come nel web, le iniziative promosse a sostegno dei referendum. E non solo da parte dei comitati promotori. Le adesioni abbracciano praticamente l'intera società civile. Ad esempio si sono schierati, in massa, i settimanali delle diocesi italiane, mostrandosi finalmente d'accordo coi messaggi sull'acqua che da anni ripete padre Alex Zanotelli. Millestrade, la Voce del popolo, Vita, persino Roma 7, settimanale della diocesi del Papa, si dicono favorevoli ai quattro sì ed invitano tutti i fedeli ad andare a votare. Anche il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha espresso la propria volontà di andare a votare. Il sito www.votoarendere.it si propone di raccogliere invece tutte le offerte di commercianti ed esercenti d'Italia che promuovano sconti o omaggi e gadget per chi vota. Si va dal trancio di pizza offerto, al cinema a 2 euro, allo sconto sulla cena, alla bevuta in omaggio. Basta presentarsi con la propria tessera elettorale timbrata. Chi sembra invece continuare a non voler informare è ancora la Rai, nonostante i numerosi richiami dell'Agcom. I comitati hanno lamentato che “nonostante manchi una settimana al referendum la copertura della tv pubblica è ancora inadeguata. Siamo ancora lontani da un’informazione all’altezza dell’appuntamento referendario, e soprattutto siamo molto lontani da un’informazione in grado di compensare l’oscuramento sistematico delle scorse settimane”. Dai rilevamenti effettuati dal comitato 'Vota sì per fermare il nucleare' pare che gli spot istituzionali siano andati in onda su Rai 1 prima del tg delle 9.30 e alle 16 e 30 circa; su Rai 2 alle 17.55; su Rai 3 prima del tg delle 12, e poi alle 19. I messaggi autogestiti dei comitati e delle associazioni, invece, sono stati trasmessi su Rai 1 alle 18.40, e su Rai 3 dopo il tg di prima serata. Nessuno spot, ad esempio, è andato in onda prima o dopo il tg1 delle 20, il più seguito e dunque il più idoneo per garantire una corretta informazione. In Rai, poi, persino i programmi che si interessano dei referendum si rifiutano di dare parola ai comitati. È il caso di Anno Zero e Ballarò, che terranno le prossime puntate sui referendum, ma che si sono rifiutati di avere in studio membri del comitato '2 Sì per l'Acqua Bene Comune'. Tale atteggiamento lascia “esterrefatto” il comitato per l'acqua, che lo definisce “un vero e proprio blocco a chi non ha in tasca una tessera partitica, in barba agli autorevoli appelli del Presidente della Commissione di Vigilanza Rai, Sergio Zavoli, che aveva raccomandato la presenza dei comitati promotori nei programmi Rai”. Il comitato 'Vota sì per fermare il nucleare' se la prende invece col governo e ribadisce che, a differenza di quanto allarmisticamente dichiarato da alcuni membri della maggioranza, la cancellazione del comma 1 dell'articolo 8 del decreto Omnibus non comporta alcuna rinuncia ad un piano energetico nazionale. “Se viene cancellato il comma – si legge nella nota diffusa dal comitato – non viene mica cancellata la strategia nazionale. E chi lo afferma ignora, o fa finta di ignorare, che il Piano energetico è previsto da una legge (la 133) del 6 agosto 2008”.

Commenti

Evviva, evviva, evviva, evviva! Tolto anche quest'ultimo ostacolo alla libertà democratica frapposto da un governo sostenuto da un partito-padrone, dobbiamo riversarci in massa alle urne referendarie per abrogare le padelle e le graticole dallo stesso preparate a colpi di "fiducie" per arrostirci, lessarci, vaporizzarci, distillarci al meglio per il suo avido agognato pasto. Se anche qualche...caritatevole potrebbe pensare che gli abbiamo risparmiato una terribile digestione, gli facciamo presente che la delusione, in un avido goloso, è ancora più terribile e letale. Va da sè che quando si dovranno disciplinare con legge gli effetti della abrogazione delle padelle e graticole vigenti riprenderanno fiato le varie autorità di vigilanza, Corte dei Conti compresa, per il recupero dei danni. Alè, alè...alleluia.
Franco, 07-06-2011 06:07
visto come ci tratta la rai dovremo farle capire il nostro sdegno rifiutandoci in massa di pagare l'esoso canone televisivo che aumenta ogni anno e ogni anno sono sempre più irrispettosi verso gli italiani che la fanno diventare ricca
maria grazia rita, 07-06-2011 08:07

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