La Rai parlerà dei referendum, approvato testo sulla par condicio

Importante vittoria dei comitati referendari. Dopo due giorni di pressioni e sit-in, e con un mese di ritardo, la Commissione di Vigilanza Rai ha approvato il testo sulla par condicio che garantirà l'informazione sui referendum. Oggi protesta sotto Montecitorio contro lo scippo dei referendum.

La Rai parlerà dei referendum, approvato testo sulla par condicio
Ci sono voluti due giorni di sit-in e presidi per ottenere il diritto ad una corretta informazione sulle reti pubbliche, che per legge spettava ai comitati – e alla popolazione – da oltre un mese. Ma poco importa. In questa strana democrazia, in cui persino il rispetto dei diritti più basilari sembra diventato una conquista quotidiana, la vittoria di ieri è importantissima. Ieri pomeriggio la Commissione di Vigilanza Rai – l'organismo bicamerale che ha il compito di sorvegliare l'attività del servizio televisivo pubblico – ha approvato il Regolamento sulla par condicio nella campagna referendaria. Si tratta di un testo che garantisce una corretta informazione politica degli elettori, che la Commissione è tenuta ad approvare 60 giorni prima di ogni tornata elettorale. Il regolamento sui referendum del 12 e 13 giugno sarebbe dunque dovuto entrare in vigore a partire dal 4 aprile scorso, ma l'ostruzionismo della maggioranza ne ha procrastinato l'approvazione fino alla giornata di ieri, in barba ai diritti di informare ed essere informati garantiti dagli articoli 2, 3, 19 e – in particolar modo – 21 della Costituzione. Poi, finalmente, la svolta. Dopo due sedute saltate martedì per l'assenza del numero legale per la votazione, dopo che alcuni rappresentanti dei comitati sono stati ricevuti a colloquio dal Presidente della Commissione Sergio Zavoli, ieri il regolamento è stato approvato. “Un atto dovuto e indecentemente rinviato fino ad oggi per ridurre al minimo i tempi della campagna referendaria”, commenta il comitato promotore '2 Sì per l'Acqua Bene Comune'. Si apre così uno squarcio nella cortina fumogena imposta dal governo sui referendum, che aveva raggiunto il culmine qualche giorno fa, quando dal palco del Primo Maggio – di fronte a una piazza gremita di bandiere per l'acqua e contro il nucleare – era stato imposto agli artisti di non parlare dei referendum. “Adesso – continua il comitato per l'acqua – ci aspettiamo di vedere in Rai gli spot sui referendum e, nel più breve tempo possibile, gli spazi autogestiti e le tribune referendarie”. Gli fanno eco le associazioni del comitato ‘Vota Sì per fermare il nucleare’, che commentano “adesso spetta alla Rai, che finora non ha certo brillato, recuperare il tempo perduto”, e chiedono un colloquio col nuovo direttore generale Lorenza Lei, che da ieri sostituisce Mauro Masi. Ma le rivendicazioni dei comitati promotori non finiscono certo qui. La mobilitazione è continuata questa mattina alle 11 sotto Montecitorio, per protestare contro il tentativo di scippo dei referendum perpetuato dal Governo e la strategia del caos messa fin qui in atto. Quella di ieri non è stata che una prima vittoria. Dovranno seguirne altre, per giungere infine a quella più importante, il 12 e 13 giugno, a suon di voti.

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