Decreto Omnibus, oggi il voto fra le proteste

Si vota oggi alla Camera, con questione di fiducia, il decreto Omnibus che introduce una moratoria sull'atomo nel tentativo di annullare il quesito referendario relativo al nucleare. Fuori, intanto, continua il presidio permanente iniziato ieri pomeriggio in piazza Montecitorio per protestare contro il boicottaggio dei referendum.

Decreto Omnibus, oggi il voto fra le proteste
Dentro e fuori – sono sempre stato poco avvezzo alle dicotomie ma in questo caso è bene fare un'eccezione. Dentro al parlamento c'è un Governo che sta mettendo una bella pezza sulla bocca degli italiani, ponendo la fiducia sul decreto Omnibus che annulla con buona probabilità il quesito sul nucleare senza rinunciare al nucleare. Fuori, in piazza Montecitorio continua da ieri il presidio permanente dei comitati referendari che si oppongono a questa strategia. Ancor più fuori c'è un paese intero prosciugato dalla crisi economica, dalla disoccupazione, che non ci sta a vedersi scippato anche il diritto alla libera espressione. Iniziamo dal dentro. Il Consiglio dei Ministri dello scorso 19 maggio ha deciso di porre la fiducia sul decreto Omnibus, che fra un finanziamento al Fondo unico per lo spettacolo ed un incremento delle accise sui carburanti, introduce anche una moratoria sul nucleare. Uno stop di un anno che – come ammesso senza troppi problemi dal premier Berlusconi – ha l'unico scopo di impedire il voto popolare in un momento di “eccessivo slancio emotivo”, dovuto al disastro giapponese. Con la fiducia il decreto ha alte probabilità di passare alla Camera, visto che altrimenti il Governo sarebbe tenuto a rassegnare il mandato nelle mani del Capo dello Stato. Poniamo quindi che il decreto passi, cosa assai probabile. Resterebbero altri due passaggi in grado di impedire che tale approvazione si trasformi nell'annullamento del quesito referendario sul nucleare: il Presidente della Repubblica e la Corte di Cassazione. Al primo spetta il compito di promulgare con la propria firma o respingere la legge approvata dal parlamento. La seconda, in caso di promulgazione, dovrà accertarsi che la legge effettivamente adempia a tutte le richieste del referendum, e in caso affermativo procedere all'annullamento del quesito. In questo caso è difficile immaginare che Napolitano non firmi. Egli potrebbe però utilizzare uno strumento relativamente nuovo nella prassi legislativa che prende il nome di 'promulgazione con riserva': firmare cioè la legge, accompagnandola da una nota in cui si evidenziano alcune perplessità. Una lettera del Presidente della Repubblica sarebbe un valido appiglio per la Corte di Cassazione, se questa volesse promuovere un'interpretazione alternativa del decreto e confermare la validità del referendum. Il fatto è che dal punto di vista formale il decreto annulla il quesito, ma non lo fa da quello sostanziale. La Corte di Cassazione dovrebbe adottare un punto di vista decisamente innovativo che vada al di là della semplice verifica di un'aderenza formale. Nel frattempo fuori continuano le proteste, come si vede nel video qui sotto, realizzato da Massimiliano Petrucci del Comitato promotore '2 Sì per l'Acqua Bene Comune'. Il presidio permanente in piazza Montecitorio, promosso dai comitati promotori 'Vota Sì per Fermare il Nucleare' e '2 sì per l'Acqua Bene Comune', è iniziato ieri pomeriggio e sta proseguendo. Oggi è previsto, fra gli altri, un intervento della leader dei Verdi Giapponesi Satoko Watanabe. Oltre a protestare contro il tentativo di boicottaggio dei referendum, "la mobilitazione - si legge in una nota diffusa dai due comitati - vuole altresì richiamare l'attenzione sulla necessità di garantire il diritto ad una corretta ed adeguata informazione rispetto alla scadenza referendaria." Il timore diffuso è che, nella malaugurata ipotesi in cui venisse annullato il quesito sul nucleare, il messaggio urlato dai vari tg sarebbe quello di un un più generale 'annullamento del referendum'; i meno informati sarebbero così indotti a ritenere che non si vada più a votare. E a quel punto, il tempo per convincere tutti del contrario sarebbe davvero poco.

Commenti

Sono possibili tutte e tre le strade per fermare il decreto omnibus dfiduciato. E cioè sia sia il rifiuto di firma, sia la firma con riserva, sia la pronuncia specifica della Cassazione su nucleare e acqua. E' molto probabile e ragionevole per questioni di ordine interno che vi sia la firma con riserva, collegata all'esito del ballottaggio amministrativo, essendo un respingimento diretto troppo...dirompente per gli equilibri della borsa. Al vaglio però della Consulta gli equilibri di borsa non costituiscono principio giuridico poichè una sospensione di provvedimento non costituisce nuova legiferazione.Lo stato di diritto deve battere un colpo.
Franco, 24-05-2011 07:24

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