Norvegia, 'no' alle pellicce in passerella per la settimana della moda

La Norvegia mette al bando le pellicce dalle passerelle della Settimana della Moda che si terrà ad Oslo a febbraio, con grande piacere della rete internazionale di animalisti, ma non solo. La speranza è che l'industria della moda degli altri paesi segua la stessa politica. Ma le resistenze non sono poche.

Norvegia, 'no' alle pellicce in passerella per la settimana della moda
La Norvegia vieta le pellicce dalla passerella per la settimana della moda che si terrà a Oslo dal 14 al 20 febbraio 2011. A darne notizia sono molti quotidiani e blog internazionali che hanno definito la scelta norvegese come un "annuncio storico" perché, ad oggi, si tratterebbe della prima settimana della moda al mondo a mettere al bando le pellicce. Una decisione nata dopo l'adesione degli organizzatori della kermesse norvegese alla petizione promossa dal gruppo animalista NOAH, che ha ricevuto circa duecento sottoscrizioni da parte di modelle, stilisti, fotografi e giornalisti. Il Direttore Generale della Oslo Fashion Week, Paolo Vasbotten, ha dichiarato che: "È stata una scelta molto naturale, perché noi non vogliamo apparire come un'arena in cui promuovere prodotti basati sul maltrattamento degli animali". Adesso il gruppo animalista che ha promosso la sensibilizzazione e la petizione si aspetta che a fare questo passo siano anche gli altri paesi che ospitano le settimane della moda. Ma intanto, già la vicina Danimarca ha messo le mani avanti, facendo capire che gli organizzatori della rassegna non hanno nessuna intenzione di intraprendere una politica simile. Eva Kruse, amministratore delegato della Copenhagen Fashion Week, ha dichiarato infatti: "Crediamo che la pelliccia sia elemento centrale del settore della moda e non abbiamo alcuna intenzione di vietare le pellicce dalla settimana della moda di Copenhagen" che per motivare questa presa di posizione aggiunge: "se le pellicce vengono bandite in Norvegia, significa che la produzione di questi capi viene spostata in altri paesi come la Cina, e allora si perderebbe completamente il controllo sul trattamento degli animali da pelliccia".

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